184 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2023 Negli ultimi decenni in ambito internazionale si è sviluppato un dibattito sulla necessità di individuare uno strumento da affiancare agli indicatori economici tradizionali (per esempio il Prodotto Interno Lordo - PIL) che permettesse di misurare il benessere dei Paesi tenendo conto anche degli aspetti legati alle dimensioni sociale, ambientale e culturale. Muovendo da queste premesse, in Italia il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) e l’Istituto nazionale di statistica (Istat) hanno costituito nel 2010 il Comitato di indirizzo sulla misura del progresso della società italiana. Composto da rappresentanze delle parti sociali e della società civile in costante collaborazione con una commissione scientifica di esperti, il comitato ha lavorato all’individuazione di un insieme condiviso di indicatori utili a monitorare lo stato di benessere del nostro Paese. Ciò ha consentito all’Italia di dotarsi – anche tramite un processo di consultazione pubblica – di uno degli strumenti più innovativi al mondo per misurare le condizioni economiche, sociali e ambientali del Paese, per informare i cittadini e per indirizzare le decisioni politiche: il Benessere equo e sostenibile (BES). Il BES si compone di dodici domini che tengono conto sia degli aspetti che hanno un impatto diretto sul benessere umano e sull’ambiente, sia degli elementi funzionali al miglioramento delle condizioni della collettività, ovvero: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi. L’Italia, inoltre, è il primo Paese che, collegando tali indicatori alla programmazione economica e di bilancio, attribuisce loro un ruolo nell’attuazione e nel monitoraggio delle politiche pubbliche. Con la Legge 4 agosto 2016, n. 16, è stato stabilito, infatti, che una selezione di indicatori BES debba essere incorporata nel ciclo di programmazione economico-finanziaria.
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