Sicurezza del patrimonio culturale. Rapporto finale.

10 Ricerca • Sicurezza del patrimonio culturale Rapporto di sintesi modulata sulle nuove costruzioni (‘adeguamento sismico’), ha portato alla realizzazione di interventi molto invasivi e spesso lesivi delle peculiarità materiche e formali del bene oggetto di tutela, realizzati affinché gli edifici fossero ‘a norma’ più che per effettive necessità. Le difficoltà oggettive di applicare alcune disposizioni normative, troppo specifiche, ai complessi storici, affiancate spesso da un eccessivo timore reverenziale nei confronti del monumento, ha in molti casi fatto preferire la logica del ‘non-intervento’, attraverso il ricorso sempre più frequente alla ‘deroga’. Numerosi episodi hanno evidenziato l’elevata vulnerabilità delle strutture storiche, sulle quali non è stato posto in atto alcun intervento di protezione, nei confronti di eventi quali terremoti o incendi, con danni consistenti anche a fronte di situazioni di non particolare gravità. L’adozione negli ultimi decenni del ‘miglioramento sismico’ per gli edifici d’interesse culturale, se da una parte ha in molti casi evitato operazioni invasive e non corrette, ha purtroppo anche portato a progettare interventi di consolidamento senza una reale dimostrazione della loro efficacia e della sicurezza sismica conseguita. Il miglioramento sismico è stato, di fatto, troppo spesso inteso come una scorciatoia o un alibi per evitare di eseguire un’attenta valutazione della sicurezza sismica con la conseguenza di mettere in serio pericolo la conservazione stessa del bene culturale. I rischi connessi con la realizzazione d’interventi definiti in maniera empirica senza alcuna valutazione del reale comportamento strutturale del bene sono, infatti, facilmente intuibili: interventi sottostimati che mettono a rischio la salvaguardia delle persone e la tutela stessa del complesso monumentale, degli apparati decorativi presenti e degli oggetti in esso custoditi o, al contrario, interventi sovrastimati e invasivi a danno della conservazione dell’integrità e originalità del sistema costruttivo storico con un notevole aumento dei costi economici. I terremoti che si sono succeduti negli ultimi anni, a partire da quello che ha colpito l’Umbria e le Marche nel 1997, hanno messo in evidenza i limiti e i danni provocati da tale modo di operare. Il senso d’insicurezza e sfiducia nei confronti della resistenza delle costruzioni alle azioni sismiche e, soprattutto, il forte stato emotivo per il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia nel 2002, hanno portato a una revisione generale

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