Sicurezza del patrimonio culturale. Rapporto finale.

34 Ricerca • Sicurezza del patrimonio culturale Rapporto di sintesi Nelle linee guida prodotte nell’ambito del progetto P.A.T.C.H. (Tav. 2) (Boldrini 2012), invece, si procede alla stima della vulnerabilità di alcune tipologie di oggetti d’arte. L’attenzione è focalizzata sul contenuto e non sul contenitore (es. vetrine/edificio) anche se si sottolinea che la vulnerabilità degli oggetti d’arte è legata sia al sisma che ai danni che l’edificio o il contenitore dell’oggetto d’arte in genere posso subire in caso di sisma. Prendendo in esame alcune categorie di oggetti d’arte, quali affreschi e dipinti, sculture e oggetti museali, dipinti su tela e delle icone, beni archivistici, si riporta una check list di elementi di possibile vulnerabilità facilmente osservabili senza ricorrere, almeno in una prima fase, a prove sperimentali né analisi approfondite e onerose sia in termini economici e di tempo. Comportamento sismico e modellazione Gli interventi di riduzione del rischio sismico devono prevedere lo studio sistematico del comportamento sismico non solo degli edifici che ospitano gli oggetti d’arte ma anche degli oggetti stessi. Se è vero che il crollo di un edificio può danneggiare gravemente gli oggetti d’arte ospitati al suo interno, è altrettanto vero che gli oggetti d’arte potrebbero non essere al sicuro, anche se l’edificio è stato costruito secondo standard antisismici o ha subito interventi di retrofit sismici tali da garantire elevati livelli di sicurezza in caso di sisma e limitare i danni alla struttura. L’assenza di consapevolezza di questa situazione potrebbe essere legata alla scarsità di documentazione dei danni subiti a seguito degli eventi sismici dagli oggetti d’arte, se confrontata con quella dei danni subiti dagli edifici. La comprensione della risposta sismica di piccoli oggetti deriva prevalentemente dalla fisica newtoniana, dalla cinematica dei corpi rigidi (Agbabian et al. 1990; Podany 2006) e da ricerche come quella dell’ingegnere JohnMilne (Milne 1898), della fine del XIX secolo. La cinematica del corpo rigido è stata introdotta negli anni Sessanta da George W. Housner (Housner 1962). Questo approccio, sebbene molto rivisitato da allora, è la base della maggior parte dei calcoli statici utilizzati per capire come gli oggetti d’arte possono rispondere alle azioni sismiche. Con riferimento ad un oggetto che si può assumere rigido che è appoggiato su un piano rigido orizzontale in movimento, si possono individuare tre risposte differenti: i) moto attaccato (per esempio in assenza di moto relativo), ii) moto di oscillazione; iii) moto traslatorio (o di scivolamento).

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