Governance e organizzazione Chi siamo Gli organi Come lavoriamo La Struttura organizzativa Persone I nostri collaboratori Performance economica e sostenibilità Le attivita nel 2023 Il 2023 in breve Formazione Ricerca Internazionalizzazione Digital education and training Progetti d’innovazione e complessi Eventi ed editoria Gli eventi Editoria La nostra community digitale nel 2023 Nota metodologica Il racconto di un anno Missione, valori, scenari, obiettivi Missione e valori La nostra missione I nostri valori Le nostre attività Scenari e obiettivi Scenario nazionale e internazionale I nostri temi Obiettivi di sviluppo sostenibile Dal 2016 a oggi Le nostre relazioni 4 10 10 11 12 14 15 17 19 20 22 26 27 29 30 32 33 35 42 44 66 76 90 98 108 110 128 132 134 Indice
Indice dei progetti Formazione Corso-concorso per i dirigenti tecnici del Ministero della Cultura Toolkit for museum Musei in corso Ereditare il presente. La cura dell’architettura contemporanea Percorso di accompagnamento formativo per lo staff del Museo della Moneta della Banca d’Italia Formazione e strumenti per la progettazione europea Sicurezza del patrimonio culturale Gestione dei patrimoni artistico-culturali e delle collezioni corporate CHARTER The European Cultural Heritage Skills Alliance #laformazionecontinua Ricerca Arte e spazio pubblico Minicifre della cultura La partecipazione alla gestione del patrimonio culturale. Politiche, pratiche ed esperienze Pianificazione e tutela paesaggistica. Analisi e valutazione dei processi, delle criticità e dei fattori abilitanti 46 48 50 52 54 56 58 60 62 64 68 70 72 74 Internazionalizzazione ARQUEO-CUBA. Archeologia e sostenibilità ambientale per una cooperazione territoriale di contrasto ai cambiamenti climatici I Caschi Blu della Cultura Competenze in movimento Undertaking Business in Culture International School of Cultural Heritage. Technologies for Archaeology Progetti europei e cooperazione transnazionale mediterranea Digital education and training Dicolab. Cultura al digitale La piattaforma e-learning fad.fondazionescuolapatrimonio.it Progetti d’innovazione e complessi Cantiere Città Capitale italiana della cultura: analisi e valutazione dell’iniziativa Sapere fare sapere. UNESCO New generation Cultural business management training: una rete G20 degli istituti di formazione 78 80 82 84 86 88 92 96 100 102 104 106
Il racconto di un anno Cosa raccogliere da questo 2023 così denso di attività, progetti e risultati? Per la nostra Scuola e per la nostra comunità è stato un anno decisivo, in cui tanti programmi hanno visto concretizzarsi azioni, visioni e idee, mentre tanti altri prendevano forma verso nuovi traguardi. Un anno in cui la Fondazione si è consolidata nella sua dimensione organizzativa, proiettando la sua crescita anche nella capacità economica e di spesa, soprattutto nel ruolo strategico e operativo che le è stato affidato nell’ambito del PNRR Cultura 4.0: una grande opportunità nata dal riconoscimento di una solida capacità progettuale e realizzativa. In pochi anni abbiamo fatti grandi passi: nel 2023 il personale è più che raddoppiato, passando da 26 a ben 57 unità, con un salto di scala decisivo che si è proiettato anche nel volume e nella consistenza delle attività, rinvenibile anche nell’inattesa crescita dei dati di bilancio (che nel 2023 quasi triplica i volumi del 2020) e che segnerà in modo sostanziale gli anni a venire. Con questo Rapporto sociale diamo continuità e spessore alla volontà – avviata con le precedenti edizioni 2021 e 2022 - di condividere costantemente i nostri programmi, le attività e i risultati prodotti, in quello spirito di informazione, trasparenza e rendicontazione sociale che ci siamo dati come obiettivo. Un’attenzione e un dovere nei confronti della comunità sempre più ampia con cui dialoghiamo e lavoriamo ogni giorno, a sostegno delle competenze dei professionisti e del vasto sistema del patrimonio culturale. Il racconto evidenzia i principi di coerenza con gli indirizzi strategici e i processi di programmazione della Fondazione, oltre che gli allineamenti con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e con i quadri 4
5 programmatici nazionali ed europei. La restituzione – semplice ed immediata nei contenuti e nella grafica – punta a rappresentare non solo i risultati ma anche i processi di crescita e consolidamento che vedono disegnare un nuovo e sempre più solido posizionamento della Fondazione nel mondo di riferimento. Nelle reti e nelle partnership, nella relazione crescente e sempre più strutturata con il Ministero della Cultura, nella dimensione nazionale e nell’apertura internazionale, sostenuta e rafforzata da alleanze e accordi che ci fanno operare attivamente in diverse regioni geografiche dell’Europa e del mondo. Come di consueto le iniziative riguardano la formazione, la ricerca, l’internazionalizzazione, il supporto all’innovazione e alla sperimentazione, la divulgazione e la nuova missione strategica della formazione e del miglioramento delle competenze digitali, investimento strategico del PNRR nell’ambito del Piano Nazionale per la Digitalizzazione del patrimonio culturale. Tutte le attività si sono sviluppate secondo l’approccio consolidato della Fondazione: l’intenso rapporto con i contesti istituzionali di riferimento, anche a livello internazionale; l’expertise maturata per corrispondere ai fabbisogni di sviluppo formativo di professionisti e organizzazioni; la stretta interdipendenza tra le attività di formazione e di ricerca; la sperimentazione di format sempre nuovi, la massima apertura e condivisione delle iniziative formative e delle attività di ricerca per la disseminazione delle conoscenze e per animare il dibattito pubblico nel settore. Le iniziative di formazione sono state orientate alla costruzione e al consolidamento di attività e progetti rivolti ai diversi attori del sistema culturale pubblico e privato: esperienze già solide e mature, ormai entrate stabilmente nei nostri programmi, ma anche nuove proposte che hanno esplorato scenari inediti e innovativi. Guardando al mondo delle professioni museali sono proseguiti il progetto Musei in corso per il Sistema Museale Nazionale (con il MiC) e il corso executive Gestione dei patrimoni artisticoculturali e delle collezioni corporate realizzato con Intesa Sanpaolo, giunti entrambi alla terza edizione. Prosegue anche il percorso formativo con la Banca d’Italia finalizzato alla prossima apertura del Museo della Moneta, mentre è stato riproposto per la seconda edizione, e accolto con successo, il programma Toolkit for museum, destinato a specifici profili professionali. Nel 2023 si è svolta la fase finale del Corso-concorso per i dirigenti tecnici MiC, una inedita proposta formativa condivisa con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, in coerenza con i fabbisogni e le aspettative dei futuri Soprintendenti archeologia belle arti e paesaggio, dei Direttori dei musei, dei Direttori e Soprintendenti nei settori degli archivi e delle biblioteche. La conclusione di questo programma consentirà al Ministero di immettere in ruolo i 50 nuovi dirigenti già dall’inizio del 2024. Sempre d’intesa con il Ministero sono stati attuati altri percorsi formativi, come quello con il Grant Office, quello dedicato alla Sicurezza del patrimonio culturale in accordo con la relativa Direzione Generale (che è stato avviato con un progetto di ricerca ed ha poi sperimentato innovativi modelli di edutainment) o quello sulla Conoscenza e tutela dell’architettura contemporanea, a chiusura di un lungo percorso di ricerca condiviso con la Direzione Generale Creatività Contemporanea. Le attività di ricerca hanno portato avanti progetti diversi, a partire da quelli promossi autonomamente dalla Fondazione, come la ricerca Partecipazione alla gestione del patrimonio culturale e quella su Pianificazione e tutela paesaggistica: analisi e valutazione dei processi, delle criticità e dei fattori abilitanti, che si avviano verso la conclusione. Sono invece esito di importanti collaborazioni con il Ministero della Cultura le ricerche Arte e spazio pubblico, con la Direzione generale Creatività Contemporanea, e Sicurezza del patrimonio culturale, con la Direzione generale Sicurezza del patrimonio culturale. La ricerca Minicifre della cultura rappresenta una importante novità che riprende un progetto editoriale del Ministero edito dal 2009 al 2014, riaggiornato e integrato nei contenuti e nei formati, ricerca e istituti culturali.
6 La missione dell’internazionalizzazione si è rafforzata nel consolidamento e nell’ampliamento delle collaborazioni con le maggiori organizzazioni internazionali del settore, in raccordo con il MAECI: le attività di formazione e scambio nel 2023 hanno coinvolto circa 80 enti partner raggiungendo quasi 200 professionisti di 45 Paesi e in diverse aree geografiche. In Europa, il progetto CHARTER The European Cultural Heritage Skill Alliance (condotto dall’area Formazione) ha permesso di approfondire questioni chiave relative alle professioni culturali. Con Competenze in movimento si è aperta poi una importante collaborazione con l’INP Institut National du Patrimoine di Parigi, con un programma che costituisce una linea di attuazione del Trattato del Quirinale sottoscritto nel 2021 tra la Repubblica italiana e la Repubblica francese. È giunto alla sua terza edizione il progetto ormai consolidato della International School of Cultural Heritage in Nordafrica e Medio Oriente, in collaborazione con le delegazioni dei Paesi coinvolti presso UNESCO-Parigi. Grazie alla collaborazione con IILA Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana (per la seconda annualità) e alla presenza nel progetto quadriennale di cooperazione Arqueo-Cuba. Arqueología y sostenibilidad ambiental, siamo stati attivamente presenti in America centrale e Sudamerica. Con Undertaking Business in Culture, condotto in collaborazione con ICCROM, abbiamo lavorato con i Paesi dell’Africa subsahariana a supporto dei giovani professionisti delle imprese culturali e creative. Prosegue intanto la sfida nata nell’ambito del primo G20 Cultura di Roma, che ha affidato alla nostra Fondazione il compito di sostenere la costituzione della rete G20 Network of Cultural Business Management Training Institutions: il progetto è ormai parte dell’agenda del G20, come testimonia la citazione nel documento finale del G20 Cultura 2023 tenutosi ad agosto a Varanasi in India. Dopo una impegnativa fase di progettazione è stato avviato operativamente il percorso di formazione e miglioramento delle competenze digitali affidato alla Fondazione dal Ministero della Cultura nell’ambito del PNRR, con impegnativi target a scala nazionale ed europea. Da novembre è stata attivata la nuova area Digital education and training, mentre il programma Dicolab. Cultura al digitale rilasciava i primi prodotti formativi sulla piattaforma di e-learning della Fondazione. I numeri della piattaforma descrivono una realtà ormai consolidata: nel 2023 gli utenti sono passati da 24.800 a 33.400, mentre le iscrizioni ai prodotti formativi erogati online sono passate da quota 134.000 a quota 253.000. In particolare, i primi corsi di Dicolab. Cultura al digitale hanno prodotto, in soli due mesi, un volume complessivo di 2.300 formazioni completate dagli utenti e certificate con Open Badge, il sistema di microcredenziali riconosciuto a livello internazionale. Le attività di supporto all’innovazione e progetti complessi hanno portato avanti programmi particolarmente sfidanti, che trovano il loro valore anche nella costruzione di reti di partner, organizzazioni e istituzioni volte a favorire il confronto fra prospettive e approcci metodologici diversi. È il caso di Cantiere Città, seconda edizione del progetto di empowerment dedicato alle città finaliste per Capitale italiana della cultura 2025. Con il progetto UNESCO New Generation abbiamo proposto un percorso formativo per i docenti della scuola secondaria superiore e esperienze pilota di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) per gli studenti, in collaborazione con le comunità patrimoniali che rappresentano gli elementi iscritti alle Liste del patrimonio immateriale per l’Italia. Nel corso dell’anno abbiamo promosso e realizzato anche pubblicazioni scientifiche, seminari, convegni ed eventi di divulgazione delle attività progettuali e di disseminazione dei risultati.
7 Il prossimo anno ci riserva nuovi impegni e nuove sfide. Siamo parte di un sistema in continua evoluzione caratterizzato da una dimensione estesa e da una grande complessità, che richiede una visione prospettica. Il percorso costruito finora guarda lontano e, seppur in pochi anni, è stato costruito con attenzione, rigore e qualità; in questo cammino la nostra Fondazione si è posta come un soggetto capace di osservazione ed ascolto, esprimendo progettualità e innovazione e dando risposte sempre più efficaci ad un mondo che cambia e cambierà ancora. Siamo in campo con i nostri valori e la nostra expertise, con la visione e i programmi che la nostra Scuola ha saputo costruire tenendo fermi i suoi principi: l’integrazione tra i saperi e le discipline; il confronto tra professionisti, tra amministrazioni, tra comunità; la connessione tra pubblico, privato e no profit; la messa a punto di modelli che operano con, per e dentro il sistema del patrimonio culturale. Il racconto che segue restituisce gli esiti del lavoro degli ultimi 12 mesi ma, inevitabilmente, guarda avanti. E disegna anche i passi futuri. Buona lettura. Il Presidente La Direttrice Vincenzo Trione Alessandra Vittorini
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9 La Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Missione, valori, scenari, obiettivi
10 Missione e valori La Scuola dei beni e delle attività culturali, nata su iniziativa del Ministero della Cultura nel dicembre 2015, è una fondazione per la formazione, la ricerca e gli studi avanzati che opera - anche a livello internazionale - nel settore della cura e della gestione del patrimonio culturale. La nostra missione Dalla sua attivazione la Fondazione persegue con determinazione la propria missione: valorizzare e promuovere le competenze dei professionisti impegnati nella cura e nella gestione dei beni e delle attività culturali. Attraverso un circuito virtuoso e integrato di formazione, ricerca, innovazione e comunicazione, con lo sguardo rivolto al contesto nazionale e internazionale e alla sfide della digitalizzazione, promuove il dialogo tra discipline, competenze e attori del patrimonio culturale. Rivolgendosi ad amministrazioni e istituzioni pubbliche e private, organizzazioni no profit e luoghi della cultura, professionisti e studiosi, la Fondazione crea sinergie tra i diversi attori del sistema e contribuisce così, secondo logiche innovative, a valorizzare l’eredità culturale e il ruolo dei professionisti della cultura. Un importante centro di competenza con un ruolo, ormai riconosciuto, a sostegno dei processi di qualificazione e aggiornamento dei professionisti della cultura.
11 Sviluppiamo un sistema peer to peer capace di favorire e accrescere lo scambio tra i professionisti. Siamo un hub di competenze, una scuola fatta da operatori per gli operatori. Creiamo relazioni tra il settore pubblico, privato e no profit, per favorire la realizzazione di progetti condivisi e lo sviluppo di un linguaggio comune. Costruiamo un dialogo tra le diverse discipline della cultura, per sviluppare competenze trasversali e rispondere ai cambiamenti del settore. I nostri valori Integrazione Confronto Connessione
12 Le nostre attività La Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali lavora come centro di competenza sulla cura e sulla gestione del patrimonio culturale: agisce, in particolare, su sei aree di attività strettamente legate le une alle altre. Opera attraverso attività di formazione e di ricerca, promuove l’internazionalizzazione del sistema culturale, agisce a supporto della trasformazione digitale e con progetti innovativi e sperimentali, comunica e svolge attività di divulgazione attraverso canali e strumenti online e offline, grazie all’editoria e agli eventi. Le attività di formazione - rivolte agli operatori sia del settore pubblico che di quello privato - hanno l’obiettivo di rafforzare le competenze dei professionisti del patrimonio culturale, attraverso un’offerta che integra didattica ed esperienze e che promuove un approccio multidisciplinare e trasversale. Con programmi di alta formazione, formazione continua e aggiornamento professionale, raggiungiamo e mettiamo in relazione i professionisti del settore per la costruzione di un linguaggio comune. Nel sostenere e promuovere l’incontro e lo scambio tra professionisti italiani e stranieri, contribuiamo all’internazionalizzazione delle istituzioni culturali italiane e alla diffusione di metodi e strumenti tra operatori culturali su scala internazionale. Contribuiamo al consolidamento delle competenze digitali degli operatori del settore culturale pubblico e privato, puntando sull’innovazione dei processi di trasferimento di know-how e sulla valorizzazione delle nuove tecnologie e-learning. Le nostre proposte di digital education and training sono costruite su misura per i professionisti del patrimonio culturale e disegnate a partire da una profonda e aggiornata conoscenza del panorama, nazionale e internazionale. Con i progetti di ricerca, ci interroghiamo sui temi più attuali nel settore del patrimonio culturale e delle politiche culturali. Sviluppiamo, in autonomia o in collaborazione con partner nazionali e internazionali, studi originali, di carattere applicativo, per accompagnare le trasformazioni del settore e sostenere, con dati e informazioni aggiornati, l’azione dei decisori pubblici e istituzionali e di chi gestisce il patrimonio culturale.
13 La Scuola dei beni e delle attività culturali ha saputo sviluppare - su scala nazionale e internazionale - un circuito virtuoso tra queste aree di attività che, a partire dalla spinta trasformativa della formazione, si integrano e valorizzano a vicenda. La ricerca trae spunti e nuove domande dagli esiti e dai processi dei percorsi formativi e allo stesso tempo ne accompagna e arricchisce progetti e programmi, contenuti e metodi. L’ideazione di modelli innovativi di gestione del patrimonio culturale è supportata dagli esiti delle ricerche condotte e dall’osservazione dei contesti d’intervento. La proposta per il consolidamento delle competenze digitali risponde ai bisogni e alle esigenze rilevate nelle attività di formazione. Nel fare formazione, ricerca, sperimentazione e divulgazione, la Scuola crea ponti tra Paesi per promuovere gli scambi e condividere buone pratiche e modelli nel settore del patrimonio culturale. Lungo questo continuum interagiscono tra loro anche le aree organizzative della Scuola dei beni e delle attività culturali, ciascuna con obiettivi specifici, mirando però a una finalità condivisa: accompagnare con risposte concrete le trasformazioni in corso nel sistema del patrimonio culturale. Con programmi continuativi o puntuali, accompagniamo enti e istituzioni del settore nell’ideazione di progetti d’innovazione e complessi e nell’attuazione di azioni sperimentali per lo sviluppo a base culturale. Le occasioni di sperimentazione di nuovi modelli arricchiscono il patrimonio di competenze e conoscenze, poi condiviso nelle attività di formazione e ricerca. Con gli eventi e con iniziative editoriali, comunichiamo in maniera strutturata e sistemica con i nostri diversi pubblici, promuoviamo l’accessibilità alla conoscenza e diffondiamo i risultati delle nostre attività ad un’ampia platea di destinatari, così accrescendo l’attenzione dell’opinione pubblica ai temi del patrimonio culturale.
14 Scenari e obiettivi Competenze, modelli, relazioni, dati e informazioni sono i fattori su cui la Scuola dei beni e delle attività culturali interviene per favorire lo sviluppo del settore. Rafforza le competenze di professionisti e operatori, costruisce modelli per ispirare l’agire di istituzioni ed enti, stimola l’instaurarsi di relazioni proficue, produce e mette a disposizione dati e informazioni nella convinzione che la condivisione della conoscenza sia una leva indispensabile per affrontare le sfide del momento. Una missione ambiziosa tracciata negli indirizzi strategici 2023-2025, approvati nel corso del 2023, che prevedono le seguenti rotte di azione: ▬ rafforzare, attraverso la realizzazione di progetti integrati, il circuito virtuoso tra formazione, ricerca, dimensione internazionale e supporto all’innovazione; ▬ rafforzare le connessioni e le collaborazioni con il Ministero della Cultura, per una migliore integrazione delle rispettive strategie e progettualità nei campi della formazione e della ricerca e confermare il ruolo di soggetto primario di reclutamento e formazione iniziale della dirigenza tecnica del Ministero della Cultura; ▬ diventare, nell’ambito della formazione, centro di riferimento prioritario e riconosciuto da tutto il sistema degli operatori culturali, rafforzando le relazioni con il sistema della formazione universitaria e di Regioni, Enti locali, associazioni di settore, ordini professionali, imprese, ecc.; ▬ accreditare il proprio ruolo nel settore della ricerca nel più ampio sistema delle istituzioni di riferimento
15 sui temi della cura e gestione del patrimonio culturale, con un particolare posizionamento sul tema delle competenze e delle professioni; ▬ consolidare il ruolo di istituzione formativa e di ricerca di profilo internazionale sviluppando ulteriormente le relazioni con gli attori istituzionali del sistema esteri e cooperazione a favore dei processi di internazionalizzazione del sistema culturale italiano; ▬ promuovere le attività di supporto all’innovazione ed essere riconosciuta dal settore pubblico come partner di riferimento; ▬ investire sulla transizione digitale, partecipando al dibattito pubblico e promuovendo azioni innovative sui temi della learning experience nel settore del patrimonio culturale e allineando i propri processi formativi alle continue evoluzioni tecnologiche. Scenario nazionale e internazionale Nel Quadro d’azione europeo sul patrimonio culturale del 2018 la Commissione europea enuncia i pilastri di sviluppo su cui fondare i propri traguardi: partecipazione e accesso per tutti, soluzioni intelligenti per un futuro coeso e sostenibile, salvaguardia del patrimonio culturale in pericolo, mobilitazione di conoscenze, attività di ricerca e rafforzamento della cooperazione internazionale. Pilastri sui quali oggi diventa ancor più urgente costruire nuovi percorsi di sviluppo culturale e sociale e di crescita economica. Con l’Agenda europea per la cultura, sempre nel 2018 la Commissione europea individua la cultura quale motore per la coesione e il benessere sociale, fonte di supporto all’innovazione, attore di sviluppo economico e strategia comune per le relazioni internazionali. Recependo i principi già espressi della Convenzione di Faro del 2005 e dalla Dichiarazione di Hangzhou “Placing Culture at the Heart of Sustainable Development Policies”, adottata nel 2013 sotto gli auspici dell’UNESCO, è così riconosciuto anche in ambito comunitario il cambiamento radicale intervenuto nel modo di guardare al patrimonio culturale, che chiede ora di essere conosciuto e vissuto anche attraverso originali strategie ‘dal basso’, fondate sul coinvolgimento delle comunità. E chiede di essere valorizzato e condiviso in una logica sempre più attenta all’accessibilità e all’inclusione anche attraverso le nuove tecnologie e le piattaforme digitali. La politica culturale europea rivendica dunque il potenziale strategico del settore creativo e culturale oltre i tradizionali confini delle politiche settoriali, per essere integrato in modo trasversale nel quadro della politica di coesione quale motore di nuove strategie di sviluppo sostenibile a livello locale, nazionale, e globale. Nel contesto di forte cambiamento tecnologico, alle crisi degli ultimi anni - da quella epidemiologica agli scenari in guerra - si accompagna anche il ripensamento dei modelli tradizionali di formazione e di alta formazione. Superati da tempo gli schemi impostati su una rigida separazione tra discipline e un modello di insegnamento di carattere verticale, è ormai chiara la necessità di sistemi e approcci formativi flessibili e aperti, stabilendo connessioni tra le humanities e le technologies, valorizzando le soft skills e disegnando i contorni di una visione orizzontale e dinamica. Migliorare la fruibilità e l’accessibilità della cultura attraverso le tecnologie digitali e la rimozione delle barriere fisiche e cognitive per il patrimonio culturale; supportare la transizione digitale e verde nel settore culturale: questi alcuni degli obiettivi fissati nel PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pacchetto di investimenti e riforme elaborato dal nostro Paese nell’ambito del programma europeo NextGenerationEU, disegnato nel 2021 per offrire, con il più grande investimento economico di sempre, una risposta condivisa agli esiti disastrosi prodotti dall’emergenza pandemica. Quando, a marzo del 2021, la Commissione europea presenta il Digital Compass 2030 (La bussola digitale per il 2030) un piano di interventi per realizzare la trasformazione digitale dei Paesi UE nel ‘decennio
16 digitale europeo’, dal 2021 al 2030, affida un ruolo centrale alla formazione delle competenze digitali: il primo punto del programma prevede che entro il 2030 almeno l’80% di tutti gli adulti possieda competenze digitali di base. Alcuni mesi dopo, sempre nel 2021 con la Dichiarazione di Porto la Commissione europea ribadisce l’impegno a mettere l’istruzione e le competenze al centro della sua azione politica, con un preciso obiettivo: entro il 2030 il 60% dei cittadini europei dovrà partecipare ogni anno ad attività formative. Collocando il tema dell’education & skills ai primi posti delle sue priorità, il programma NextGenerationEU indirizza quindi ingenti sforzi verso un improcrastinabile investimento sulla conoscenza, sui saperi, sulla formazione e sulle competenze, come elementi fondanti del percorso di rinascita atteso. Chiamando, quindi, anche il settore del patrimonio culturale a quel grande investimento sulla capacità delle comunità e dei suoi professionisti che trova ulteriore impulso nella proclamazione del 2023 come Anno europeo delle competenze. Una iniziativa che conferma la crescente attenzione dell’Europa sul tema del miglioramento delle competenze di tutti i cittadini, in risposta, in particolare, alle sfide rappresentate dalla transizione verde e digitale. In questo scenario opera la Fondazione, accogliendo le sfide e le opportunità per la ridefinizione del ruolo del patrimonio e delle attività culturali nelle strategie di sviluppo economico, sociale e ambientale dei territori e mirando a fornire contributi concreti ai programmi e alle politiche più generali che investono l’ambito dei beni e delle attività culturali. Ciò in linea con gli obiettivi nazionali ed europei PNRR e con le linee di innovazione della Pubblica Amministrazione, con il Programma nazionale per la Ricerca MUR 2021-2027 e con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. A ciò va aggiunto lo scenario disegnato dalla Dichiarazione di Roma del luglio 2021, quando a conclusione del primo G20 Cultura i Ministri della cultura dei Paesi presenti hanno ribadito la necessità di rafforzare e sviluppare modelli e strumenti di gestione efficaci, sostenibili, inclusivi e coordinati per la protezione del patrimonio culturale, evidenziando l’esigenza di dotare i professionisti della cultura di nuove capacità, tra cui quelle creative, digitali, tecnologiche, manageriali e di mediazione per superare le incertezze che caratterizzano lo scenario attuale. Ancora in ambito multilaterale e globale, la Dichiarazione per la Cultura, adottata all’unanimità da 150 Paesi al termine della Conferenza internazionale dell’UNESCO MONDIACULT, tenutasi a Città del Messico nel 2022, restituisce una riflessione sul futuro delle politiche culturali anche rispetto all’impegno della comunità internazionale di fronte alle urgenti e complesse sfide che la contemporaneità pone alle nostre società multiculturali e delinea un’agenda per mettere a frutto “l’impatto trasformativo della cultura per lo sviluppo sostenibile”. Una Dichiarazione che rafforza l’impegno degli Stati a “un multilateralismo rafforzato, che riconosca la cultura come bene pubblico globale con un valore intrinseco per consentire e guidare lo sviluppo sostenibile”, riaffermando l’importanza della dimensione culturale come spazio per rinnovare e ampliare la cooperazione bilaterale e multilaterale, per promuovere il multilinguismo, diffondere e difendere una cultura di pace che consenta il dialogo e la solidarietà all’interno dei Paesi e tra di essi, anche attraverso la diplomazia culturale, verso cui si richiama il crescente impegno internazionale, nel quadro del sistema delle Nazioni Unite. E, non da ultimo, le suggestioni e l’impegno civico sotteso alla nuova definizione di museo elaborata dall’ICOM nel 2022, che integra il consueto e consolidato carattere di luogo di conservazione, ricerca, esposizione con un importante ‘ampliamento’ di natura etica, che introduce concetti come accessibilità, inclusività, diversità, sostenibilità, partecipazione della comunità. Suggestioni di un mondo che cambia, che non possono che arricchire e aggiornare le riflessioni e la visione dei programmi formativi, di ricerca e di azione del nostro lavoro quotidiano.
17 I nostri temi Nuove visioni di futuro, cambi di paradigma, traguardi da raggiungere e sfide da affrontare. Con un approccio transdisciplinare, la Scuola dei beni e delle attività culturali agisce su sei principali ambiti tematici sviluppando competenze, costruendo modelli, favorendo relazioni e producendo dati e informazioni con e per i professionisti del patrimonio culturale. cura e gestione del patrimonio culturale Aver cura del patrimonio culturale significa preservare la memoria delle comunità e dei territori. A tal fine, è necessario mettere in atto, da un lato, azioni che ne garantiscano l’integrità, l’identità e la conservazione e, dall’altro, interventi di gestione per promuoverne la più ampia conoscenza nelle comunità, per la coesione e il benessere sociale. cultura manageriale L’ideazione di soluzioni innovative per affrontare le sfide nel settore del patrimonio culturale implica la capacità di fondere approcci, conoscenze e competenze. La combinazione di conoscenze e competenze specifiche del settore con quelle di natura più trasversale favorisce la sperimentazione di nuove soluzioni e facilita il confronto tra specialisti. A tal fine, lo sviluppo di un linguaggio comune e di una nuova cultura manageriale può arricchire le prospettive attraverso le quali si guarda al patrimonio e alle attività culturali contribuendo al rafforzamento della sostenibilità economica e organizzativa del settore. trasformazione digitale La rivoluzione digitale rende possibili nuove forme di creazione, conservazione e fruizione del patrimonio culturale, stimolando processi innovativi e partecipativi. Per cogliere appieno le opportunità della digitalizzazione sono, però, necessarie strategie, infrastrutture e competenze che guidino il settore culturale in un cambio di paradigma: la digitalizzazione del patrimonio culturale non più e non solo come somma di azioni individuali attraverso l’uso di strumenti e tecnologie digitali più o meno consolidati, ma come processo di cambiamento strutturale per gli istituti della cultura e per chi produce contenuti culturali. patrimonio culturale e sviluppo del territorio La cultura può svolgere un ruolo decisivo nella definizione e implementazione di modelli di sviluppo territoriale orientati all’innovazione e alla sostenibilità. Beni culturali, paesaggio e contesto territoriale sono elementi a cui guardare attraverso una nuova prospettiva, integrata, che tenga conto delle relazioni esistenti e che conduca alla definizione di interventi di pianificazione in grado di coniugare lo sviluppo dei territori con la cura del patrimonio. Affinché la cultura possa guidare i processi di sviluppo locale, i territori necessitano di competenze specifiche, di risorse finanziarie, di un contesto giuridico- amministrativo adeguato e di sistemi di governance efficaci e coerenti con le caratteristiche del contesto. accessibilità e partecipazione In linea con i principi ispirati dalla Convenzione di Faro, il patrimonio e l’eredità culturale sono da considerarsi “risorsa sia per lo sviluppo sostenibile che per la qualità della vita”, rientrando così a pieno titolo nella sfera dei diritti umani. Promuovere l’accessibilità e la partecipazione delle comunità nella creazione, gestione e fruizione del patrimonio culturale diviene dunque indispensabile per garantire pari opportunità, benessere sociale, coesione sociale e propensione verso modelli e processi innovativi e aperti. transizione ecologica e sostenibilità La transizione ecologica è una sfida collettiva e globale, nella quale il settore cultura, patrimonio e attività culturali può e deve avere un ruolo cruciale. Come impatta il cambiamento climatico sul patrimonio culturale materiale e immateriale? Come può il patrimonio culturale aiutare a sviluppare consapevolezza sul tema e quali le migliori strategie per diffondere una cultura della sostenibilità?
18 Trentino. Val di Fassa, Gruppo Lusia, Col Margherita. Foto: Federico Modica / Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A.
19 Obiettivi di sviluppo sostenibile La Scuola dei beni e delle attività culturali interpreta la dimensione culturale come cruciale per la crescita della società e per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. La Scuola dei beni e delle attività culturali con le proprie attività concorre al raggiungimento di alcuni dei 17 SDGs definiti dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Accanto all’impegno verso l’obiettivo 4, Istruzione di qualità, la Scuola opera intercettando ulteriori 7 obiettivi, nello studio e nella progettazione di un equilibrio fra conservazione dell’eredità e dei valori del passato e sperimentazione di prospettive creative per il futuro Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le Nazioni Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico Pace, giustizia e istituzioni forti
20 ◄ Al via la formazione a distanza sulla piattaforma fad.fondazionescuolapatrimonio.it ◄ Il primo progetto europeo: avvio di CHARTER The European Cultural Heritage Skills Alliance (2021 – 2024) ◄ Cominciano le attività internazionali: avvio International School of Cultural Heritage ◄ Si presentano gli esiti della prima attività di ricerca: Competenze per il patrimonio culturale ◄ Con la sua prima pubblicazione la Fondazione si costituisce come editore e per favorire la maggiore diffusione possibile di contenuti scientifici adotta la licenza Creative Commons CC BY-SA ◄ Cominciano le attività di formazione: avvio Scuola del patrimonio ► Nasce la Fondazione con l’approvazione dello Statuto Dal 2016 a oggi 2016 2017 2018 2019 2020 2021 ◄ La Fondazione partecipa ai lavori del primo G20 Cultura a Roma
21 ► Corso-concorso dirigenti tecnici del Ministero della Cultura Prende il via e dura 7 mesi, l’innovativo percorso di alta formazione per la cura e la gestione del patrimonio culturale destinato alla nuova classe dirigente del Ministero della Cultura ► Con la firma dell’accordo attuativo con il Ministero della Cultura - Digital Library, la Fondazione è soggetto attuatore dell’investimento PNRR Cultura 4.0 Formazione e miglioramento delle competenze digitali ► Al via la prima edizione di Cantiere Città percorso di valorizzazione per le città finaliste a Capitale italiana della cultura ► Con Toolkit for museum nasce il primo corso per professionisti museali che si svolge con i musei, dentro i musei ► Corso-concorso dirigenti tecnici del Ministero della Cultura Con le ultime prove orali giungono a termine le attività di selezione avviate con il bando pubblico di concorso di dicembre 2021 2022 2023 ► Inizia una intensa attività di ricerca per Minicifre della cultura, la raccolta sistematica dei principali dati statistici sulla cultura in Italia ◄ Undertaking Business in Culture è una strategica iniziativa di formazione e mentoring per l’imprenditorialità giovanile nel settore culturale, avviata con ICCROM nei Paesi dell’Africa subshaariana e in Italia ◄ Al via Dicolab. Cultura al digitale il nuovo sistema formativo per la trasformazione digitale del patrimonio culturale rivolto ai singoli, alle organizzazioni, alle comunità, che dà attuazione agli obiettivi di crescita del PNRR Cultura 4.0 per la formazione e il miglioramento delle competenze digitali
22 Le nostre relazioni È un sistema di relazioni fondato su confronto e dialogo, scambio e collaborazione, quello che nel quotidiano la Fondazione costruisce con tutti gli altri attori del sistema culturale nel quale opera, che si tratti di partner di natura istituzionale o di profilo scientifico e che si tratti dei destinatari delle proprie attività. Lavoriamo in costante sinergia e accordo con il Ministero della Cultura, raccogliendone le istanze e sostenendone le politiche. Attiviamo collaborazioni puntuali con gli istituti centrali e territoriali, nel campo della formazione, della ricerca e della gestione, integriamo strategie e proponiamo progettualità, così contribuendo, con autonomia scientifica e rigore metodologico, all’ulteriore sviluppo e qualificazione del sistema ministeriale nelle sue diverse articolazioni. Costante è anche il dialogo con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo, amministrazioni di riferimento nel quadro delle nostre azioni di internazionalizzazione del sistema culturale italiano, insieme, naturalmente, alle più importanti organizzazioni internazionali di settore: su più fronti lavoriamo con UNESCO, ICCROM lnternational Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property, IILA Organizzazione internazionale italo-latinoamericana, ICOM lnternational Council of Museum, ICOMOS lnternational Council on Monuments and Sites, Europa Nostra. Regioni, Province, Comuni e loro aggregazioni sono le amministrazioni territoriali cui la Fondazione si relaziona costruendo, in una logica di partenariato e condivisione, percorsi di crescita e sviluppo delle Sono numerosi e qualificati i nostri interlocutori, organizzazioni e persone con cui condividiamo attività e programmi e produciamo progetti e risultati. Una rete costantemente attiva in un confronto reciproco che consente di valorizzare e moltiplicare ambiti e risonanza dei nostri lavori.
23 competenze di persone e operatori, in un’ottica di sviluppo locale su base culturale. Il Ministero dell’Università e Ricerca, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, la SNA Scuola Nazionale dell’Amministrazione, le Università, i centri nazionali di ricerca e think tank rappresentano il mondo accademico, della ricerca e dell’innovazione, con cui dialoghiamo su nuove prospettive teoriche e metodologiche, per disegnare nuovi approcci e orizzonti di ricerca e azione. Ci rivolgiamo inoltre al mondo degli istituti culturali, delle imprese culturali e creative, delle associazioni di categoria e professionali per creare sinergie e avviare progettualità che rafforzino l’intero comparto dei beni e delle attività culturali, promuovendo il dialogo tra pubblico, privato e terzo settore. Oltre alle organizzazioni, le persone. I principali destinatari delle nostre attività sono, infatti, i professionisti e gli operatori della cultura, a partire dal personale del Ministero della Cultura: i loro bisogni formativi, le loro esigenze ed aspettative rappresentano la base di riferimento fondamentale per la progettazione di ogni iniziativa di formazione, ricerca, scambio e capacity building; e invitano all’adozione di modelli basati sul confronto peer to peer e sulla costruzione di comunità di pratica. Sempre lavorando per valorizzare la specificità e la straordinaria opportunità, tutta italiana, delle esperienze condotte all’interno e in stretto contatto con istituzioni e luoghi della cultura di rilevanza nazionale. Non solo gli addetti ai lavori, quindi, ma tutte le istituzioni, le organizzazioni, le forme associative, i professionisti, gli operatori, i cittadini e l’opinione pubblica prendono posto nella platea degli stakeholder della Scuola dei beni e delle attività culturali, in qualità di soggetti che possono trarre beneficio dallo sviluppo del settore, anche dando il loro contributo di idee e di visioni, nel pieno spirito partecipativo dal quale il sistema culturale non può ormai più prescindere. Folla vista dall’alto. Foto: Orbon Alija / iStock
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25 La Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Governance e organizzazione
26 Chi siamo La Scuola dei beni e delle attività culturali è una Fondazione di partecipazione per la formazione, la ricerca e gli studi avanzati nell’ambito delle competenze del Ministero della Cultura, socio fondatore. Alla Fondazione possono aderire altri soggetti, pubblici e privati, secondo le modalità previste dallo Statuto. La Fondazione è qualificata come ente di diritto privato assoggettato alla normativa vigente per le pubbliche amministrazioni in materia di trasparenza, prevenzione della corruzione, inconferibilità e incompatibilità. Nella sezione “Trasparenza” del sito sono pubblicate le informazioni che danno conto dei processi e delle modalità di gestione della Fondazione. Allo stesso modo, vi si possono trovare i regolamenti che orientano e guidano l’azione di dipendenti e collaboratori, a garanzia della correttezza dell’operato e dell’adozione di comportamenti integri, a tutela della reputazione della Fondazione e a prevenzione dei rischi. Nel 2023 la Fondazione ha adottato il Modello di Organizzazione, gestione e controllo ex d.lgs. 231/2001 (MOGC 231/2001). Ha contestualmente nominato l’Organismo di vigilanza, in forma monosoggettiva, che accerta che il Modello sia effettivamente operativo, efficace ed idoneo a prevenire la commissione dei reati di cui alle singole parti speciali del Modello stesso.
27 Gli organi Sono organi della Fondazione: il Presidente, il Direttore, il Consiglio di Gestione (nominati dal Ministro della Cultura), il Consiglio Scientifico e il Collegio dei revisori dei conti. ▬ Presidente Presiede il Consiglio di Gestione e promuove e cura le relazioni istituzionali e la dimensione internazionale della Fondazione. Nominato con D.M. 368 del 31/07/2020 Durata incarico: 4 anni a decorrere dal 01/09/2020 ▬ Direttore Promuove l’attività della Fondazione, ne cura il buon fine, ne tutela e assicura la qualità, ne ha la legale rappresentanza, presiede il Consiglio Scientifico. Nominata con D.M. 369 del 31/07/2020. Durata incarico: 4 anni a decorrere dal 01/09/2020 ▬ Consiglio di Gestione Delibera in ordine agli indirizzi strategici e alle attività di gestione economica e organizzativa della Fondazione. Nominato con D.M. del 24/09/2020 e integrato con D.M. del 01/08/2021 Durata incarico: 4 anni a decorrere dal 24/09/2020 ▬ Consiglio Scientifico È nominato dal Direttore della Scuola, d’intesa con il Presidente. Si pronuncia in ordine ai programmi di carattere scientifico, culturale e formativo della Fondazione. Nominato il 28/06/2021 Durata incarico: 4 anni ▬ Collegio dei revisori dei conti Organo di revisione amministrativa e contabile, compie tutte le verifiche relative alla gestione economica, patrimoniale, finanziaria, vigilando sull’osservanza della legge, dello statuto e dei regolamenti adottati dalla Fondazione. Nominato con D.M. 373 del 04/08/2020 Durata incarico: 4 anni ▬ Organismo di vigilanza Modello di organizzazione, gestione e controllo ex d. lgs. 231/2001 Nominato dal Consiglio di Gestione con Delibera n. 1 del 31/01/2023 Durata incarico: fino all’approvazione del bilancio di esercizio 2024 ▬ Nucleo di valutazione Nominato dal Consiglio di Gestione con Delibera n. 4 del 23/02/2023 Durata incarico: fino all’approvazione del bilancio di esercizio 2024 Supporta il Consiglio di Gestione nella valutazione della qualità e dell’efficacia delle attività istituzionali.
28 Presidente Vincenzo Trione Vincenzo Trione Presidente Andrea Meloni Componente designato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Palombelli, Presidente Fabio Giulio Grandis Carlo Calò Girolama Iadicicco, membro supplente Gianmarco Miele Gianluigi Mangia, Presidente Luca Beatrice, Giuseppe Gaeta Mauro Calise Componente designato dal Ministero della Cultura Antonia Pasqua Recchia Componente designato dal Ministero della Cultura Stefano Della Torre Carla Di Francesco Andrea Giorgi Christian Greco Alessandra Vittorini, Presidente Mariarosaria Barbera Francesco Casetti Paolo Crisostomi Andrea De Pasquale Gianfranco Maraniello Anna Marson Gino Roncaglia Pier Luigi Sacco Mariella Utili Direttore Alessandra Vittorini Alessandra Vittorini Direttore Consiglio di Gestione Consiglio Scientifico Organismo di vigilanza - MOGC 231/2001 Nucleo di valutazione Collegio dei revisori dei conti
29 Come lavoriamo Competenze manageriali, professionalità di settore e capacità di gestione sono i requisiti alla base della struttura organizzativa della Fondazione. La struttura organizzativa, le modalità di lavoro, i meccanismi di coordinamento e interazione, nonché la multidisciplinarietà e i processi di selezione e gestione delle persone che lavorano in Fondazione sono lo specchio del cambiamento che la stessa desidera promuovere tra i professionisti del settore culturale, in termini di competenze, confronto, integrazione e connessione. Le aree organizzative che concorrono al perseguimento delle finalità istituzionali della Fondazione, guidate da altrettanti responsabili di area, sono animate da personale altamente qualificato, che opera in maniera integrata: in particolare, gli esperti in politiche culturali operano trasversalmente alle aree con l’obiettivo di accompagnare e operativamente garantire l’integrazione tra ambiti di attività e progetti. Competenze specialistiche e competenze trasversali sono pertanto i requisiti che orientano i processi di reclutamento per il personale dipendente.
30 Segreteria didattica Segreteria Direttore Comunicazione ed eventi Coordinatore generale Formazione Esperti politiche culturali Esperti politiche culturali Esperti politiche culturali Internazionalizzazione Ricerca Coordinamento e programmazione Sul nostro sito è disponibile per la consultazione l’assetto organizzativo costantemente aggiornato. Struttura organizzativa
31 Esperti politiche culturali Learning management Piattaforma e-learning Produzione contenuti formativi Produzione audio video Segreteria produzione audio video Progettazione didattica Sviluppo multimediale Gestione ordinaria ed evolutiva piattaforma Segreteria didattica Supporto all’innovazione e progetti complessi Digital education and training Bilancio e contabilità Segreteria generale Segretario amministrativo Amministrazione e controllo Appalti e contratti Personale Segreteria della Presidenza organizzativa Data management
32 Persone Attrarre talenti, ma al tempo stesso favorire la crescita e la valorizzazione professionale nel contesto lavorativo, sono gli ingredienti per garantire un ambiente stimolante, dinamico e generatore di capitale intellettuale al servizio degli operatori del settore culturale. Le selezioni del personale dipendente sono sempre ispirate al principio dell’evidenza pubblica e prevedono sempre un avviso pubblico e una commissione di selezione composta da esperti interni o esterni alla Fondazione. In linea con l’approccio di numerose istituzioni che operano a livello internazionale nell’ambito della formazione continua, la Scuola non dispone di un corpo docente interno. La variegata tipologia di docenti richiesta dai processi di formazione continua a carattere tecnico-professionale (docenti universitari, formatori, esperti di settore) e le specifiche expertise emergenti dai domini di riferimento, implicano la necessità di individuare esperti altamente specializzati. Alla luce delle esigenze puntuali connesse agli obiettivi formativi, ai progetti di ricerca e di supporto all’innovazione, gli Organi della Scuola individuano gli esperti necessari. Su queste basi negli anni si è costituita una grande comunità di riferimento, rappresentativa della pluralità di visioni e di metodologie. La Fondazione lavora per gruppi di progetto, in un ambiente cooperativo e informale, secondo le metodologie del project management. L’infrastruttura totalmente in cloud frutto di una scelta convinta di dematerializzazione, compiuta ancor prima della crisi epidemiologica, ottimizza i processi di comunicazione interna e favorisce il lavoro a distanza. Nel 2023 la formazione del personale interno, accanto alla periodica formazione a carattere obbligatorio, in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ha previsto momenti di approfondimento su: ▬ misure di sicurezza per il trattamento dei dati personali e rischi di sicurezza informatica; ▬ prevenzione della corruzione e trasparenza; ▬ appalti e piattaforme di negoziazione elettronica. 57 dipendenti 36 a tempo indeterminato 17 a tempo determinato 3 dirigenti 1 distacco dal Ministero della Cultura 41 anni età media 17 fra i 25 e i 35 anni 32 fra i 36 e i 50 anni 8 oltre i 50 anni 41 donne 16 uomini 37 con laurea magistrale e master di I livello 20 con dottorato o master II livello
33 I nostri collaboratori La selezione dei collaboratori temporanei avviene attraverso la Banca dati collaboratori della Fondazione: una piattaforma sempre attiva alla quale chiunque può iscriversi per proporre il proprio profilo professionale. Lavoriamo con 1898 iscritti in banca dati collaboratori al 31/12/2023 20 avvisi di selezione pubblicati nel 2023 1 avviso per la struttura organizzativa interna 19 avvisi per il PNRR collaboratori scientifici e docenti 93% 5% 2% commissioni di valutazioni collaboratori di progetto
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