Rapporto delle attività. Anno 2019
È un laboratorio permanente dedicato a professionisti stranier i coinvolti nella gestione del patrimonio culturale. Si propone come iniziativa di aggiornamento professionale, attraverso la condivisione di conoscenze, esperienze, metodi e strumenti. Ogni edizione del programma circoscrive un’area geografica di provenienza dei partecipanti ed un ambito tematico. I partecipanti sono candidati al corso - di tipo residenziale - direttamente dagli organismi, attivi nella gestione del patrimonio culturale, presso i quali lavorano. La prima edizione del programma si concentra sulla gestione dei siti archeologici dell’area del Mediterraneo, col titolo Managing Mediterranean archaeological heritage: challenges and strategies . Archeologi, architetti, esperti museali e manager , dopo essersi presentati e conosciuti, hanno partecipato alla parte teorica del Programma, pensata su tre linee tematiche, spesso intersecate • conoscenza e tutela del patrimonio archeologico • tecnologia applicata a conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico • archeologia e sviluppo socio-economico. Si sono susseguite presentazioni su un vasto panorama di argomenti relativi alla conservazione, alla gestione e alla ricerca del patrimonio archeologico: l’ archeologia preventiva , la legislazione nazionale e gli standard internazionali sulla conservazione, la conservazione dei siti preistorici o dei reperti archeologici subacquei , la lotta al traffico illecito , le nuove forme di comunicazione e partecipazione . Fuori aula, i partecipanti hanno visitato alcuni complessi archeologici tra i più famosi al mondo come il Parco archeologico di Pompei e i monumenti e i musei del Parco archeologico del Colosseo, con l’opportunità di avere per guide i colleghi archeologi impegnati nei siti. International School of Cultural Heritage 2019 2020 raccolta adesioni attività formativa fieldwork In visita anche nei laboratori di alcune eccellenze italiane per conoscere le più moderne tecniche di analisi, diagnostica e monitoraggio dei beni culturali: i laboratori di restauro dell’Istituto Centrale per il Restauro e dell’Istituto Centrale per la Patologia degli archivi e del libro; i centri di documentazione presso l’Istituto Centrale Catalogo e Documentazione, il campus del Cultural Heritage Network dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’ENEA Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibili. L’occasione per discutere di comunicazione del patrimonio e new media si è avuta con le visite ai laboratori di Monterotondo del CNR, dove si sviluppano prodotti di alta tecnologia per favorire la fruizione dell’oggetto museale o del bene archeologico nel suo contesto e con le visite immersive e multisensoriali alle Domus Romane di Palazzo Valentini, al Museo dell’Ara Pacis, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e alla nuova Rinascente in via del Tritone. Due workshop per interrogarsi sul ruolo sociale dei musei , in collaborazione con ICOM, e sulla gestione del patrimonio archeologico diffuso , con alcune interessanti esperienze italiane.
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