Cantiere Città. Letture e strumenti per la città culturale.

102 delle forme giuridiche di partnership possibili, che siano solo pubbliche o pubblico-private. La scelta della migliore forma giuridica da adottare e del modello organizzativo in cui calarla deve però discendere da una fase preliminare di riflessione approfondita sugli obiettivi che i partner condividono. All’interno del percorso individuale per le città, quasi in tutti i casi abbiamo infatti dedicato uno dei tre workshop previsti a riaprire la discussione su tali obiettivi, ad approfondirli, a capire se ci fosse una vera condivisione riguardo alle priorità da affrontare. Se uno sforzo notevole per le amministrazioni è quello di riunire gli stakeholder intorno a un tavolo, ancora più complesso appare il compito di chiarire quali siano le finalità con cui i vari soggetti hanno scelto di intraprendere quel cammino insieme e quali siano i risultati che si aspettano dall’azione del nuovo soggetto comune. Al di là delle mode o della prevalenza temporanea di modelli e paradigmi, che indubbiamente esistono anche nel mondo delle politiche culturali, non è semplice individuare con esattezza le motivazioni per le quali le città cercano – e ottengono – il sostegno di altri partner per la gestione del patrimonio culturale. Abbiamo provato ad affrontare il tema declinando un piano strategico in maniera tradizionale, passando quindi da un obiettivo strategico a obiettivi operativi. Tra i traguardi prefissati dalle città sembrano rientrare unamigliore sostenibilità economico-finanziaria delle iniziative culturali, un allargamento del pubblico (qualitativo e quantitativo), una maggiore efficienza nella gestione del patrimonio culturale, una riqualificazione delle proposte turistiche. La volontà di creare una struttura di governance non sembra invece riguardare in primo luogo la gestione diretta del patrimonio, ad esempio dei singoli musei o delle reti museali, questione per cui le città devono avere già individuato soluzioni nel tempo. Dalle prime interlocuzioni è apparso necessario proseguire nei processi di confronto finalizzati ad ottenere maggiore approfondimento e dettaglio sugli obiettivi e un loro ranking, per gettare le basi di una partnership capace di lavorare nel tempo in maniera coesa e sinergica. La creazione di una partnership si configura come un processo complesso che richiede un impegno costante, risorse e tempi medio-lunghi. Per molte città la candidatura ha fornito un impulso significativo per raccogliere le forze del territorio e creare comitati promotori che possono rappresentare uno step funzionale a creare in seguito strutture permanenti. La riflessione sulla governance è solo uno dei modi in cui i centri affrontano il tema della rete. Nonostante il progetto Capitale italiana della cultura preveda come vincitrice un’unica città, o meglio, un’unica amministrazione2, il tema dell’amministrazione cittadina come centro delle relazioni fra una pluralità di soggetti e della città stessa come fulcro di un’area vasta è stato più volte discusso. Si tratta di reti fra istituzioni pubbliche, imprese e terzo settore, fra centro e altri quartieri della città, fra capoluogo e territorio. Pesaro con le città Bando per il conferimento del titolo di «Capitale italiana della cultura» per l’anno 2024, art. 2,1: «Possono candidarsi i Comuni, le Città metropolitane e le Unioni di Comuni». 2.

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