Sicurezza del patrimonio culturale. Rapporto finale.

60 Ricerca • Sicurezza del patrimonio culturale Rapporto di sintesi • Dipendenza da valutazioni numeriche derivate da software di calcolo impostati su modelli validi per le nuove costruzioni, ma difficilmente adattabili alla eterogeneità delle strutture murarie storiche; • Direttiva subalterna alle NTC per la valutazione della sicurezza sismica sui beni monumentali; • Difficoltà a transitare verso una cultura della progettazione meramente prestazionale, in cui sia lasciata responsabilità al progettista la giusta valutazione della sicurezza sismica relativa al contesto storico-architettonico e alla destinazione d’uso; • Assenza di un sistema integrato per la conservazione e gestione della considerevole mole di dati digitali finora raccolti relativi ai materiali conservati in archivi, magazzini, collezioni e musei; • Assenza di un catalogo dei danni subiti dai beni mobili; • Assenza di una repository nazionale nella quale archiviare e rendere accessibili in modalità aperta i prodotti della ricerca (letteratura grigia, dati grezzi e/o elaborati) nonché i progetti di intervento di mitigazione del rischio sismico effettuati sia su edifici di interesse culturale che sui beni mobili; • Assenza di linee guida specifiche per i beni mobili; • Necessità di promuovere indagini sui materiali specifiche per i beni mobili e utilizzare modelli per valutarne la risposta sismica che tengano conto di imperfezioni o fessure presenti sull’oggetto d’arte che lo rendono più vulnerabile alle azioni sismiche; • Gli oggetti d'arte sono spesso posizionati su blocchi assemblati per motivi estetici e per migliorare la visibilità. Il comportamento di questi assemblaggi all'interno delle vetrine e i loro effetti sugli oggetti d'arte non sono stati studiati, così come si è riscontrata una carenza di studi specifici relativi a vetrine mobili con contenuti fragili e a sistemi a rulli su cui vengono appesi i dipinti. Obiettivi perseguibili: • Revisione delle attuali Norme Tecniche per le Costruzioni (e Direttiva) che diano maggiore autonomia al MIC nella valutazione della sicurezza sismica sui beni culturali; • Privilegiare metodologie di calcolo riferibili ad approcci noti all’interno del campo della scienza delle costruzioni: progetto elaborato, caso per caso, partendo dalle tecnologie e dal funzionamento strutturale storico rilevato; • Promuovere una cultura dell’intervento partendo dal ripristino dei collegamenti e riparazione dei danni con tecniche che riprendano e migliorino la tecnica costruttiva dell’edificio (manutenzione con interventi locali), lasciando valutazioni più complesse per gravi difetti dell’originaria concezione strutturale o in presenza di forte degrado;

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