79 Ricerca • Sicurezza del patrimonio culturale Rapporto di sintesi ii) la progettazione ed esecuzione delle opere provvisionali di messa in sicurezza delle strutture, sulla base degli esiti dei rilievi32. Il rilievo del danno è stato effettuato da squadre composte da tecnici della Soprintendenza, da funzionari dei Vigili del fuoco, da ingegneri strutturisti e, quando necessario, da un tecnico con competenza specifica sulla tipologia di beni culturali presenti nell'edificio, mediante l’utilizzo delle schede per chiese e palazzi33. Oltre all’anagrafica, al danno subito e allo stato di agibilità, nelle schede di rilievo del danno vengono richieste delle prime indicazioni sulle opere provvisionali di messa in sicurezza, utilizzate nella fase successiva al rilievo per la progettazione più di dettaglio e messa in opera, nella maggior parte dei casi, da parte dei Vigili del Fuoco. La fase della messa in sicurezza è stata per la prima volta ingegnerizzata sistematicamente a seguito del sisma del 2009, e successivamente meglio definita e consolidata con i terremoti successivi34. In particolare, sono state coinvolte principalmente tre figure: un funzionario del Ministero, un ingegnere strutturale e le squadre operative dei Vigili del Fuoco. La progettazione degli interventi di messa in sicurezza, essendo mirata a contrastare i meccanismi di collasso in atto, è stata basata sul quadro di danno presentato dall’edificio. La necessità di agire in modo rapido ed esteso ha portato all’elaborazione di una procedura standard per la progettazione e la realizzazione degli interventi. La procedura prevede che, dopo il sopralluogo e la compilazione delle schede di rilievo del danno, gli strutturisti delle squadre di rilievo elaborino una proposta di progetto da discutere con gli ingegneri del corpo dei Vigili del Fuoco, presso il Nucleo per il Coordinamento delle Opere Provvisionali (NCP). Sia per l’approvazione del progetto nei casi più problematici, che a valle dell’approvazione vanno effettuati ulteriori sopralluoghi a cui prendono parte sia gli ingegneri strutturisti che gli operatori dei Vigili del Fuoco, per trovare la soluzione migliore. Esulano da questo modus operandi casi particolarmente complessi e delicati, che richiedono una fase di studio più 32 Modena, Claudio, e Luigia Binda. 2009. «Edilizia storica monumentale. Salvaguardia degli edifici di interesse storico artistico nell’emergenza post-sisma». Progettazione Sismica 3: 107–15. Modena, Claudio, Francesca da Porto, Giulia Bettiol, e Marta Giaretton. 2012. «Edilizia storica monumentale. Salvaguardia degli edifici di interesse storico-artistico nell’emergenza post-sisma». Progettazione Sismica 3: 211–21. 33 Schede predisposte dalla Protezione Civile, entrate in vigore con il d.P.C.M. 23 febbraio 2006, Approvazione dei modelli per il rilevamento dei danni, a seguito di eventi calamitosi, ai beni appartenenti al patrimonio culturale e confermate dalla dir. del MiBACT 23 aprile 2015, Aggiornamento della direttiva 12 dicembre 2013, relativa alle «Procedure per la gestione delle attività di messa in sicurezza e salvaguardia del patrimonio culturale in caso di emergenze derivanti da calamità naturali». 34 Grimaz, Stefano, Petra Malisan, e Fabio Zorzini. 2018. «Short-Term Countermeasures for Securing Cultural Heritage Buildings during a Seismic Emergency. Enhancements from the 1976 Friuli Earthquake». Bollettino di Geofisica Teorica ed Applicata 59 (4): 559–74. https://doi.org/10.4430/bgta0219.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExODM2NQ==