Cantiere Città. Letture e strumenti per la città culturale.

29 soggetto proponente. Per riuscire a implementare il programma, ma soprattutto per garantire un impatto all’evento e immaginare nuove politiche culturali, una città deve dotarsi di una struttura minima di gestione e spesso un piccolo Comune da solo non ha la possibilità di garantire queste competenze. La dimensione del soggetto proponente può condizionare la scelta del modello organizzativo spingendo verso la creazione di strutture nuove se il Comune che intende implementare la candidatura non è molto ampio. L’assetto organizzativo di partenza Le scelte organizzative delle città finaliste sono condizionate dall’assetto organizzativo di partenza. Se infatti la finalista già dispone di strutture/agenzie preesistenti con competenze simili a quelle richieste per la gestione della manifestazione la spinta a utilizzare tali strutture sarà molto elevata sia per ragioni di costo che di tempo. La loro assenza, invece, potrebbe spingere a crearne delle nuove. La presenza di un tessuto di attori culturali interessati a progettualità di comunità La possibilità di optare per un modello organizzativo nuovo e capace di includere nuovi stakeholder è condizionata non solo dalla volontà del Comune finalista, ma anche dalla presenza di un solido tessuto di attori culturali interessati a partecipare alla governance di tali strutture organizzative. La scelta di strutture già esistenti gestite esclusivamente dal Comune proponente a volte è legata non tanto dalla volontà di mantenere il totale controllo sull’iniziativa quanto dalla mancata disponibilità di attori culturali e sociali del territorio a partecipare alla gestione dell’evento. La scelta del modello organizzativo e di governance è una scelta condizionata quindi da numerosi aspetti e le possibili alternative sono numerose. Richiamando il contributo di Federico Caporale è possibile identificare tre principali macro-opzioni: • la gestione diretta da parte del Comune; • la costituzione o l’utilizzo di moduli organizzativi privatistici (società, fondazioni, ecc.) dotati di personalità giuridica, di autonomia finanziaria e contabile e di una più o meno ampia autonomia operativa, partecipati esclusivamente dall’amministrazione; • la costituzione di partenariati istituzionali, cioè di moduli organizzativi (società, fondazioni, consorzi, forme associative tra soggetti pubblici, ecc.) costituiti dall’ente locale e da soggetti privati e/o da altre pubbliche amministrazioni. Riprendendo i fattori descritti nel precedente paragrafo è possibile verificare in che modo ogni opzione risponde alle caratteristiche peculiari della città finalista (vedi tabella, p. 31). In particolare il modello della ‘gestione diretta’ tende ad affermarsi quando lamotivazione di fondo della candidatura è la volontà di acquisire maggiore visibilità e migliorare la reputazione; quando la spinta alla presentazione della candidatura è venuta dall’amministra-

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