65 Ci sono imprese in cui un accurato disordine è il metodo buono. H. Melville, Moby Dick L’esperienza degli ultimi decenni in Italia ci ha ormai restituito un significativo numero di progetti riguardanti la valorizzazione del patrimonio culturale che, seppur validissimi sulla carta e ben sostenuti sotto il profilo finanziario, non hanno generato gli impatti auspicati in termini di ‘sviluppo locale’ sul territorio di riferimento. A titolo di esempio, solo una minima parte degli interventi di restauro di siti culturali aventi come obiettivo dichiarato non solo il loro recupero fisico ma anche l’attivazione di nuove destinazioni d’uso ha raggiunto gli obiettivi attesi, malgrado l’ingente entità di risorse destinate alla loro realizzazione, pari a circa 7 miliardi di euro solo nel periodo 2007-20201. Come risultato, circa il 70% dei 200.000 siti e spazi culturali di proprietà pubblica distribuiti su tutto il territorio nazionale2 attualmente giace vuoto, abbandonato o sotto-utilizzato malgrado strutturalmente recuperato e ‘pronto all’uso’: un numero probabilmente destinato ad aumentare se tra gli oltre 1.800 interventi su edifici e luoghi di valore storico-culturale e artistico finanziati con i fondi del PNRR attraverso il recentissimo bando Borghi Storici3 non tutti saranno coronati dal successo. Progetti, territori, comunità: il difficile rapporto con la complessità Damiano Aliprandi Fondazione Fitzcarraldo F. Milella, Il destino dei luoghi, «Il Giornale delle Fondazioni», 2018, <http://www.ilgiornaledellefondazioni.com/content/il-destino-dei-luoghi> consultato il 19/12/2022. Per un approfondimento sul fenomeno si rimanda a Fondazione Fitzcarraldo (a cura di), Rigenerare spazi dismessi. Nuove prospettive per la comunità, Fondazione CRC, Cuneo 2019, <https://www.fitzcarraldo.it/ricerca/pdf/rigenerare-spazi_pubblicazione.pdf> consultato il 19/12/2022. <https://www.beniculturali.it/comunicato/22491> consultato il 19/12/2022. 1. 2. 3.
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