Conoscenza e tutela del patrimonio architettonico moderno e contemporaneo: esperienze a confronto

53 Come scrisse Lewis Mumford, nel 1931: «every generation revolts against its fathers and makes friends with its grandfathers» (Mumford 1931, p. 3). All’interno di una frattura storicamente riconosciuta, si evidenzia il conflitto tra un ricco e fertile dibattito storiografico, che si è allargato al di fuori dei tradizionali ambiti geografici, e la salvaguardia di un patrimonio che attende una valorizzazione culturale, ma che non risulta ancora di facile riconoscimento da parte del grande pubblico. Fanno eccezione al momento le opere delle cosiddette archistar, di più facile impatto mediatico. La memoria è oggettivamente indebolita da una condizione di eterno presente proposto come unica dimensione collettiva della vita quotidiana. Essa mette in crisi una delle parole chiave emerse dalla cultura della conservazione: il patrimonio culturale. La sua variabile interpretazione geografica è in conflitto con la sua universalizzazione. Le regole del tempo dovrebbero tenere conto dell’accelerazione progressiva che caratterizza il mondo contemporaneo e mediare con il processo di trasformazione culturale in corso. Al contrario, sarebbe più cogente una distanza in cui la tutela possa dialogare criticamente con la storia, evitando l’oblio della memoria e una ricerca del tempo perduto per l’architettura contemporanea (Archaeologies of the Contemporary Past 2001). Infine, l’assenza di una limitazione cronologica avvalora la teoria di Alois Riegl e lascia aperte le porte della conservazione. Time rules should take account of the progressive acceleration that is the mark of the contemporary world, and mediate with the process of cultural transformation taking place. To the contrary, a distance in which protection could dialogue critically with history, avoiding the oblivion of memory and a search for lost time for contemporary architecture, would be more binding (Archaeologies of the Contemporary Past 2001). Lastly, the absence of a chronological limitation substantiates Alois Riegl’s theory and leaves the doors of conservation open. This discrepancy requires a future that converges towards shared policies vis-à-vis a century marked by the trending internationalization process. But this is not what actually takes place. To paraphrase the principles of the dilation of gravitational time, time goes by at different speeds in different geographical regions of differing potential, and the work of a given architect comes up against different conservation policies in the world at the same time. The decision of whether or not a work has a historical and architectural value is implicitly comparative, and not merely a decision of classification. Today, the terms of comparison for twentieth-century architecture should, historiographically and geographically, be far broader. Una discrasia che necessità di un futuro convergente verso politiche condivise, nei confronti di un secolo contraddistinto dal tendenziale processo di internazionalizzazione. Ma così non è nella realtà. Parafrasando i principi della dilatazione del tempo gravitazionale, il tempo scorre a differenti velocità in regioni geografiche di diverso potenziale e l’opera di un medesimo architetto si confronta contemporaneamente con differenti politiche di conservazione nel mondo. La decisione se un’opera ha o meno un valore storico-architettonico è implicitamente comparativa, non meramente classificatoria, e oggi i termini di comparazione per l’architettura del Novecento dovrebbero essere storiograficamente e geograficamente molto più ampi.

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