Conoscenza e tutela del patrimonio architettonico moderno e contemporaneo: esperienze a confronto

64 negli archivi degli architetti è particolarmente utile in quanto mantiene traccia dei processi (la documentazione fotografica sul cantiere) o dei materiali nuovi e dei prodotti industriali, a volte caduti in disuso (documentati da schede tecniche e voci di capitolato). La grande entità ed eterogeneità dell’edilizia costruita nell’era post-industriale determina poi una serie di questioni, che in parte rientrano nell’impianto concettuale del restauro applicato all’antico, ma che in realtà pongono quesiti nuovi e di non facile soluzione. Il dibattito e la cresciuta consapevolezza del valore del patrimonio moderno, le esperienze dell’ultimo scorcio del Novecento, i restauri effettuati, le riflessioni teoriche e le analisi svolte hanno evidenziato da una parte la grande opportunità fornita dalla presenza di documentazioni progettuali, archivistiche e fotografiche, dall’altra alcuni problemi peculiari degli edifici moderni. Problemi che per grandi linee possono essere ricondotti alle tecniche e ai materiali utilizzati nella costruzione, spesso poco sperimentati, e quindi a molti edifici con errori di realizzazione, che hanno accentuato il degrado e che richiedono interventi di riprogettazione e di interpretazione del testo iniziale. Altri aspetti problematici sono legati alla rigidità degli impianti architettonici, che mal sopportano modifiche della destinazione d’uso, e all’adeguamento agli standard attuali che possono comportare trasformazioni radicali, snaturamenti e perfino distruzione dell’opera2. Un altro fattore ricorrente è costituito dall’uso moderno di materiali tradizionali o dall’utilizzo sperimentale errors, which accentuated decay and have required interventions to redesign and interpret the initial text. Other problematic aspects are connected to the rigidity of architectural structures with little tolerance for changes in intended use or for adjustment to current standards that can bring radical transformations, distortions, and even the destruction of the work2. Another recurring factor consists of the modern use of traditional materials or the experimental use of new, industrially produced materials (Materiali del moderno 2017), leading to a congenital fragility – a factor quite distant from the restoration problems posed by the large masonry structures of old. When considering the modern architectural language, the strong points doubtlessly include the lightness and transparency afforded by windows and doors and by façade cladding, which over time result in accelerated decay and in the consequent need to replace many parts of the building. Exemplary cases from the standpoint of method and of the types of questions dealt with notably include the Pirelli Tower, designed by Gio Ponti and Pier Luigi Nervi in the 1960s – a restoration that was done on the basis of a rigorously philological method, attentive on the one hand to the original materials and modes of construction, and on the other to adjusting the building to current standards3. Although this is not the place to summarize the multiple aspects of the theory and operative practice for protecting and conserving modern and contemporary Gio Ponti, Pier Luigi Nervi, Grattacielo Pirelli, 1955-1958, sezione trasversale generale fra i pilastri centrali, Milano, courtesy MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma, Collezioni MAXXI Architettura, Archivio Pier Luigi Nervi.

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