80 Ricerca • Sicurezza del patrimonio culturale Rapporto di sintesi di dettaglio, con un prolungamento delle tempistiche sia di progettazione che di realizzazione. Per la progettazione e la realizzazione, i vari professionisti hanno cercato di evitare la realizzazione di interventi che rappresentassero un intralcio alla viabilità e al libero accesso dei mezzi necessari alle operazioni di soccorso o che fossero d’ostacolo ai successivi interventi per il recupero della struttura. Inoltre, sono stati impiegati materiali di facile reperibilità e si è puntato su opere di facile e rapida esecuzione. Per quanto riguarda invece la parte prettamente strutturale, è stato tenuto conto sia il comportamento statico sia quello dinamico dell’edificio. Come è stato già accennato, l’opera provvisionale mira a contrastare i meccanismi di danno in atto. Tale obiettivo è stato perseguito andando ad agire puntualmente sui singoli cinematismi realizzando interventi il più possibile scollegati tra loro, in modo tale da prevenire modifiche dello schema statico dell’edificio difficilmente prevedibili che potrebbero avvenire in caso di interventi globali35. Nello specifico, maggiore attenzione è stata posta ai meccanismi di ribaltamento fuori del piano delle pareti (di primo modo), essendo quelli che tendono ad attivarsi e a portare al collasso della struttura per azioni sismiche minori rispetto a quelli nel piano (di secondo modo). Gli interventi provvisionali per la messa in sicurezza rispetto ai meccanismi fuori piano sono stati eseguiti seguendo due tipologie di intervento: attraverso sistemi di puntellamento tradizionali con pali di legno finalizzati a ripristinare parzialmente la rigidezza della struttura e attraverso tirantature eseguite con funi d’acciaio o cerchiature con fasce in poliestere che collegano elasticamente i diversi blocchi rigidi individuati dall’attivazione del danno sismico che costituiscono la catena cinematica (Caso studio 15). Per contrastare i meccanismi di danno a taglio nel piano sono stati invece realizzati graticci lignei o fasciature. Per quanto riguarda invece i crolli per disgregazione delle murature a sacco o in pietra irregolare, con caratteristiche meccaniche molto basse, gli interventi applicati sono stati il rinzaffo superficiale con malte a base di calce idraulica naturale a rapido indurimento e ritiro ridotto (Caso studio 16). L’intervento veniva determinato sulla base dell’ingombro dell’opera, della facilità di posa e rapidità di rimozione, nonché della fattibilità vera e propria dell’intervento sulla base 35 Modena, Claudio, Filippo Casarin, Francesca da Porto, e Marco Munari. 2010. «L’Aquila 6th April 2009 Earthquake. Emergency and Post-Emergency Activities on Cultural Heritage Buildings». In Earthquake Engineering in Europe, a cura di Mihail Garevski e Atilla Ansal, 17:495–521. Geotechnical, Geological and Earthquake Engineering. Dordrecht: Springer Netherlands. http://link.springer.com/10.1007/978-90-481-9544-2_20.
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