Lamisurazione quantitativa e l’utilizzo di dati affidabili si rivelano elementi sempre più strategici per il monitoraggio e l’analisi dell’offerta e della partecipazione culturale, per il supporto ai processi decisionali e per l’attuazione di politiche pubbliche efficaci. Per questo, la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali ha scelto di dedicare studi, ricerche e contenuti formativi al tema delle statistiche culturali. Se il volume Come si misura la cultura? Il manuale per navigare tra dati, fonti, indicatori – pubblicato a novembre 2022 – hamesso ordine tra le fonti statistiche disponibili in Italia sulla cultura, a partire da luglio dello stesso anno il corso multimediale Le statistiche culturali ha offerto, a studenti e professionisti del settore, uno strumento per comprendere le potenzialità delle rilevazioni statistiche e per imparare a riconoscere i dati attendibili. A scala internazionale, l’aggiornamento del dossier italiano del Compendium of Cultural Policies and Trends è stato, a giugno 2022, l’occasione per raccogliere i principali dati in ambito culturale e artistico, in un database condiviso con altri 44 Paesi. È in questo contesto che la Fondazione ha accolto l’invito a collaborare con la Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura, condividendo il progetto per la riedizione, aggiornata nella forma e nei contenuti, di Minicifre della cultura. Esito di un intenso e partecipato percorso di ricerca, l’edizione 2023 rende disponibili, in questo volume e in un sito web dedicato¹, i principali dati statistici, gli indicatori e le informazioni che documentano l’andamento e le trasformazioni in corso nel settore culturale in Italia negli anni compresi tra il 2018 e il 2022. Il raggio di osservazione è ampio come lo è il concetto stesso di cultura, per sua natura impossibile da costringere in recinti stagni, caratterizzata da ibridazioni e rapidimutamenti:dal patrimonioculturalealla produzione artistica e performativa; dall’editoria alle biblioteche e agli archivi; dalla formazione all’occupazione; dalle fonti di finanziamento al rapporto tra benessere, salute e cultura. Il nostro augurio è che Minicifre della cultura non solo sia lo spazio in cui navigare tra i dati e le informazioni, ma diventi un vero e proprio strumento di lavoro per interrogarsi sulle traiettorie da percorrere e da indagare, anche a livello statistico. Si pensi, per esempio, alla creazione artistica e alla produzione culturale nativamente digitali; alle nuove forme di partecipazione e di consumo culturale; alle trasformazioni in corso nel mercato del lavoro, in particolar modo in quello 1 <minicifre.cultura.gov.it>
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