Sicurezza del patrimonio culturale. Rapporto finale.

64 Ricerca • Sicurezza del patrimonio culturale Rapporto di sintesi dall’evento naturale, con la necessità di fornire immediatamente sia i servizi primari che una residenza temporanea, attività che hanno un notevole impatto sul territorio e sul paesaggio storico costruito. Nelle recenti vicende che hanno riguardato gli eventi sismici del 2016, la gran parte dei comuni del cratere erano ricompresi all’interno dei due Parchi Nazionali dei Sibillini e dei Monti della Laga: al loro interno sono stati realizzati innumerevoli insediamenti emergenziali nonostante questi territori presentassero un notevole interesse paesaggistico e ambientale e fossero oggetto di tutela. Per la realizzazione degli insediamenti residenziali temporanei e per la delocalizzazione dei servizi pubblici e delle attività economiche private si è dovuto pertanto fare ricorso a una serie di deroghe all’ordinamento nazionale e regionale in materia paesaggistica e ambientale, fatto salvo per i siti di interesse comunitario. Le esperienze compiute in questi anni per l’assistenza alla popolazione dopo un evento sismico, finalizzate a risolvere temporaneamente il problema abitativo, non si presentano sempre con le stesse modalità in quanto i territori colpiti sono diversi, con le proprie specificità. Nel 2009 all’Aquila si è dovuti intervenire con il progetto C.A.S.E (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) (Turino 2010) e con i M.A.P. (Moduli Abitativi Provvisori), in quanto il livello di danneggiamento del patrimonio edilizio era molto elevato e concentrato nella città capoluogo di regione. Nella gestione post-sisma dell’Italia centrale si è dovuto ricorrere in modo consistente all’utilizzo di soluzioni abitative emergenziali (S.A.E.) nelle zone epicentrali dell’Appennino, in quanto l’elevatissimo livello di danneggiamento e la distruzione di interi centri non ha consentito di ricorrere all’autonoma sistemazione. In entrambi i casi gli insediamenti hanno interessato aree sottoposte a vincoli ambientali e paesaggistici e la loro realizzazione è stata possibile solo facendo ricorso all’applicazione di deroghe all’ordinamento esistente con inserimenti a volte discutibili tenuto conto che, seppur annunciati come emergenziali, sono destinati a durare nel tempo e a produrre effetti irreversibili per il territorio interessato. Anche in questo caso sarebbe opportuno, da parte del Ministero della Cultura, di concerto con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e con la Conferenza delle Regioni, promuovere una ricerca per catalogare le esperienze effettuate sugli

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