Cantiere Città. Letture e strumenti per la città culturale.

66 Problemi di tecnica, problemi di approccio Insomma, qualcosa sembra che non stia funzionando a dovere. Capita, ad esempio, che un progetto venga semplicemente mal impostato o sia costruito in modo poco accurato. In altre situazioni, invece, alcuni fattori interni ed esterni colgono letteralmente alla sprovvista e rendono difficile, se non impossibile, seguire le traiettorie di sviluppo che l’idea progettuale aveva inizialmente tracciato, come i recenti eventi pandemici insegnano. Nel primo caso, la criticità è superabile affinando metodi e strumenti del project-making o affidandosi a soggetti terzi con competenze più strutturate e solide. Il secondo aspetto, invece, impone una riflessione non solo pratica ma anche teorica e strategica sull’effettiva applicabilità dell’approccio ‘a progetto’ a contesti caratterizzati da un elevato grado di complessità – e, quindi, di incertezza – come nel caso dei nostri territori. Fin dalla sua etimologia, il progetto rivela la sua caratteristica principale ma anche il suo più importante limite: pro-gettare, gettare avanti. Il progetto si radica nel tempo presente ma la sua ragion d’essere si situa nel futuro: ora si progettano le azioni che, nei mesi e anni a venire, dovranno contribuire al raggiungimento di obiettivi quali, per citare solo alcuni tra i più frequenti: contrastare l’invecchiamento demografico nelle valli o nelle aree interne o la fuga dei cervelli dalle città; incentivare il turismo internazionale o quello di prossimità; valorizzare il patrimonio culturale o le eccellenze enogastronomiche e artigianali del territorio; aumentare la coesione sociale delle comunità e migliorare i processi di integrazione e inclusione delle categorie fragili, ecc. La variabile ‘tempo’, com’è noto, riveste un ruolo centrale perché il progetto in quanto tale si caratterizza per una data precisa di inizio e di termine, una scadenza in corrispondenza della quale sarà possibile finalmente valutare i risultati raggiunti e gli eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi previsti. Tuttavia, tanto più l’orizzonte temporale di riferimento si allontana, tantomaggiore è il livello di complessità e incertezza che ci si trova ad affrontare. Sarà quindi relativamente più agevole prevedere l’esito delle mie azioni tra un mese che non tra un anno o cinque anni, poiché il numero di variabili e di fattori da prendere in considerazione, così come le loro potenziali interazioni, aumenta esponenzialmente con il crescere dell’arco temporale. Poiché i progetti di valorizzazione del patrimonio culturale si pongono generalmente obiettivi di sviluppo di medio-lungo termine, allora la capacità di governare tale condizione di incertezza, evitando di subirla passivamente, rappresenta una condizione imprescindibile per garantirne la reale efficacia. Non si tratta di prevedere il futuro con certezza – impresa impossibile visto che il futuro, per definizione, non esiste – quanto piuttosto di sviluppare progettualità che siano aperte, pronte alle sorprese e, per quanto possibile, preparate a gestirle4. R. Poli, Lavorare con il futuro. Idee e strumenti per governare l’incertezza, Egea Editore, Milano 2019. 4.

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