Sicurezza del patrimonio culturale. Rapporto finale.

20 Ricerca • Sicurezza del patrimonio culturale Rapporto di sintesi complesso campo di applicazione dei beni culturali, in essa si legge quanto sia necessario, pertanto, seguire anche percorsi alternativi o integrativi dei procedimenti di calcolo, adottando il metodo induttivo-qualitativo (diagnostica intuitiva) e non solo quello deduttivo-quantitativo. Per assicurare la qualità del progetto occorre dunque lasciare spazio alla ricerca storica e all’osservazione, affinché gli elementi qualitativi che ne derivano possano consentire di individuare parametri di calcolo appropriati e aderenti rispetto alla costruzione storica, così da rendere sempre più attendibili le verifiche tecniche e le scelte progettuali effettuate. L’approccio del ‘miglioramento’, inteso come innalzamento del livello di sicurezza, quindi non è solo un accorgimento normativomesso in atto per evitare interventi troppo invasivi, tali da compromettere il rispetto di fondamentali richieste di conservazione, ma è il modo più appropriato di operare normalmente dal punto di vista della meccanica delle strutture. Esso è in grado di garantire prestazioni strutturali che, considerato anche l’elevato livello d’incertezza che caratterizza il tema della sicurezza strutturale degli edifici storici (in tutti i suoi aspetti, compresa la definizione delle condizioni che caratterizzano i vari stati limite), possono essere non sostanzialmente diverse da quelle formalmente attese con interventi inquadrabili nell’ambito dell’adeguamento. La criticità ancora attuale che si evince all’interno del panorama normativo italiano riguarda in particolar modo gli interventi di miglioramento sismico su edifici storici con funzioni rilevanti o strategiche. Il raggiungimento di livelli di sicurezza sismica molto elevati e quasi prossimi all’adeguamento, richiesti dal d.m. del MIT 17 gennaio 2018 (MIT 2018), spesso risultano non conciliabili con i criteri di conservazione, obbligando a un’attenta valutazione della sicurezza che può anche contemplare la sotto classificazione della destinazione d’uso dell’edificio a favore di un trasloco delle funzioni strategiche verso altre strutture più recenti o di nuova costruzione. La comparazione con altri paesi europei in termini di principali riferimenti normativi e buone pratiche Nel panorama normativo europeo non si evidenziano codici di grande rilievo contenenti specifici indirizzi tecnici per la riduzione della vulnerabilità sismica degli edifici di interesse culturale, ad eccezione della Direttiva italiana (MiBACT SG 2010) che viene spesso ‘esportata’ oltre il territorio nazionale come riferimento normativo in molti progetti di ricerca su cantieri pilota. La Commissione Europea, sensibile al tema della prevenzione da diversi rischi ambientali che possono compromettere la salvaguardia del patrimonio culturale europeo, promuove la formazione della comunità scientifica

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