Sicurezza del patrimonio culturale. Rapporto finale.

16 Ricerca • Sicurezza del patrimonio culturale Rapporto di sintesi degli elenchi delle medesime zone che, fino al 1998 era attribuita al Ministro dei lavori pubblici, fu trasferita alle Regioni, mentre allo Stato competeva la definizione dei criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e le norme tecniche per le costruzioni nelle medesime zone - art. 93, comma 1, lett. g). La suddetta competenza statale fu poi trasferita mediante il d.lgs. 30 luglio 1999, n. 300 (d.lgs. 300/1999) alla neofita Agenzia di protezione civile e, riattribuita al Dipartimento della protezione civile con il d.l. 7 settembre 2001, n. 343 (d.l. 343/2001) convertito con modificazioni dalla l. 9 novembre 2001, n. 401 (L. n. 401/2001). A seguito del terremoto di Mw 6.5 (I0=IX-X) che colpì il Friuli-Venezia Giulia il 6 maggio 1976 e del terremoto di Mw 6.9 (I0=X) che colpì l’Irpina il 23 novembre 1980, il CNR propose al Governo una prima proposta di classificazione sismica sulla base di studi di carattere sismologico effettuati all’interno del Progetto finalizzato “Geodinamica”. Tale proposta fu tradotta in una serie di decreti del Ministero dei lavori pubblici approvati tra il 1980 e il 1984, costituendo di fatto la classificazione sismica italiana fino al 2002, anno in cui i territori al confine fra il Molise e la Puglia furono colpiti dal terremoto verificatosi tra il 31 ottobre e il 2 novembre con Mw 6.0 (I0=VIII-IX) noto per il crollo della scuola a San Giuliano di Puglie in cui persero la vita 27 bambini e una maestra a seguito del crollo di una scuola primaria. Per far fronte alle sopraggiunte necessità alla necessità di aggiornamento della classificazione sismica e delle norme antisismiche, la Protezione civile adottò l’o.P.C.M. 20 marzo 2003, n. 3274 (o.P.C.M. n. 3274/2003) Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. Di fatto l’o.P.C.M. n. 3274/2003 stabilì i criteri per l’individuazione, formazione e aggiornamento delle zone sismiche, l’introduzione di una quarta zona a bassa sismicità, con una classificazione di tutto il territorio nazionale come sismico, e la sua suddivisione in 4 zone, caratterizzate da pericolosità sismica decrescente. Inoltre, con l’o.P.C.M. 3274/2003 fu reso obbligatorio il calcolo semiprobabilistico agli stati limite e l’analisi dinamica con spettri di risposta, recependo a pieno per la prima volta i contenuti degli Eurocodici (Norme europee per la progettazione nel settore delle costruzioni, contenenti criteri di calcolo comuni e adottabili anche all’estero). Il d.m. del MIT 14 gennaio 2008, Norme Tecniche per le Costruzioni (MIT 2008) entrato in vigore il 1° luglio 2009 a seguito del terremoto di Mw 6.1 (I0=XI) che colpì L’Aquila il 6 aprile 2009, nonostante qualche dettaglio superato, rappresenta un pieno recepimento degli Eurocodici, espressamente richiamati come norme utilizzabili in Italia. Esso ribadisce la centralità del metodo semiprobabilistico agli stati limite nella verifica della sicurezza delle costruzioni. Il metodo delle tensioni

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