Minicifre della cultura. Edzione 2024

EDIZIONE 2024 Una raccolta di dati statistici sulla cultura

2024 Ministero della Cultura Via del Collegio Romano 27 00186 Roma EDIZIONE CARTACEA ISBN 979-12-210-6936-5 EDIZIONE DIGITALE ISBN 979-12-210-6937-2 SITO WEB minicifre.cultura.gov.it I testi sono rilasciati con licenza Creative Commons Attribution ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0: https://creativecommons.org/licenses/ by-sa/4.0/legalcode). La licenza consente di condividere i contenuti con qualsiasi mezzo e formato, di modificare i contenuti per qualsiasi fine, anche commerciale, purché sia inserita una menzione di paternità adeguata, sia fornito un link alla licenza, sia indicato se sono state effettuate delle modifiche e i materiali modificati siano distribuiti con la stessa licenza dei contenuti originari.

A CURA DI Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Ministero della Cultura

Minicifre della cultura. Edizione 2024 è un progetto del Ministero della Cultura realizzato dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura e dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali. SEGRETERIA Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Alfredo Giacchetto, Segreteria organizzativa REFERENTI SCIENTIFICI Annalisa Cicerchia, Università di Roma Tor Vergata Antonio Taormina, Alma Mater Studiorum Università di Bologna RACCOLTA ED ELABORAZIONE DATI Ministero della Cultura, Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali Servizio I CLES srl e PTS SpA Coordinamento Alessandro Leon, CLES srl Angela Tibaldi, PTS SpA Gruppo di lavoro Elena Alessandrini, Ottone Ovidi, CLES srl Viola Suzzani, Riccardo Pasquali, PTS SpA PROGETTAZIONE BANCA DATI E VISUALIZZAZIONE WEB UP TO EARTH ITALIA srl Giovanni Borga, Federica D’Acunto, Giovanni Didonna, Filippo Iodice, Giusy Zollerano PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Tipiblu.com EDITING Chiara Braidotti COORDINAMENTO Ministero della Cultura, Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali Andrea De Pasquale, Direttore generale Alessandra Franzone, Dirigente Servizio I Ufficio Studi Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Alessandra Vittorini, Direttore (fino al 15 ottobre 2024) Onofrio Cutaia, Commissario straordinario Marcello Minuti, Coordinatore generale COMITATO DI COORDINAMENTO Ministero della Cultura, Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali Elisabetta Borgia, Responsabile Ufficio Educazione, formazione e ricerca, Servizio I - Ufficio Studi Silvia Rossi, Responsabile U.O. Scuole di formazione MiC - percorsi formativi preruolo, Servizio I - Ufficio Studi Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Alessandra Ferrighi, Responsabile Area Ricerca Valeria Volpe, Esperta in politiche culturali Mariflora Caruso, Esperta in politiche culturali COMUNICAZIONE Ministero della Cultura, Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali Concettina Tropea, Responsabile U.O. Comunicazione Arianna Carotenuto, Supporto U.O. Comunicazione Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Nicola Sapio, Responsabile Area Comunicazione Giulia Carcani, Livia Regali, Addette Ufficio Comunicazione

È finalmente disponibile nella sua versione cartacea l’edizione 2024 di Minicifre della cultura, progetto di ricerca che dopo una prima edizione sperimentale, ispirata all’omonima collana editoriale edita dal 2009 al 2014, torna con questa importante pubblicazione sostenuta dal Ministero della Cultura e realizzata dal Servizio I – Ufficio Studi della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali in collaborazione con la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali. Al Direttore generale Andrea De Pasquale, e ai professionisti, studiosi ed esperti del patrimonio culturale che si sono spesi in questo prezioso lavoro, esprimiamo la nostra riconoscenza. Raccolta sistematica di dati e statistiche sulla cultura, organizzati e proposti anche attraverso una piattaforma elettronica dedicata, questa edizione offre a scienziati e decisori pubblici, studiosi e cittadini, un quadro complessivo del sistema culturale italiano, dissezionato in ogni sua parte, dalla domanda all’offerta culturale, dalle politiche pubbliche ai vari servizi disponibili, a livello nazionale e regionale. Patrimonio culturale, biblioteche e archivi, arti plastiche e visive, architettura e design, editoria e stampa, spettacolo, formazione e occupazione culturale, risorse finanziarie per la cultura, e poi ancora cultura, salute e benessere, sono questi i settori sui quali Minicifre della cultura si sofferma esaminando in filigrana ogni numero e dato. E il risultato è incoraggiante, una sinossi completa, con grafici e tabelle, analisi ragionate e sintesi critiche che guidano in acque sicure chiunque voglia avventurarsi nel mare magnum della cultura italiana. Una volta ancora, il progetto Minicifre della cultura ci insegna che i numeri sono importanti e che il decisore pubblico non può farne ameno, tanto più se si governa il grande patrimonio culturale italiano. Certo, le statistiche si prestano anche a fraintendimenti, abusi e manipolazioni, ma nonostante questo mantengono la loro necessaria, indispensabile funzione di garante quantitativo e qualitativo di fatti, comportamenti e avvenimenti che interessano la libertà delle persone e il bene comune. La cultura, del resto, insiste in questi ambiti vitali tra loro correlati, offrendo agli individui le condizioni di

  possibilità della propria realizzazione e al bene comune le condizioni di possibilità di una vita sociale ordinata e felice. La cultura è conoscenza, farmaco per l’anima e fonte di benessere individuale e collettivo. E non c’è dubbio che questa convinzione abbia accompagnato la stesura di Minicifre della cultura, vademecum essenziale per quanti vogliano orientarsi nel complesso sistema della cultura italiana per conoscerne, attraverso una banca dati rigorosa e facilmente accessibile, problemi e risorse, costanti e trasformazioni nel tempo, anche nell’ottica di un confronto con i principali modelli presenti nell’Unione europea. E non è un caso che la minuziosa attività di ricerca che ha dato alla luce questa pubblicazione sia stata riconosciuta e plaudita da prestigiosi istituti statistici internazionali che ne hanno apprezzato lo straordinario valore scientifico, inedito in Italia e di grande rilevanza anche nel panorama europeo. Ai curatori del volume, pertanto, va il nostro ringraziamento, per il lustro reso all’Italia e per aver offerto, alla più ampia platea di cittadini, un accesso privilegiato allo stato dell’arte della cultura italiana. Alessandro Giuli Ministro della Cultura

Dopo la ripresa ampliata e rinnovata della collana edita negli anni 2009-2014, per il secondo anno è pubblicato Minicifre della cultura, esito dell’omonimo progetto promosso dal Ministero della Cultura e realizzato dal Servizio I della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali e dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali. Minicifre della cultura, come ormai noto, risponde all’esigenza di raccogliere e condividere dati relativi alla produzione, alla salvaguardia, alla valorizzazione, alla gestione e alla diffusione della cultura in Italia. L’edizione 2024, avvalendosi del supporto di esperti del settore, ripropone la metodologia e l’impianto messi a punto lo scorso anno, presentando i dati su scala nazionale e regionale, con il ricorso a fonti edite e inedite, mediante il coinvolgimento – inmisura ancora più partecipata – e il prezioso contributo delle Direzioni generali e degli istituti centrali del Ministero della Cultura. Il triennio 2021-2023, oggetto di analisi della presente edizione salvo diversa e puntuale indicazione, ci permette di apprezzare i segnali di ripresa post-pandemica e ci fornisce dati utili per valutare quali cambiamenti si siano registrati nel settore in termini di domanda, offerta e politiche culturali. Alcuni dati relativi a luoghi della cultura statali e a iniziative pubbliche tornano a eguagliare i livelli pre-pandemici e, in qualche caso, a superarli facendo registrare prestazioni di tutto rilievo nelle serie storiche. È possibile, pertanto, scorgere in filigrana esiti e propositi di politiche pubbliche, anche a favore delle filiere economiche collegate al settore, legate a piani di investimento più ampi – come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – od oggetto di documenti programmatici che mirano a tracciare linee di indirizzo per uno sviluppo strategico e coordinato dell’ambito culturale. L’edizione 2024mantiene l’apertura al contesto comunitario anche con il ricorso a fonti statistiche di respiro europeo e, per quanto concerne le informazioni fornite dall’amministrazione, si arricchisce dei dati relativi ai beni paesaggistici e alla loro tutela e valorizzazione, al patrimonio immateriale su cui tanto si sta investendo

e alle operazioni di restauro di beni demaniali curate dagli istituti centrali del Ministero. Trovano spazio, inoltre, le informazioni relative alla partecipazione dello stesso Ministero ai bandi per i programmi europei a finanziamento diretto. Nella trattazione si inserisce anche un approfondimento sulla performance dei musei statali in termini di visitatori e servizi e viene tracciata una prima sintesi degli esiti dell’iniziativa Fondo Giovani per la cultura, che sostiene l’attivazione di tirocini formativi e di orientamento rivolti a giovani fino a ventinove anni di età. Oltre al volume cartaceo e alla piattaforma di consultazione online, l’edizione di quest’anno si articola anche in un agile strumento di ulteriore sintesi che restituisce, in chiave grafica, i dati più significativi per ogni ambito culturale considerato. Per il Ministero della Cultura, l’ormai avviato progetto editoriale di Minicifre è occasione di studio, riflessione, confronto emonitoraggio di processi – anche amministrativi – e di progetti: uno strumento di lavoro per indagare e valutare iniziative e politiche dal punto di vista qualitativo e quantitativo. La pubblicazione permette, inoltre, di disseminare i risultati e di divulgare le molte iniziative sostenute e curate per la tutela, la valorizzazione, la salvaguardia e la promozione del patrimonio culturale materiale e immateriale. Ancora una volta, dunque, ci si augura che Minicifre della cultura – presentandosi come rassegna statistica aperta e gratuita – possa fornire all’opinione pubblica, agli studiosi, agli operatori italiani e stranieri un quadro conoscitivo di base, punto di partenza per una valutazione più approfondita sull’ampiezza e la ricchezza dell’offerta culturale, sull’impegno delle istituzioni pubbliche, sulla partecipazione dei cittadini, in un’ottica di trasparenza, dialogo e costruttiva collaborazione. Andrea De Pasquale Direttore generale Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura

A pochi giorni dal mio arrivo come Commissario straordinario della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, ho avuto il privilegio di prendere in mano un progetto di grande rilevanza: Minicifre della cultura. L’edizione 2024 raccoglie dati aggiornati agli anni 2022-2023 in base alla disponibilità delle fonti e presenta per ogni indicatore un confronto con le rilevazioni dei due anni precedenti. L’estensione dell’analisi rimane invariata, continuando a coprire i molteplici ambiti del settore culturale: dal patrimonio culturale allo spettacolo dal vivo; dall’editoria alle biblioteche e agli archivi; dalla formazione all’occupazione; dalle fonti di finanziamento al rapporto tra benessere, cultura e salute. Quali le novità del volume di quest’anno? Una delle innovazioni principali è l’introduzione delle sezioni In primo piano, che aprono ogni capitolo con una sintesi dei dati più significativi che si andranno ad approfondire. Queste sezioni offrono una panoramica chiara e immediata su offerta, domanda e politiche pubbliche nei diversi ambiti tematici, rendendo più agevole l’interpretazione delle informazioni e favorendo una visione d’insieme. Nonmeno rilevante è l’aggiornamento del sito webminicifre.cultura.gov.it, che ora include i dati più recenti e, per la prima volta, è disponibile anche in lingua inglese. Questo passo verso l’internazionalizzazione del progetto risponde alla necessità di aprire il patrimonio di dati statistici italiani alla comunità internazionale, facilitando il confronto con gli indicatori degli altri Paesi membri dell’Unione europea. Grazie a queste novità, Minicifre della cultura si propone come un osservatorio sempre più accessibile e dinamico, in grado di fornire un monitoraggio puntuale e aggiornato del vasto panorama culturale italiano. Sono fiducioso che, con il contributo di tutti, il Ministero della Cultura e la Fondazione continueranno a valorizzare questo progetto come punto di riferimento per l’analisi e la promozione della cultura, in Italia e oltre i confini nazionali. Onofrio Cutaia Commissario straordinario Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali

Con la pubblicazione di Minicifre della cultura. Edizione 2024, la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali rinnova e rafforza il suo impegno nell’ambito delle statistiche culturali, un’area di ricerca a cui ha creduto e destinato una crescente attenzione attraverso diversi progetti negli ultimi anni. L’edizione 2023 ha segnato la ripresa della serie di volumi originariamente curata dal Segretariato Generale dell’allora Ministero per i Beni e le Attività culturali, dopo un’interruzione di quasi un decennio. La presente pubblicazione consolida Minicifre della cultura quale strumento stabile e affidabile per la consultazione di dati statistici e informazioni quantitative sulla cultura, offrendo una guida preziosa per professionisti del settore e decisori politici. Negli ultimi mesi, il gruppo di lavoro ha continuato a monitorare le fonti, ad aggiornare le statistiche culturali e a lavorare ai dati, mantenendo vivo il dibattito interno sulle scelte da operare e sulla selezione delle informazioni da valorizzare, in un confronto che si è potuto arricchire dei preziosi suggerimenti e degli spunti emersi durante le diverse occasioni di presentazione pubblica dei risultati ottenuti. Nel lasciare questo progetto in eredità, ribadiamo con convinzione un obiettivo chiaro: Minicifre della cultura non è solo una raccolta di dati, ma un vero e proprio strumento operativo. Un supporto concreto per le attività di monitoraggio e valutazione dell’offerta culturale, della domanda e delle politiche pubbliche, capace di guidare scelte strategiche e politiche culturali consapevoli. Con questo spirito ci auguriamo che il progetto possa continuare a crescere e a evolversi, contribuendo allo sviluppo di un sistema culturale sempre più solido e innovativo. Vincenzo Trione già Presidente Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Alessandra Vittorini già Direttore Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali

PREFAZIONE 14 GUIDA ALLA LETTURA 17 1 PATRIMONIO CULTURALE 21 LUOGHI DEL PATRIMONIO 26 IL PATRIMONIO UNESCO IN ITALIA 39 LE POLITICHE PUBBLICHE 42 2 BIBLIOTECHE E ARCHIVI DI STATO 51 LE BIBLIOTECHE 56 GLI ARCHIVI DI STATO 65 3 ARTI VISIVE E PLASTICHE, ARCHITETTURA CONTEMPORANEA E DESIGN 71 LE ARTI VISIVE E PLASTICHE 76 L’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA 81 IL SISTEMA DESIGN 84 L’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D’ARTE E LA MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA – LA BIENNALE DI VENEZIA 85 LE POLITICHE PUBBLICHE 87 4 EDITORIA E STAMPA 93 LA PRODUZIONE DI LIBRI E IL MERCATO EDITORIALE 98 L’INDUSTRIA DEI QUOTIDIANI E DEI PERIODICI 109 LE POLITICHE PUBBLICHE 114 5 SPETTACOLO 117 IL CINEMA E L’AUDIOVISIVO 124 LO SPETTACOLO DAL VIVO 133 LA MUSICA REGISTRATA, LE EDIZIONI MUSICALI E L’HOME VIDEO 143 INDICE

LA RADIO E LA TV 145 I VIDEOGIOCHI 149 I PUBBLICI DELLO SPETTACOLO 150 6 FORMAZIONE E OCCUPAZIONE IN CULTURA 155 LA FORMAZIONE UNIVERSITARIA 164 L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA (AFAM) 170 GLI ISTITUTI TECNOLOGICI SUPERIORI – ITS ACADEMY 172 LA FORMAZIONE IN CULTURA IN EUROPA 174 LA FORMAZIONE EROGATA DAL MINISTERO DELLA CULTURA 175 LE POLITICHE PUBBLICHE PER LA FORMAZIONE ALLA CULTURA 178 L’OCCUPAZIONE 183 7 RISORSE ECONOMICHE PER LA CULTURA 197 LA SPESA PUBBLICA IN CULTURA 202 I PROGRAMMI DI FINANZIAMENTO EUROPEI 210 LE RISORSE PRIVATE PER LA CULTURA 218 LA SPESA DELLE FAMIGLIE IN CULTURA 222 LE POLITICHE PUBBLICHE 224 8 BENESSERE, CULTURA E SALUTE 229 LA CULTURA NEL BES 234 APPENDICE I 236 APPENDICE II 238 APPENDICE III 240 GLOSSARIO DEI TERMINI 242

14 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2024 PREFAZIONE Giunto alla seconda annualità, il progetto Minicifre della cultura raccoglie dati statistici, indicatori e informazioni quantitative sulle politiche culturali e sulla domanda e l’offerta in cultura in Italia. Si tratta del risultato di un’attività ufficiale e sistematica di osservazione e monitoraggio comprendente soggetti, processi, fenomeni e politiche, a livello nazionale con qualche incursione nelle dimensioni regionali. Minicifre della cultura, che riprende, ampliandola, una felice intuizione maturata dall’allora Ministero dei Beni e delle Attività culturali nel secondo decennio del nostro secolo, risponde all’esigenza delle istituzioni, delle imprese e degli operatori di disporre di dati di qualità, cioè attendibili, accurati, completi, aggiornati e coerenti. Un’esigenza da tempo avvertita, in un comparto che a lungo è stato solo marginalmente rappresentato dalle statistiche. Quella stessa esigenza, peraltro, è emersa in tutta la sua complessità nel corso della crisi pandemica del 2020, durante la quale si è assistito alla diffusione – attraverso diversi canali di informazione – di dati quantitativi inerenti al settore talvolta contradditori e spesso approssimativi, mentre le misure di supporto e di ristoro a lavoratori e imprese del settore avevano al contrario bisogno di riferimenti attendibili per una progettazione adeguata. Non è del resto unmistero che la stesura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per le misure relative ai settori culturali abbia fatto ampio ricorso alle statistiche rese disponibili all’epoca dall’Istituto nazionale di statistica, per esempio sullo stato dell’arte inmateria di digitalizzazione di musei, biblioteche e istituzioni culturali, e che le attività parlamentari per la ricognizione del settore dello spettacolo abbiano coinvolto interlocuzioni sistematiche con i produttori di dati ufficiali, soprattutto in tema di occupazione. La qualità dei dati, peraltro, è al centro dell’ampio dibattito in atto sui rapporti tra cultura e intelligenza artificiale (IA). Ciò è evidente tanto per le sfide poste dall’IA di tipo generativo, la simbiosi fra uomo e macchina finalizzata alla creazione artistica, con ciò che ne consegue sul versante etico ed estetico, quanto per l’utilizzo di IA predittiva, e si può facilmente immaginare che in futuro il tema acquisirà una rilevanza decisiva. Il progetto Minicifre della cultura, oltre a questa pubblicazione, rende disponibile un portale di dati navigabili e consultabili, unito da quest’anno a report sintetici

15   che contribuisce a comunicare in maniera semplice e diretta alcuni importanti contenuti statistici sulla cultura, ampliando in modo innovativo la platea degli utenti interessati. Attraverso questi dati, trova anche una rappresentazione progressivamente sempre più adeguata il complesso e articolato insieme delle iniziative del Ministero della Cultura, che inMinicifre vengono riportate alle grandi aree tematiche (Patrimonio culturale; Biblioteche e archivi; Arti visive e plastiche, architettura contemporanea e design; Editoria e stampa; Spettacolo; Formazione e occupazione in cultura; Risorse economiche per la cultura; Benessere, cultura e salute) e correlate alle corrispondenti dinamiche della domanda e dell’offerta di beni e servizi culturali nel nostro Paese. In questo modo si restituisce un quadro dettagliato del nostro sistema culturale e creativo utilizzando dati quantitativi e informazioni provenienti da istituzioni statistiche ufficiali e altre fonti verificate e qualificate. Il campo di osservazione abbraccia vari domini che presentano tra loro differenze anche sostanziali, sul versante della governance e organizzativo, e molteplici fonti tra loro non allineate. Gli esiti delle ricerche sviluppate nell’ambito di Minicifre della cultura, che esprime un autorevole punto di riferimento di emanazione pubblica, sono così resi accessibili al mondo della ricerca, delle istituzioni centrali e locali, delle imprese, delle organizzazioni, per conoscere innovazioni e andamenti del settore e promuovere scelte strategiche razionali. La decisione di rendere tali risultati disponibili in forma aperta e gratuita assolve un’importante funzione divulgativa, in una fase di rilancio dell’offerta culturale che investe ogni tipo di pubblico. Ci auguriamo che Minicifre della cultura sia sempre più percepito come uno strumento permanente di supporto ai processi decisionali e alla progettazione degli organismi, pubblici e privati, del settore culturale e creativo. Annalisa Cicerchia Università di Roma Tor Vergata Antonio Taormina Alma Mater Studiorum Università di Bologna

17   GUIDA ALLA LETTURA Il volume Minicifre della cultura. Edizione 2024 si compone di otto capitoli, ciascuno dei quali relativo a un raggruppamento tematico declinato a partire dalla classificazione dei domini culturali definiti dal quadro statistico europeo1. Lì dove necessario, questi ultimi sono stati riorganizzati e suddivisi in sotto domini, secondo criteri stabiliti dal gruppo di lavoro in accordo con i referenti scientifici del progetto. Per ciascun dominio e sotto dominio culturale, si presenta una selezione di dati provenienti da rilevazioni statistiche ufficiali – caratterizzati da accuratezza, ripetibilità e stabilità nel tempo – integrata da quelli raccolti tramite indagini condotte da enti, istituzioni e osservatori del settore e ritenuti necessari per colmare eventuali lacune informative. Nonostante le differenze che caratterizzano i singoli domini, i capitoli del volume sono organizzati secondo una struttura quanto più possibile omogenea: una breve introduzione fornisce le coordinate per la lettura; una sezione con gli indicatori più rappresentativi offre una panoramica d’insieme; a seguire, grafici e tabelle, accompagnati da brevi commenti e indicazioni delle fonti, permettono al lettore di esplorare inmaniera più approfondita le variazioni dell’offerta e della domanda nel settore culturale e di reperire le informazioni quantitative sulle principali politiche pubbliche attuate. Mentre nelle pagine di sintesi, in apertura dei capitoli, i dati si riferiscono all’ultimo anno di rilevazione disponibile2, nella successiva trattazione gli indicatori sono presentati seguendone l’andamento nell’ultimo triennio di disponibilità del dato e su scala nazionale. Tuttavia, quando si è ritenuto interessante esaminare variabili ed evoluzioni specifiche dei singoli territori, sono stati inseriti focus a scala macro-territoriale e regionale. Il volume è disponibile anche in open access sul sitominicifre.cultura.gov.it. Tramite il medesimo link si accede anche alle pagine web dedicate, nelle quali è possibile esplorare, interrogare e scaricare dati più completi per ciascun dominio e sotto dominio, in lingua italiana e inglese. 1 ESSnet – CULTURE, European Statistical System Network on Culture, FINAL REPORT, 2012. 2 I dati presentati si riferiscono agli anni indicati tra parentesi accanto alla fonte.

PATRIMONIO CULTURALE 24 IN PRIMO PIANO I LUOGHI DEL PATRIMONIO 26 I musei, i monumenti e le aree archeologiche 31 Gli istituti statali autonomi 34 I visitatori IL PATRIMONIO UNESCO IN ITALIA 39 I siti patrimonio mondiale dell’umanità 40 Gli elementi del patrimonio immateriale 41 Il Creative Cities Network LE POLITICHE PUBBLICHE 42 La tutela dei beni immobili 43 La catalogazione dei beni culturali 44 Gli strumenti di tutela preventiva 45 La salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale 46 La circolazione di beni culturali 47 Il restauro di beni statali e demaniali operato dagli istituti centrali del Ministero della Cultura 48 La repressione degli illeciti sui beni culturali 48 La tutela del paesaggio 49 Il Premio Nazionale del Paesaggio

22 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2024 Il capitolo presenta una selezione ragionata di dati utile a delineare un quadro di sintesi su offerta, domanda e politiche pubbliche legate al patrimonio culturale italiano. A tal fine, sono stati presi in considerazione i dati sui luoghi del patrimonio1, sulle mostre temporanee e sui siti e gli elementi iscritti nelle Liste del patrimonio mondiale e del patrimonio immateriale della United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (Unesco). I dati restituiscono una panoramica sulla distribuzione dei luoghi del patrimonio sul territorio nazionale, sulla loro titolarità e sui servizi offerti, sull’andamento dei flussi di visita e sulle caratteristiche dei visitatori. Si riportano, inoltre, informazioni e dati sulle politiche pubbliche riferite al patrimonio culturale, materiale e immateriale, riguardanti in particolare le iniziative e gli interventi finalizzati alla tutela, alla catalogazione, alla circolazione internazionale dei beni culturali e alla tutela del paesaggio. I dati derivano principalmente da indagini condotte dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dal Ministero della Cultura (MiC), in collaborazione con le Regioni e le Province autonome, e tramite il Sistema statistico nazionale (Sistan). In Italia si contano 4.416 luoghi del patrimonio, pubblici e privati, stabilmente aperti e fruibili dal pubblico che, nel 2022, hanno attratto 107,9 milioni di visitatori, un numero che si avvicina a quello registrato prima della pandemia da Covid-19 (nel 2019 erano stati 129,9 milioni). Un rilevante indicatore della ricchezza del patrimonio italiano emerge osservando la Lista del patrimonio mondiale dell’Unesco, che, al 2023, attribuisce 1 Sono inclusi in questa definizione le aree e i parchi archeologici, i monumenti, i circuiti museali, i complessi monumentali, altre strutture permanenti che conservano ed espongono al pubblico beni o collezioni d’interesse storico-artistico e culturale. Sono esclusi, invece, gli istituti che espongono esclusivamente specie animali e vegetali viventi (come orti botanici, acquari, ecoparchi e giardini zoologici), luoghi nei quali si effettuano solo esposizioni temporanee, musei diffusi, musei digitali e gallerie d’arte di natura commerciale.

23 PATRIMONIO CULTURALE  all’Italia un primato globale, con ben 59 siti iscritti su 1.1992. Il nostro Paese può vantare anche l’iscrizione di 18 elementi al patrimonio immateriale Unesco, sui 611 riconosciuti nel mondo, e la presenza di ben 14 città (su 350) nel Creative Cities Network dell’Unesco3. Nel 2023 sono oltre 80.0004 i beni immobili di interesse culturale (architettonici, archeologici, parchi e giardini) sottoposti a un regime di tutela attraverso l’emissione di atti amministrativi, secondo quanto previsto dal nostro ordinamento5. Sono oltre 3 milioni le schede di catalogo pubblicate nel Catalogo generale, realizzato dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), segnale del ruolo strategico della catalogazione per la tutela e valorizzazione di beni mobili e immobili per i quali sia stato riconosciuto un interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. Sempre nel 2023, l’Italia ha ricevuto oltre 2.600 richieste di prestito internazionale e circa 35.000 richieste di esportazione di beni culturali, istanze che sono vagliate dagli uffici preposti del Ministero della Cultura. Un ruolo fondamentale per la protezione di tale patrimonio è inoltre esercitato dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), che svolge attività di investigazione, monitoraggio, recupero dei beni illecitamente sottratti e di repressione degli atti commessi per danneggiarli. Nel corso del 2023 sono stati recuperati dal Comando oltre 105.000 elementi tra beni antiquari, archivistici e librari, reperti archeologici e beni paleontologici. 2 Nel 2024, a seguito dell’inserimento nella Lista del patrimonio mondiale Unesco del sito Via Appia. Regina viarum, tale numero è salito a 60 su 1.223 siti totali. 3 La rete è stata creata nel 2004 per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo urbano sostenibile. 4 Il dato è relativo ai soli beni immobili – di proprietà pubblica e privata – vincolati mediante atto amministrativo specifico e inseriti nel sistema Vincoli in rete. 5 Come prescritto dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei beni culturali e del paesaggio.

24 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2024 1.546 a titolarità privata 2.870 a titolarità pubblica I LUOGHI DEL PATRIMONIO L’UNESCO IN ITALIA 59 (su 1.199) siti italiani iscritti nella Lista del patrimonio mondiale 18 (su 611) elementi iscritti nella Lista del patrimonio culturale immateriale 14 (su 350) città italiane iscritte nel Creative Cities Network La Toscana è la Regione con più musei, monumenti e aree archeologiche Unesco (2023) Il 62% è dotato di infrastrutture per l’accessibilità Il 68% ha un account sui social media Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari (2022) di cui Il 44% ha tra 1 e 5 addetti Il 23% ha un servizio di biglietteria online Più di 500 Fra 400 e 499 Fra 300 e 399 Fra 200 e 299 Fra 100 e 199 Meno di 100 4.416 luoghi del patrimonio, 1 ogni 2 comuni italiani

25 PATRIMONIO CULTURALE IN PRIMO PIANO I VISITATORI LE POLITICHE PUBBLICHE 33 (su 100) persone hanno visitato una mostra o un museo almeno una volta Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie: aspetti della vita quotidiana (2023) 34.964 richieste di esportazione di beni culturali ricevute dall’Italia 3 milioni di schede pubblicate nel Catalogo generale dell’ICCD ICCD, MiC (2023) 2.639 richieste di prestiti temporanei internazionali ricevute dall’Italia 105.000 beni culturali recuperati dal traffico illecito MiC, TPC (2023) 128.639.922 2018 2019 2020 2021 2022 129.946.967 48.655.940 107.899.952 36.067.125 107,9 milioni di persone hanno visitato nel 2022 i luoghi del patrimonio italiano Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari (2018-2022) Il Parco archeologico del Colosseo è il luogo della cultura statale più visitato MiC - Sistan (2023) MiC, Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio (2023)

26 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2024 I LUOGHI DEL PATRIMONIO I MUSEI, I MONUMENTI E LE AREE ARCHEOLOGICHE Musei, monumenti e aree archeologiche aperti al pubblico per Regione (valori assoluti, 2022) Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. Anno 2023 Nel 2022 risultano aperti al pubblico 4.416 musei, monumenti e aree archeologiche, pubblici e privati, statali e non, secondo le rilevazioni dell’Istat con il Ministero della Cultura, le Regioni e le Province autonome, aventi come oggetto tutti i luoghi della cultura permanenti e visitabili in Italia. Tra il 2021 e il 2022 i luoghi della cultura aperti al pubblico sono incrementati di 124 unità. Molise Basilicata Valle d’Aosta Abruzzo Calabria Puglia Friuli-Venezia Giulia Umbria Liguria Trentino-Alto Adige Sicilia Campania Marche Sardegna Veneto Lazio Piemonte Lombardia Emilia-Romagna Toscana 35 38 48 91 127 131 149 156 165 194 211 213 258 263 29 3 2 358 4 1 456 53

27 PATRIMONIO CULTURALE I LUOGHI DEL PATRIMONIO La Toscana si conferma la Regione con il maggior numero di musei, monumenti e aree archeologiche (530), mentre la Valle d’Aosta è la Regione che ne vanta di più rispetto alla popolazione residente (39 ogni 100.000 abitanti). Luoghi del patrimonio per tipologia (valori percentuali, 2022) Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. Anno 2023 Si tratta in netta prevalenza di musei, raccolte e gallerie (77%); monumenti e complessi monumentali rappresentano il 16% di questi beni e i siti, le aree e i parchi archeologici il 7%. I musei che conservano ed espongono patrimonio archeologico sono 540 (il 12% del totale), i musei di etnografia e antropologia 444 (il 10%), quelli d’arte prodotta dal medioevo a tutto l’Ottocento 456 (10%), quelli di arte moderna e contemporanea 331 (oltre il 7%), quelli storici 284 (poco più del 6%), quelli di storia naturale/scienze naturali 261 (6%), quelli di religione e culto 237 (5%). Le case della memoria/case museo sono 145 (3%), i musei di scienza e tecnica 97 (2%) e quelli industriali/d’impresa 68 (1,5%)6. 6 Sono stati censiti inoltre 454 musei tematici/specializzati, cioè il 10%, e 77 musei di altro tipo, equivalenti al 2%. 77% 16% 7% Musei, raccolte e gallerie Monumenti e complessi monumentali Siti, aree e parchi archeologici

28 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2024 Musei, monumenti e aree archeologiche: soggetti titolari per Regione (valori assoluti, 2022) TITOLARITÀ PUBBLICA TITOLARITÀ PRIVATA DI CUI STATALE DI CUI ENTE LOCALE Abruzzo 74 21 48 17 Basilicata 25 17 6 13 Calabria 87 22 59 40 Campania 132 67 41 81 Emilia-Romagna 283 26 223 173 Friuli-Venezia Giulia 101 10 78 48 Lazio 231 97 119 71 Liguria 105 14 80 60 Lombardia 238 23 195 163 Marche 186 14 164 72 Molise 29 13 15 6 Piemonte 194 17 157 164 Puglia 81 18 50 50 Sardegna 202 18 171 61 Sicilia 155 1 62 56 Toscana 324 64 227 206 Trentino-Alto Adige 90 1 53 104 Umbria 108 13 89 48 Valle d’Aosta 31 0 13 17 Veneto 194 22 143 96 Italia 2.870 478 1.993 1.546 Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. Anno 2023 I musei, i monumenti e le aree archeologiche censiti sono localizzati per il 47%nel Nord Italia, per il 28%nel Centro e per il 25%nel Sud e nelle Isole. Nel Centro-Nord si trova il maggior numero di musei, raccolte o gallerie (78%), mentre le aree e i parchi archeologici si concentrano nel Centro-Sud e nelle Isole (79%). Il 65% dei musei, dei monumenti e dei siti archeologici italiani è di proprietà pubblica, con una netta prevalenza di quelli afferenti agli enti locali (in particolare ai Comuni), che sono circa il quintuplo rispetto agli istituti statali (rispettivamente, 1.993 e 478). Nel 2022, il 43% dei luoghi della cultura può essere visitato gratuitamente, dato in calo rispetto al 2021 (44%). L’assetto organizzativo dei luoghi italiani del patrimonio in termini di dotazione di personalemostra una distribuzione disomogenea: quasi lametà delle realtà (44%) dispone di un numero di operatori compreso fra 1 e 5, circa il 34% tra 6 e 15 e solo il 17%delle strutture ha oltre 15 addetti7. Fra i servizi offerti damusei, monumenti 7 Secondo la rilevazione censuaria dell’Istat rientrano in questa definizione tutti gli addetti interni del museo/luogo della cultura e di eventuali imprese o enti

29 PATRIMONIO CULTURALE I LUOGHI DEL PATRIMONIO e siti archeologici italiani spiccano le visite guidate, garantite dalla quasi totalità degli istituti (nel 2022 il 90%), e i percorsi tematici o didattici per i bambini (52%). In cinque spazi culturali su dieci si organizzanomostre ed esposizioni temporanee, convegni, conferenze e seminari. Musei, monumenti e aree archeologiche e musei statali8: servizi per l’accessibilità (valori percentuali, 2022) Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. Anno 2023 Per quanto riguarda l’accessibilità da parte di fruitori con disabilità o mobilità ridotta, al 2022, mediamente, sette strutture su dieci sono dotate di servizi igienici a norma e sei su dieci di dispositivi per superare eventuali dislivelli; meno della metà ha predisposto una segnaletica chiara e leggibile e un istituto su dieci offre assistenza dedicata con personale specializzato durante la visita o, in alternativa, percorsi e programmi pensati per persone con disabilità cognitiva. Tali servizi si concentrano al Centro-Nord e la dotazione di servizi per l’accessibilità è più elevata nei musei di titolarità del Ministero della Cultura. Per quasi tutte le categorie considerate, i musei statali registrano performance migliori. Il panorama esterni che vi collaborano anche in modo non continuativo o a tempo parziale. Sono inoltre compresi tutti i volontari e gli operatori del servizio civile nazionale. 8 Il dato relativo ai musei statali si riferisce ai soli istituti afferenti alla categoria «Museo, galleria e/o raccolta». Servizi igienici a norma per le persone con disabilità Rampe, cunei e/o scivoli, ascensori o piattaforme elevatrici Segnaletica esterna e/o interna chiara e leggibile e corredata di pittogrammi Pavimenti antiscivolo e/o antiriflesso Assistente dedicato durante la visita Percorsi e programmi di visita dedicati a persone con disabilità cognitive Percorsi tattili e/o carte con disegni a rilievo, cataloghi e/o pannelli esplicativi in braille, ecc. Mappa e percorsi con i simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) Video in Lingua dei segni italiana (LIS) dotati anche di sottotitoli in italiano e voce narrante Mappe tattili orientative, fisse e/o portatili, degli spazi fisici della struttura Legenda Tutti i musei, monumenti e aree archeologiche Musei statali 68% 11% 29% 35% 56% 41% 57% 62% 88% 95% 11% 22% 11% 11% 18% 9% 15% 6% 2% 5%

30 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2024 sull’accessibilità, inoltre, è destinato amigliorare tenuto conto dello stanziamento del PNRR per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive nei musei, biblioteche e archivi italiani, per un valore complessivo di 300 milioni di euro, distribuiti tra luoghi della cultura pubblici, statali e non statali, e privati. Al 31 dicembre 2023, nel 40% dei casi era conclusa la fase di progettazione e i lavori erano in corso di realizzazione. Alla stessa data tutti gli istituti della cultura afferenti al Ministero della Cultura, che hanno ottenuto il finanziamento (3,3 milioni di euro), stavano predisponendo il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA). Ulteriori fondi ordinari e straordinari dei Lavori Pubblici sono stati investiti nel triennio. Musei, monumenti e aree archeologiche e musei statali9: apparati e servizi digitali (valori percentuali, 2022) Tutti i musei, monumenti e aree archeologiche Musei statali Hanno un account sui social media 68% 95% Hanno una sala video/multimediale 41% 38% Hanno una connessione Wi-Fi gratuita 39% 23% Hanno un video e/o touch screen 31% 49% Hanno un QR Code e/o sistemi di prossimità (Bluetooth, Wi-Fi, ecc.) 28% 42% Hanno cataloghi del patrimonio in formato digitale 27% 31% Hanno un servizio di biglietteria online 23% 42% Hanno supporti multimediali (allestimenti interattivi, ricostruzioni virtuali, realtà aumentata, ecc.) 22% 26% Organizzano tour virtuali online 18% 22% Hanno applicazioni per smartphone e tablet 18% 29% Organizzano convegni, conferenze e seminari online 16% 27% Organizzano visite guidate online e/o modalità alternative online di visita del museo/istituto 12% 17% Hanno tablet a disposizione del pubblico 8% 7% Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. Anno 2023 Circa sette istituti su dieci sono presenti sui social media, mentre poco meno della metà (quattro su dieci) sono dotati di sale video/multimediali e offrono una connessione Wi-Fi gratuita. È, invece, poco diffusa la vendita digitale dei biglietti di ingresso, così come l’organizzazione di tour virtuali o di attività culturali online. Anche in questo caso i musei di titolarità del Ministero della Cultura presentano un’offerta di servizi digitali relativamente più elevata. Si attendonomiglioramenti di performance a seguito dell’introduzione, nel 2023, dell’app e della piattaforma Musei italiani, grazie alla quale si rileva un incremento della diffusione dell’e-ticketing e della fruizione di contenuti multimediali. 9 Il dato relativo ai musei statali si riferisce ai soli istituti afferenti alla categoria «Museo, galleria e/o raccolta».

31 PATRIMONIO CULTURALE I LUOGHI DEL PATRIMONIO GLI ISTITUTI STATALI AUTONOMI Gli istituti statali autonomi: ingressi gratuiti e a pagamento e introiti da bigliettazione (valori assoluti e in euro, 2021-2023) NUMERO DI ISTITUTI VISITATORI INTROITI LORDI IN EURO10 PAGANTI NON PAGANTI TOTALE VISITATORI 2021 40 6.633.874 4.409.496 11.043.370 69.986.779 € 2022 4311 16.731.812 15.674.765 32.406.577 195.691.864 € 2023 449 20.199.613 20.517.947 40.717.560 259.962.924 € Fonte: Sistan - MiC A seguito della riforma relativa all’organizzazione e al funzionamento dei musei statali, istituita con Decreto del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (MiBACT) del 23 dicembre 2014, a una serie di musei e altri luoghi di cultura statali italiani (il cui numero è progressivamente aumentato a seguito di successivi decreti) è stato conferito un nuovo regime di «autonomia speciale». Ciò ha determinato implicazioni significative sul piano finanziario, giuridico e della governance degli istituti12, nonché su temi importanti per la vita delle istituzioni come, per esempio, il progetto culturale e scientifico, il programma delle attività culturali ed espositive e le politiche tariffarie. I primi musei hanno iniziato a operare con il nuovo assetto giuridico nel 2016 e alla fine del 2023 gli istituti dotati di autonomia sono complessivamente 4413. Nel 2023, questi istituti dotati di autonomia registrano oltre 40milioni di visitatori, di cui la metà ‘paganti’, superando ampiamente i volumi di visita pre-pandemia (nel 2019 i visitatori erano 29,3milioni14), con una crescita del 26% rispetto al 2022. 10 Al lordo della quota spettante al concessionario del servizio biglietteria, dove presente. 11 Il dato relativo alle annualità 2022 e 2023 non comprende il Museo nazionale dell’Arte digitale, istituito con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 giugno 2021, n. 123, la cui apertura al pubblico è prevista per il 2026. 12 I musei autonomi sono dotati di propri bilanci (pur con alcuni limiti relativi, per esempio, al personale dipendente che rimane a carico del Ministero della Cultura per ciò che concerne i costi e l’inquadramento giuridico e contrattuale), sono guidati da un consiglio di amministrazione, controllati da un collegio di revisori dei conti e affiancati da un comitato scientifico. Le posizioni di direttore/direttrice sono assegnate con procedure di selezione rivolte a professionisti sia interni che esterni al Ministero della Cultura e aperte anche a stranieri. 13 Si segnala che con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 ottobre 2023, n. 167 (art. 1, c.3), confermato dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 marzo 2024, n. 57 (art. 24, c.3), il numero di istituti autonomi è stato incrementato a 60. 14 Il dato relativo al 2019 si riferisce tuttavia a soli 32 istituti.

32 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2024 Gli istituti statali autonomi: finanziamento statale (valori assoluti in euro, 2021-2023) ISTITUTO 2021 2022 2023 1 Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini15 0 0 0 2 Complesso moumentale della Pilotta 3.382.685,36 409.162,45 1.500.000 3 Galleria Borghese 3.877.091,79 1.326.284,99 122.976 4 Galleria dell’Accademia di Firenze 2.477.693,45 0 0 5 Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea 2.369.099,93 1.795.656 2.693.736 6 Galleria Nazionale delle Marche 1.182.839,47 1.141.775,88 1.250.000 7 Galleria Nazionale dell’Umbria 2.141.123,41 1.176.087 1.400.000 8 Gallerie degli Uffizi 5.168.638,25 0 0 9 Gallerie dell’Accademia di Venezia 4.264.123,71 219.672,25 1.558.960 10 Gallerie Estensi 1.199.407,36 1.518.849,81 1.400.000 11 Gallerie Nazionali d’Arte Antica 1.357.691,31 1.765.484,75 1.400.000 12 Musei del Bargello 1.374.259,20 1.805.156,43 1.400.000 13 Musei Reali 2.254.111,04 1.596.510,25 2.126.880 14 Museo Archeologico Nazionale di Cagliari 1.599.999,99 742.349 1.000.000 15 Museo Archeologico Nazionale di Napoli 2.184.407,36 1.759.720,94 1.783.557 16 Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria 1.082.839,46 1.038.356,25 1.000.000 17 Museo Archeologico Nazionale di Taranto 2.466.123,41 14.847 1.142.490 18 Museo delle Civiltà 2.182.839,46 5.762,50 1.350.000 19 Museo e Real Bosco di Capodimonte 3.579.285,38 2.245.190,75 3.166.262 20 Museo Nazionale d’Abruzzo 3.501.490,15 1.001.330,25 800.000 21 Museo Nazionale dell’Arte digitale 0 0 500.000 22 Museo Nazionale di Matera 2.259.999,99 1.504.046,50 1.952.269 23 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia 1.582.839,46 1.520.709,50 1.200.000 24 Museo Nazionale Romano 3.585.145,03 2.172.656,99 1.842.526 25 Museo Storico e Parco del Castello di Miramare 1.374.259,20 1.627.311,25 1.050.000 26 Palazzo Ducale di Mantova 2.404.691,31 566.928,28 1.400.000 27 Palazzo Reale di Genova 2.566.123,41 242.301,90 1.354.401 28 Palazzo Reale di Napoli 4.347.839,46 41.369,71 2.563.983 29 Parco archeologico dei Campi Flegrei 3.176.419,73 1.524.998,50 2.503.664 30 Parco archeologico del Colosseo 10.039.200,80 153.626,75 0 31 Parco archeologico dell’Appia antica 2.759.259,20 1.552.553 2.560.207 15 Per quanto riguarda la Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini si indica un valore del finanziamento pari a zero poiché nel periodo considerato l’istituto non afferiva alla Direzione generale Musei del Ministero della Cultura ed ha ricevuto finanziamenti riguardanti prevalentemente il funzionamento della Biblioteca.

33 PATRIMONIO CULTURALE I LUOGHI DEL PATRIMONIO 32 Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia 0 1.000.000 1.200.000 33 Parco archeologico di Ercolano 1.574.259,20 2.183.280,40 800.000 34 Parco archeologico di Ostia amtica 2.355.827,09 1.627.838,25 2.166.731 35 Parco archeologico di Paestum e Velia 4.519.259,20 0 1.444.783 36 Parco archeologico di Pompei 4.674.398,15 0 0 37 Parco archeologico di Sepino 0 1.128.941,94 800.000 38 Parco archeologico di Sibari 1.999.999,99 1.501.105,75 950.000 39 Pinacoteca di Brera 2.380.667,78 231.068,75 1.522.732 40 Pinacoteca di Siena 0 1.000.000 550.000 41 Pinacoteca Nazionale di Bologna 2.545.000 747.438,75 1.987.632 42 Reggia di Caserta 3.626.939,40 2.171.319,04 2.444.001 43 Villa Adriana e Villa d’Este 1.574.259,20 2.092.231,25 800.000 44 Vittoriano e Palazzo Venezia 3.423.971,02 1.726.572,06 1.087.273 Totale 110.416.108,11 45.878.495,07 57.775.063 Fonte: MiC, Direzione generale Musei Nel corso dell’ultimo triennio, gli istituti autonomi hanno beneficiato di un finanziamento statale che va dai 110,5 milioni del 2021 ai 57,8 milioni del 202316. 16 Nel 2021 e nel 2022, anni in cui le restrizioni dovute alla pandemia hanno drasticamente ridotto le entrate degli istituti autonomi, i finanziamenti erogati in favore dei musei sono stati ripartiti in maniera ‘orizzontale’ tenendo conto principalmente della complessità e del conseguente fabbisogno finanziario dei singoli istituti. Nel 2023, con la rapida ripresa dei flussi di visita e il conseguente aumento delle entrate, sono stati adottati criteri di ripartizione aggiuntivi che tengono conto anche della capacità di spesa e autofinanziamento, della situazione finanziaria e delle attività di valorizzazione dei singoli musei. Le risorse derivano principalmente da un apposito fondo di riequilibrio finanziario nel quale tutti i musei autonomi versano il 20% dei loro introiti da bigliettazione. Questi fondi vengono poi ripartiti secondo un principio di solidarietà finanziaria per il quale i musei più visitati (c.d. «grandi attrattori») sono «contributori netti» e ricevono pertanto minori risorse di quante ne versano; viceversa, i musei che registrano minori introiti economici usufruiscono di finanziamenti proporzionalmente maggiori (Fonte: Ministero della Cultura, Direzione generale Musei).

34 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2024 I VISITATORI Musei, monumenti e aree archeologiche: numero di ingressi (valori assoluti, 2020-2022) Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. Anno 2023 Musei, monumenti e aree archeologiche: ingressi per Regione (valori assoluti, 2020-2022) 2020 2021 2022 Abruzzo 163.183 193.221 439.254 Basilicata 169.226 210.626 311.079 Calabria 351.086 518.476 906.177 Campania 3.913.209 5.542.759 11.545.349 Emilia-Romagna 1.997.385 3.082.416 6.356.267 Friuli-Venezia Giulia 992.531 1.361.807 2.298.074 Lazio 6.819.686 7.989.801 25.803.001 Liguria 340.730 484.360 1.206.545 Lombardia 2.735.959 4.257.447 9.034.736 Marche 813.147 886.045 1.368.639 Molise 101.258 96.267 129.039 Piemonte 2.451.833 3.398.675 6.884.598 Puglia 360.856 604.019 1.091.492 Sardegna 682.242 1.074.438 1.868.448 Sicilia 2.041.555 2.920.161 5.566.072 Toscana 7.079.267 8.558.930 18.433.094 Trentino-Alto Adige 1.453.828 1.835.943 2.954.736 Umbria 674.388 1.340.806 1.906.823 Valle d’Aosta 411.550 511.677 1.152.773 Veneto 2.514.206 3.788.066 8.643.756 Italia 36.067.125 48.655.940 107.899.952 Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. Anno 2023 2 2 2 21 2 22 36. 67.125 48.655.94 1 7.899.952

35 PATRIMONIO CULTURALE I LUOGHI DEL PATRIMONIO Nel 2022 i luoghi del patrimonio italiani hanno registrato complessivamente 107,9 milioni di ingressi (di cui 77,1 milioni in siti di proprietà pubblica e circa 30,8 milioni in siti di proprietà privata), avvicinandosi ai volumi di pubblico raggiunti prima della pandemia da Covid-19, ma senza eguagliarli. Le Regioni con il maggior numero di ingressi nel 2022 sono state il Lazio, con circa 25,8 milioni di visitatori, e la Toscana, con circa 18,4 milioni. Luoghi della cultura statali: ingressi gratuiti e a pagamento e introiti da bigliettazione (valori assoluti e in euro, 2021-2023) Paganti Non paganti Totale Introiti lordi in euro17 2021 9.509.780 2.759.821 12.269.601 88.632.202 € 2022 22.203.057 12.571.198 34.774.255 234.591.133 € 2023 27.590.303 30.140.199 57.730.502 313.888.164 € Fonte: Sistan – MiC I luoghi della cultura statali non solo hanno registrato una netta ripresa rispetto al periodo di restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, i cui esiti hanno interessato anche l’annualità 2021, ma nel 2023 hanno raggiunto un numero di visitatori mai eguagliato nelle serie storiche. Nel 2023 si registra, infatti, un incremento percentuale di oltre il 4%, rispetto al 2018, anno che fece registrare il picco di visitatori in periodo prepandemico (36.372.386 ingressi). Musei, monumenti e aree archeologiche statali: andamento stagionale delle visite (valori assoluti, 2023) Fonte: MiC, Direzione generale Bilancio – Ufficio di Statistica In piena analogia con quanto rilevato negli anni precedenti, la distribuzionemensile degli ingressi nei siti culturali statali, nel 2023, mostra un fenomeno di concentrazione delle visite dalla primavera a inizio autunno, con picchi nei mesi di aprile, maggio, agosto e ottobre, mentre la quota più bassa di visitatori si registra nei mesi di gennaio e febbraio. 17 Al lordo dell’eventuale aggio spettante al concessionario del servizio di biglietteria, ove presente. 1.5 . 2. . 2.5 . Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic.

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