Minicifre della cultura. Edzione 2023

Una raccolta di dati statistici sulla cultura per gli anni 2018-2022

2023 Ministero della Cultura Via del Collegio Romano 27 00186 Roma EDIZIONE CARTACEA ISBN 9788894317756 EDIZIONE DIGITALE ISBN 9788894317763 SITO WEB minicifre.cultura.gov.it I testi sono rilasciati con licenza Creative Commons Attribution ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0: https:// creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ legalcode). La licenza consente di condividere i contenuti con qualsiasi mezzo e formato, di modificare i contenuti per qualsiasi fine, anche commerciale, purché sia inserita una menzione di paternità adeguata, sia fornito un link alla licenza, sia indicato se sono state effettuate delle modifiche e i materiali modificati siano distribuiti con la stessa licenza dei contenuti originari.

A CURA DI Ministero della Cultura Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali con Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali

Minicifre della cultura. Edizione 2023 è un progetto del Ministero della Cultura realizzato da Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura con Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali RACCOLTA ED ELABORAZIONE DATI Ministero della Cultura, Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali - Servizio I CLES srl e PTS SpA Coordinamento Alessandro Leon, Alfredo Valeri, CLES srl Angela Tibaldi, PTS SpA Gruppo di lavoro Ottone Ovidi, CLES srl Viola Suzzani, Riccardo Pasquali, PTS SpA PROGETTAZIONE BANCA DATI E VISUALIZZAZIONE WEB UPTOEARTH ITALIA srl Giovanni Borga, Federica D’acunto, Giovanni Didonna, Filippo Iodice, Giusy Zollerano PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Tipiblu.com EDITING Chiara Braidotti COORDINAMENTO Ministero della Cultura, Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali Andrea De Pasquale, Direttore generale Alessandra Franzone, Dirigente Servizio I - Ufficio Studi Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Alessandra Vittorini, Direttore Marcello Minuti, Coordinatore generale COMITATO DI COORDINAMENTO Ministero della Cultura, Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali Elisabetta Borgia, Responsabile Ufficio Educazione, formazione e ricerca, Servizio I - Ufficio Studi Silvia Rossi, Responsabile U.O. Scuole di formazione MiC - percorsi formativi preruolo, Servizio I - Ufficio Studi Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Alessandra Ferrighi, Responsabile Area Ricerca Elena Pelosi, Esperta in politiche culturali Valeria Volpe, Esperta in politiche culturali Alfredo Giacchetto, Segreteria organizzativa REFERENTI SCIENTIFICI Annalisa Cicerchia, Università di Roma Tor Vergata Antonio Taormina, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

Minicifre della cultura riprende, non solo nella denominazione, il progetto curato dall’Ufficio studi del Segretariato Generale, le cui competenze sono transitate oggi in quelle del Servizio I della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali. L’iniziativa, quindi, ridà avvio alla pubblicazione che, dal 2009 al 2014, aveva proposto e illustrato in modo sintetico ed efficace dati di notevole interesse per conoscere la vita e le attività legate al patrimonio culturale su scala nazionale, a cura dell’allora Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il nuovo progetto di studio e ricerca è scaturito dall’esigenza di raccogliere e condividere dati relativi alla produzione, alla salvaguardia, alla valorizzazione, alla gestione e alla diffusione della cultura in Italia in un momento storico senza precedenti, quello degli anni dal 2018 al 2022, fortemente caratterizzato da una crisi sanitaria che ha di fatto modificato e innovato processi di offerta e di fruizione del settore. La nuova edizione di Minicifre, dunque, offre una vasta panoramica delle attività connesse al settore culturale, integrando i dati raccolti in un quadro generale di analisi scientifica ed economica, grazie a un accurato lavoro di raccordo promosso dal Ministero della Cultura. L’edizione 2023, realizzata dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura con Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, si arricchisce della collaborazione di esperti e si avvale del prezioso contributo delle Direzioni generali e degli Istituti del Ministero della Cultura, di enti pubblici e privati di settore, di enti di ricerca e di testate giornalistiche con conseguente incremento di valore e di crescita del progetto in sé. Con una sostanziosa pubblicazione cartacea e una piattaforma di consultazione online, Minicifre della cultura ha l’obiettivo, ambizioso, di fornire a studiosi, esperti, operatori del settore, cittadini e semplici curiosi un’agile rassegna critica in grado di restituire l’estrema vivacità culturale del nostro Paese in una dimensione organica. Le “cifre”, presentate su scala sia nazionale che regionale, sono in gran parte attinte da fonti edite, ma non mancano dati inediti del Ministero della Cultura, frutto di un’operazione di raccolta e di elaborazione effettuata dall’amministrazione. Numerosi sono gli spunti di riflessione offerti da tali cifre, soprattutto quando esse vengono affiancate dai dati sui consumi culturali. In filigrana, è agevole scorgere auspicabili sviluppi nelle politiche pubbliche anche a favore delle filiere economiche collegate al settore, come il turismo culturale e le industrie culturali e creative. La trasversalità degli ambiti e della tipologia dei dati proposti rispecchia la grande varietà dei settori di competenza del Ministero della Cultura e delle attività crea-

tive e culturali in Italia e conferma l’interesse della pubblica amministrazione di raggiungere ampie platee di portatori di interesse, siano essi operatori di settore o semplici cittadini, per condividere conoscenza, promuovere il coinvolgimento e favorire lo sviluppo di reti collaborative tra enti pubblici e privati che operano nel mondo della cultura. La nuova edizione conferma il ruolo centrale ed essenziale del Ministero della Cultura nelle politiche pubbliche di settore e ne ribadisce l’impegno nel proseguire un complesso lavoro di raccolta, analisi e revisione critica dei propri ambiti di intervento, in un processo di costante aggiornamento di pratiche e di modalità di condivisione, in grado di stimolare riflessioni sulla situazione odierna, in vista del suo sviluppo futuro. Andrea De Pasquale Direttore generale Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura

Lamisurazione quantitativa e l’utilizzo di dati affidabili si rivelano elementi sempre più strategici per il monitoraggio e l’analisi dell’offerta e della partecipazione culturale, per il supporto ai processi decisionali e per l’attuazione di politiche pubbliche efficaci. Per questo, la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali ha scelto di dedicare studi, ricerche e contenuti formativi al tema delle statistiche culturali. Se il volume Come si misura la cultura? Il manuale per navigare tra dati, fonti, indicatori – pubblicato a novembre 2022 – hamesso ordine tra le fonti statistiche disponibili in Italia sulla cultura, a partire da luglio dello stesso anno il corso multimediale Le statistiche culturali ha offerto, a studenti e professionisti del settore, uno strumento per comprendere le potenzialità delle rilevazioni statistiche e per imparare a riconoscere i dati attendibili. A scala internazionale, l’aggiornamento del dossier italiano del Compendium of Cultural Policies and Trends è stato, a giugno 2022, l’occasione per raccogliere i principali dati in ambito culturale e artistico, in un database condiviso con altri 44 Paesi. È in questo contesto che la Fondazione ha accolto l’invito a collaborare con la Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura, condividendo il progetto per la riedizione, aggiornata nella forma e nei contenuti, di Minicifre della cultura. Esito di un intenso e partecipato percorso di ricerca, l’edizione 2023 rende disponibili, in questo volume e in un sito web dedicato¹, i principali dati statistici, gli indicatori e le informazioni che documentano l’andamento e le trasformazioni in corso nel settore culturale in Italia negli anni compresi tra il 2018 e il 2022. Il raggio di osservazione è ampio come lo è il concetto stesso di cultura, per sua natura impossibile da costringere in recinti stagni, caratterizzata da ibridazioni e rapidimutamenti:dal patrimonioculturalealla produzione artistica e performativa; dall’editoria alle biblioteche e agli archivi; dalla formazione all’occupazione; dalle fonti di finanziamento al rapporto tra benessere, salute e cultura. Il nostro augurio è che Minicifre della cultura non solo sia lo spazio in cui navigare tra i dati e le informazioni, ma diventi un vero e proprio strumento di lavoro per interrogarsi sulle traiettorie da percorrere e da indagare, anche a livello statistico. Si pensi, per esempio, alla creazione artistica e alla produzione culturale nativamente digitali; alle nuove forme di partecipazione e di consumo culturale; alle trasformazioni in corso nel mercato del lavoro, in particolar modo in quello 1 <minicifre.cultura.gov.it>

delle imprese culturali e creative. Sono tutti ambiti che si evolvono rapidamente e rispetto ai quali sempre più si rendono necessarie basi informative affidabili, continuative e adattive. Siamo certi che questo volume, agile nella restituzione grafica e ricco nei contenuti, possa essere una guida utile al servizio dei professionisti della cultura, dei decisori politici, della comunità scientifica e di tutti coloro che desiderino reperire informazioni quantitative sull’ambito culturale in Italia. Vincenzo Trione Presidente Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Alessandra Vittorini Direttore Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali

PREFAZIONE 14 GUIDA ALLA LETTURA 17 1 PATRIMONIO CULTURALE 21 I LUOGHI DEL PATRIMONIO 23 IL PATRIMONIO UNESCO IN ITALIA 33 LE POLITICHE PUBBLICHE 35 2 BIBLIOTECHE E ARCHIVI DI STATO 39 LE BIBLIOTECHE 41 GLI ARCHIVI DI STATO 48 3 ARTI VISIVE E PLASTICHE, ARCHITETTURA CONTEMPORANEA E DESIGN 55 LE ARTI VISIVE E PLASTICHE 57 L’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA 62 IL SISTEMA DESIGN 64 LA BIENNALE DI VENEZIA 65 LE POLITICHE PUBBLICHE 67 4 EDITORIA E STAMPA 71 LA PRODUZIONE LIBRARIA E IL MERCATO EDITORIALE 73 L’INDUSTRIA DEI QUOTIDIANI E DEI PERIODICI 84 LE POLITICHE PUBBLICHE 86 5 SPETTACOLO 89 IL CINEMA E L’AUDIOVISIVO 91 LO SPETTACOLO DAL VIVO 98 LA MUSICA REGISTRATA, LE EDIZIONI MUSICALI E L’HOME VIDEO 106 LA RADIO E LA TV 109 I VIDEOGIOCHI 113 I PUBBLICI DELLO SPETTACOLO 114 INDICE

6 FORMAZIONE E OCCUPAZIONE IN CULTURA 121 LA FORMAZIONE UNIVERSITARIA 125 L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA 131 GLI ISTITUTI TECNOLOGICI SUPERIORI - ITS ACADEMY 133 LA FORMAZIONE EROGATA DAL MINISTERO DELLA CULTURA 135 LE POLITICHE PUBBLICHE NAZIONALI PER LA FORMAZIONE ALLA CULTURA 138 L’OCCUPAZIONE 144 7 RISORSE ECONOMICHE PER LA CULTURA 157 LA SPESA PUBBLICA IN CULTURA 161 I PROGRAMMI DI FINANZIAMENTO EUROPEI 168 LE RISORSE PRIVATE PER LA CULTURA 173 LA SPESA DELLE FAMIGLIE IN CULTURA 176 LE POLITICHE PUBBLICHE NAZIONALI 178 8 BENESSERE, CULTURA E SALUTE 183 LA CULTURA NEL BES 186 APPENDICE I 190 APPENDICE II 192 APPENDICE III 194 GLOSSARIO DEI TERMINI 196

14 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2023 PREFAZIONE Fra le politiche e i dati c’è un rapporto stretto e significativo. Le une e gli altri si evolvono, intrecciandosi, in una dinamica che abbraccia la lettura delle domande e dei bisogni, la conoscenza delle risorse, la progettazione dei processi, la scelta degli obiettivi, il monitoraggio, la verifica, e la valutazione dei risultati. È così – e inmodo sempre più chiaro – anche per i settori culturali e per le politiche che li governano. Da quando, a metà degli anni Ottanta del secolo scorso, l’Unesco ha proposto un primo quadro di riferimento statistico per la cultura, è andata infatti crescendo la domanda di informazioni affidabili, pertinenti, tempestive, e dettagliate su cose e beni, servizi, attività, persone e organizzazioni, pratiche, atteggiamenti, processi creativi e produttivi, occupazione, gestione, formazione, tutela e valorizzazione, innovazione, saperi e tecnologie e molto altro. Nel 1999, la comunità internazionale degli operatori e degli studiosi venne convocata dalla Banca Mondiale a Firenze sotto il motto «La cultura conta»¹, che sottendeva la necessità che la cultura, fin dove lecito e possibile, accettasse anche di essere contata. Occorreva dare un impulso alla ricerca e alla messa a punto di strumenti condivisi e armonizzati, sensibili, efficaci e adeguati alla natura complessa e speciale dei fenomeni culturali da osservare. Era, quella, una condizione essenziale per sostenere il processo di avvicinamento della cultura, dai margini della società, dove visioni semplicistiche e riduzionistiche centrate sul primato della economia l’avevano relegata, al suo centro, al suo cuore. Sono passati quasi venticinque anni da allora e, soprattutto in Europa e in Italia, la cultura ha saputo guadagnare il riconoscimento che merita, sia per il suo valore intrinseco, sancito dalla nostra Carta costituzionale, sia per la sua capacità di essere veicolo e strumento di progresso autentico e di sviluppo sostenibile, coesione e inclusione sociale e fattore insostituibile di benessere degli individui e delle comunità. Nel frattempo, l’esigenza di disporre di dati e strumenti statistici è emersa in tutta la sua complessità e urgenza a livello nazionale e sovranazionale. La stessa Com1 «La cultura conta: i finanziamenti, le risorse e l’economia della cultura per uno sviluppo sostenibile” è il tema del Convegno di Firenze, promosso nell’ottobre del 1999 dalla Banca Mondiale, dall’UNESCO e dal governo italiano. L’evento ha rappresentato il momento del riconoscimento e della consacrazione ufficiale da parte delle più importanti autorità politiche ed economiche – alle soglie del terzo millennio – del ruolo determinante della cultura nell’ambito di una strategia mondiale tesa a coniugare sviluppo economico e sviluppo sociale». Cfr. <https://www.treccani.it/enciclopedia/cultura_%28Enciclopedia-del-Novecento%29/> consultato il 06/10/2023.

15 missione europea, quando ha varato il programma Creative Europe 2014-2020 per i settori culturali e creativi, ha indicato tra le quattro sfide da affrontare la scarsità di dati comparabili in campo culturale, segnalando la conseguente difficoltà di individuare i problemi e la loro portata e di sviluppare politiche basate sull’evidenza. Quando vengono affrontati questi temi, ricorre, quasi retoricamente, l’aforisma coniato daWilliamEdwards Deming «senza dati sei solo un’altra persona con un’opinione», che restituisce una visione inoppugnabile nella sua linearità; se riferita al settore culturale, dà altresì luogo a diverse inferenze. Il campo di osservazione comprende una molteplicità, non solo di domini e tipologie di attività, ma anche una pluralità di fonti tra loro non interrelate sia sul versantemetodologico sia nella diffusione dei dati. Un panorama informativo dalle ampie risorse all’interno del quale non è sempre facile orientarsi – peraltro nessuna fonte è a tutti gli effetti esaustiva – che, relativamente agli strumenti di indagine adottati, inevitabilmente presenta disallineamenti tra i diversi domini. Il progetto di ricercaMinicifre della cultura, che ricomprende questa pubblicazione, pone in primo piano i dati quantitativi forniti dalle istituzioni statistiche ufficiali, integrandoli con elementi provenienti da altre fonti; persegue con successo l’obiettivo di proporre una rappresentazione del settore culturale organica, approfondita. Delinea unmodello di aggregazione e interpretazione dei dati e delle informazioni statistiche rispondente alle esigenze conoscitive di istituzioni, imprese e operatori; va sottolineato che l’insufficienza di dati attendibili e comparabili rappresenta uno dei limiti che si incontrano nella progettazione e dunque nelle attività di gestione, della cultura. Il progetto definisce rotte di navigazione riconoscibili e ripercorribili, gettando le basi per un lavoro permanente di monitoraggio utile e necessario per valutare gli andamenti e prefigurare sviluppi e prospettive del nostro sistema culturale. Non di meno, la pubblicazione degli esiti della ricerca, svolgendo una funzione divulgativa, facilita l’accesso dei diversi pubblici della cultura all’informazione e alla conoscenza. Il prodotto editoriale Minicifre della cultura, semplice e utilissimo, del quale il Ministero della Cultura aveva intuito la rilevanza con grande anticipo sui tempi, torna ora disponibile in una veste rinnovata e ampliata. Un contributo alla comprensione di quanto sia grande, profondo, ricco e vario il mondo dei settori culturali, dagli archivi alle biblioteche, dal patrimonio tangibile e intangibile alle arti performative, dal cinema, alla radio, alla televisione, dal libro alla musica, alla pittura, alla scultura e all’architettura. Un mondo che è al tempo stesso una risorsa straordinaria per il Paese e una creatura delicata e bisognosa di cura e sostegno continuo e attento, attraverso politichemirate, anche grazie a un sistema di statistiche che èmaturato e che offrirà al lettore più di qualche piacevole sorpresa. Annalisa Cicerchia Università di Roma Tor Vergata Antonio Taormina Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

17 GUIDA ALLA LETTURA Minicifre della cultura. Edizione 2023 è articolato in otto capitoli, ognuno dei quali corrisponde a un raggruppamento tematico scelto tra i domini culturali del quadro statistico europeo¹. Lì dove necessario, questi ultimi sono stati riarticolati e suddivisi in sotto domini, secondo criteri che il gruppo di lavoro ha stabilito in accordo con i referenti scientifici di progetto. Per ciascun dominio e sotto dominio culturale è presentata una selezione ragionata di dati derivanti da rilevazioni statistiche ufficiali – che hanno le caratteristiche proprie dell’accuratezza, della ripetitività e della stabilità nel tempo – integrando eventuali lacune con quelli provenienti da indagini condotte da enti, istituzioni e osservatori di settore. All’interno dei capitoli si è cercato di mantenere una struttura sostanzialmente omogenea, nonostante le significative differenze che contraddistinguono i singoli ambiti culturali. Una breve introduzione fornisce le coordinate per orientarsi nella lettura, mentre la restituzione dei dati è affidata a grafici e tabelle, sempre accompagnati dalla fonte di riferimento e da brevi commenti testuali. Al lettore si offre così la possibilità di navigare tra i dati e gli indicatori che documentano l’offerta e la domanda nel settore culturale e le informazioni quantitative relative alle principali politiche pubbliche attuate nell’arco temporale considerato: il quinquennio 2018-2022. Questo ampio orizzonte temporale permette di ricostruire un quadro d’insieme completo, all’interno del quale scorgere le forti dinamiche trasformative che hanno caratterizzato l’offerta e la domanda in cultura e orientato gli interventi di natura pubblica prima, durante e dopo gli anni segnati dalla pandemia da Covid-19. L’orizzonte geografico prevalente è il perimetro nazionale. Sono presentati, tuttavia, anche dati a scala macro-regionale e regionale, quando si è ritenuto interessante osservare più da vicino variabili ed evoluzioni nei singoli contesti territoriali. Minicifre della cultura vuole essere quindi uno strumento il più possibile intuitivo ed efficace, per leggere l’andamento della domanda, le variazioni dell’offerta e i principali interventi pubblici in ognuno degli otto ambiti culturali indagati. 1 ESSnet-CULTURE, European Statistical System Network on Culture, FINAL REPORT, 2—12.

PATRIMONIO CULTURALE I LUOGHI DEL PATRIMONIO 23 I musei, i monumenti e le aree archeologiche 28 Gli istituti statali autonomi 29 I visitatori IL PATRIMONIO UNESCO IN ITALIA 33 I siti patrimonio mondiale dell’umanità 34 Il patrimonio culturale immateriale LE POLITICHE PUBBLICHE 35 La tutela dei beni immobili pubblici 36 La catalogazione dei beni culturali 36 La circolazione di beni culturali mobili 37 La repressione degli illeciti sui beni culturali 37 Il Piano Nazionale di Digitalizzazione

22 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2023 Inteso come insieme di artefatti fisici e attributi immateriali di una comunità, ereditati da generazioni passate, mantenuti nel presente e salvaguardati per il futuro, il patrimonio culturale può essere anche una risorsa economica, un’attrazione turistica, un fattore d’identità e un elemento di coesione sociale. L’obiettivo di questo capitolo è presentare una selezione ragionata di dati che permetta al lettore di ricostruire il contesto e delineare un quadro di sintesi sull’offerta, sulla domanda e sulle politiche pubbliche di un ambito vasto ed eterogeneo. Sono stati, per questo, presi in considerazione i dati sui luoghi del patrimonio¹, sulle mostre temporanee e sui siti e gli elementi iscritti nelle Liste della United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (Unesco) del patrimonio mondiale e del patrimonio immateriale. Le variabili osservate sono, da una parte, quelle relative alla distribuzione sul territorio nazionale, alla titolarità e ai servizi offerti e, dall’altra, quelle che permettono di ricostruire l’andamento dei flussi di visita e le caratteristiche dei visitatori. Allo stesso modo, si riportano informazioni e dati sulle attività di tutela, catalogazione e circolazione dei beni culturali e di repressione degli illeciti in riferimento ai beni culturali mobili ed immobili. Uno spazio è riservato, infine, al Piano Nazionale di Digitalizzazione, con il quale il Ministero della Cultura (MiC) definisce la strategia e le linee di indirizzo per attuare il processo di trasformazione digitale nel settore culturale. Le fonti di riferimento derivano principalmente da indagini condotte dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dall’Ufficio di Statistica del Ministero della Cultura, in collaborazione con le Regioni e le Province autonome. 1 Sono inclusi in questa definizione le aree e i parchi archeologici, i monumenti, i circuiti museali, i complessi monumentali, altre strutture permanenti che conservano ed espongono al pubblico beni o collezioni d’interesse storico-artistico e culturale. Sono esclusi, invece, gli istituti che espongono esclusivamente specie animali e vegetali viventi (come orti botanici, acquari, ecoparchi e giardini zoologici), luoghi nei quali si effettuano solo esposizioni temporanee, musei diffusi, musei digitali e gallerie d’arte di natura commerciale.

23 PATRIMONIO CULTURALE I LUOGHI DEL PATRIMONIO I LUOGHI DEL PATRIMONIO I MUSEI, I MONUMENTI E LE AREE ARCHEOLOGICHE Musei, monumenti e aree archeologiche aperti al pubblico per Regione (valori assoluti, 2021) Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. Anno 2 Molise Basilicata Valle d'Aosta Abruzzo Puglia Calabria Friuli-Venezia Giulia Liguria Umbria Trentino-Alto Adige Campania Sicilia Marche Sardegna Veneto Lazio Piemonte Lombardia Emilia-Romagna Toscana 511 424 373 352 298 28 265 254 22 199 183 161 156 145 134 131 84 46 42 34 22 Nel 2021 risultavano aperti al pubblico 4.292 musei e altri luoghi espositivi, pubblici e privati, statali e non, secondo le rilevazioni di Istat, Ministero della Cultura, Regioni e Province autonome, aventi come oggetto tutti i luoghi della cultura permanenti e visitabili in Italia.

24 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2023 Luoghi del patrimonio per tipologia (valori percentuali, 2021) Per quanto riguarda i musei, i musei archeologici erano 536 (il 16% del totale), i musei di etnografia e antropologia 432 (il 13%), quelli d’arte dal periodomedioevale all’Ottocento 419 (12,5%), quelli che conservano arte moderna e contemporanea 355 (11%), quelli storici 284 (9%), quelli di storia naturale/scienze naturali 262 (8%), quelli di religione e culto 254 (8%). Le case della memoria/case museo erano 135 (4%), i musei di scienza e tecnica 90 (3%) e quelli industriali/d’impresa 98 (3%). Musei, monumenti e aree archeologiche: titolarità per Regione (valori assoluti e percentuali, 2021) PUBBLICA PRIVATA DI CUI STATALE DI CUI ENTE LOCALE Abruzzo 68 12 49 16 Basilicata 27 17 8 15 Calabria 91 2 65 43 Campania 122 53 47 77 Emilia-Romagna 261 26 2 4 163 Friuli-Venezia Giulia 99 8 78 46 Lazio 23 87 117 68 Liguria 1 1 13 79 55 Lombardia 227 22 183 146 Marche 19 14 169 64 Molise 28 11 16 6 Piemonte 186 15 145 166 Puglia 8 17 49 51 Sardegna 2 5 17 17 6 Sicilia 168 63 52 Toscana 312 53 215 199 Trentino-Alto Adige 9 52 93 Umbria 112 12 94 49 Valle d’Aosta 27 9 19 Veneto 184 17 133 96 Italia 2.8 8 414 1.945 1.484 Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. Anno 222 78% Musei, raccolte e gallerie 15% Monumenti e complessi monumentali 7% Siti, aree e parchi archeologici

25 PATRIMONIO CULTURALE I LUOGHI DEL PATRIMONIO In generale, i luoghi del patrimoniomappati sono situati per il 46%nel Nord Italia, per il 29%nel Centro e per il 26%nel Sud e nelle Isole. Nel Centro-Nord prevalgono i musei, le raccolte e le gallerie (77%); nel Centro-Sud e nelle Isole, invece, le aree e i parchi archeologici (78%). Il 65% dei musei, dei monumenti e dei siti archeologici italiani è di proprietà pubblica, con una netta prevalenza di quelli afferenti agli enti locali (in particolare ai Comuni) che sono 1.945, circa cinque volte il numero degli istituti statali (414). Il 44% dei luoghi del patrimonio può essere visitato gratuitamente, mentre nel 56% dei casi sono previste modalità di ingresso a pagamento. Musei, monumenti e aree archeologiche: dotazione unità di personale per istituto per Regione (valori medi, 2018-2021) Molise Marche Abruzzo Calabria Puglia Sardegna Umbria Valle d’Aosta Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Veneto Toscana Basilicata Piemonte Lazio Trentino-Alto Adige Sicilia Lombardia Campania Italia Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. Anno 222 L’assetto organizzativo dei luoghi italiani del patrimonio in termini di dotazione di personale mostra una distribuzione piuttosto squilibrata. Quasi la metà delle realtà (45%) dispone di un numero di operatori compreso fra 1 e 5, il 32% tra 6 e 15 e solo il 16% delle strutture ha oltre 15 addetti². Tra i vari servizi offerti ai visitatori, la maggior parte degli istituti organizza visite guidate (l’83% nel 2021) e propone un programma di didattica museale rivolto ai bambini. Gli istituti che offrono tali servizi sono raddoppiati nel tempo, passando 2 Secondo la rilevazione campionaria dell’Istat rientrano in questa definizione tutti gli addetti interni del museo/luogo della cultura e di eventuali imprese o enti esterni che vi collaborano anche in modo non continuativo o a tempo parziale. Sono inoltre compresi tutti i volontari e gli operatori del servizio civile nazionale. 19 11 16 15 14 14 13 12 11 1 1 9 8 7 7 7 7 7 7 6 4

26 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2023 dal 20%nel 2018 al 41%del 2021. In quattro spazi culturali su dieci vengono organizzate mostre ed esposizioni temporanee e proposti eventi tematici in presenza, quali convegni, conferenze e seminari. Musei, monumenti e aree archeologiche: servizi per l’accessibilità (valori percentuali, 2021) Servizi igienici a norma per le persone con disabilità 68% Rampe, cunei e/o scivoli, ascensori o piattaforme elevatrici 62% Segnaletica esterna e/o interna chiara e leggibile e corredata di pittogrammi 46% Pavimenti antiscivolo e/o antiriflesso 35% Assistente dedicato durante la visita 1 % Percorsi e programmi di visita dedicati a persone con disabilità cognitive 11% Percorsi tattili e/o carte con disegni a rilievo, cataloghi e/o pannelli esplicativi in braille, ecc. 1 % Mappe tattili orientative, fisse e/o portatili, degli spazi fisici della struttura 8% Video in Lingua dei segni italiana (LIS) dotati anche di sottotitoli in italiano e voce narrante 4% Mappa e percorsi con i simboli della Comunicazione aumentativa e alternativa (CAA) 2% Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. Anno 222 L’accessibilità da parte dei fruitori con disabilità o mobilità ridotta rimane una questione problematica: se mediamente sette strutture su dieci sono dotate di servizi igienici a norma e sei su dieci di dispositivi (rampe, piattaforme, ascensori, eccetera) per superare eventuali dislivelli, meno dellametà ha predisposto una segnaletica chiara e leggibile. Solamente un istituto su dieci offre assistenza dedicata con personale specializzato durante la visita e percorsi e programmi pensati per persone con disabilità cognitiva. Tali servizi tendono a concentrarsi nelle Regioni del Centro-Nord.

27 PATRIMONIO CULTURALE I LUOGHI DEL PATRIMONIO Musei, monumenti e aree archeologiche: apparati e servizi digitali (valori percentuali, 2021) Hanno un account sui social media 66% Hanno una sala video/multimediale 38% Hanno una connessione Wi-Fi gratuita 37% Hanno un video e/o touch screen 31% Hanno un QR Code e/o sistemi di prossimità (Bluetooth, Wi-Fi, ecc.) 28% Hanno cataloghi del patrimonio in formato digitale 26% Hanno un servizio di biglietteria online 22% Hanno supporti multimediali (allestimenti interattivi, ricostruzioni virtuali, realtà aumentata, ecc.) 22% Organizzano convegni, conferenze e seminari online 22% Organizzano mostre e/o tour virtuali online 21% Hanno applicazioni per smartphone e tablet 18% Organizzano visite guidate online e/o modalità alternative online di visita del museo/istituto 18% Hanno tablet a disposizione del pubblico 8% Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. Anno 222 Per rafforzare le relazioni, in presenza o da remoto, con le diverse tipologie di pubblico, le tecnologie digitali svolgono un ruolo fondamentale per tutte le organizzazioni culturali. Nell’ultimo triennio, soprattutto a seguito della pandemia da Covid-19, i luoghi del patrimonio hanno scelto di investire in servizi e attività di natura digitale. I tassi di crescita più evidenti si registrano nella quota di istituti che hanno provveduto a digitalizzare i cataloghi (+13%), a dotarsi di profili sui social network (+12%) e attivare connessioni Wi-Fi e sistemi di prossimità (+12%).

28 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2023 GLI ISTITUTI STATALI AUTONOMI Istituti statali autonomi: ingressi nei musei, monumenti e aree archeologiche (valori assoluti, 2018-2021) Ingressi a pagamento Ingressi non a pagamento Totale ingressi Introiti lordi in euro 2018 18.139.864 12.417.632 3 .557.496 184.458.572,18 2019 18.3 8.971 11. .336 29.3 9.3 7 197.828.272,34 2020 3.966.792 4.122.591 8. 89.383 4 .25 .393,85 2021 6.633.874 4.4 9.496 11. 43.37 69.986.779,1 Fonte: Ufficio Statistica del MiC A seguito della riforma delll’organizzazione e del funzionamento dei musei statali, istituita con DecretoMinisteriale 23 dicembre 2014, è stato conferito un nuovo regime di «autonomia speciale» ad alcuni musei e altri luoghi di cultura statali italiani, il cui numero si è progressivamente accresciuto a seguito di successivi decreti. Ciò ha determinato implicazioni significative sul piano finanziario, giuridico, gestionale, scientifico e culturale degli istituti³, nonché sulla programmazione delle attività culturali ed espositive e la sostenibilità economico-finanziaria legata alle politiche tariffarie. Tale riorganizzazione dell’assetto giuridico è entrata a regime nel 2016. Alla fine del 2021 gli istituti dotati di autonomia erano complessivamente pari a 44⁴. Di essi viene presentato in alto un prospetto riepilogativo, relativo all’andamento di visitatori e introiti nel periodo 2018-2021, nel quale inevitabilmente si nota l’impatto della pandemia. 3 In estrema sintesi, i musei autonomi sono dotati di propri bilanci (pur con alcuni limiti relativi, per esempio, al personale dipendente che rimane a carico del MiC per ciò che concerne i costi e l’inquadramento giuridico e contrattuale), guidati da un consiglio di amministrazione, controllati da un collegio di revisori dei conti e affiancati da un comitato scientifico. Le posizioni di direttore/direttrice sono assegnate con procedure di selezione rivolte a professionisti sia interni che esterni al Ministero della Cultura e aperte anche a stranieri. 4 Per l’elenco degli istituti statali autonomi si rimanda all’Appendice I, pag. 19—.

29 PATRIMONIO CULTURALE I LUOGHI DEL PATRIMONIO I VISITATORI Musei, monumenti e aree archeologiche: numero di ingressi (valori assoluti, 2018, 2019, 2021) Nel 2021 sono stati registrati 48,6 milioni di ingressi (di cui 33 milioni in siti di proprietà pubblica e 15,7milioni in siti di proprietà privata), con una riduzione di circa il 63% rispetto ai numeri raggiunti prima della pandemia da Covid-19 (130 milioni del 2019). Questo dato documenta la gravità degli effetti prolungati della pandemia, con la chiusura temporanea dei luoghi della cultura e la riduzione dei viaggi, che hanno impattato significativamente in un contesto come quello italiano, nel quale il turismo culturale straniero è particolarmente consistente. Musei, monumenti e aree archeologiche: ingressi per Regione (valori assoluti, 2018-2021) 2018 2019 2021 Abruzzo 312.975 4 7.398 193.221 Basilicata 466.752 613.113 21 .626 Calabria 1.236.675 1.151.41 518.476 Campania 15.19 . 11 13.151.344 5.542.759 Emilia-Romagna 6.386.842 6.868.833 3. 82.416 Friuli-Venezia Giulia 2.851.312 2.974.694 1.361.8 7 Lazio 28.245.944 33. 14.629 7.989.8 1 Liguria 1.622.884 1.568.138 484.36 Lombardia 9.574.489 1 .254. 52 4.257.447 Marche 1.6 6.728 2. 18. 67 886. 45 Molise 114.954 162.753 96.267 Piemonte 7.784.853 7.327.285 3.398.675 Puglia 1.574.439 1.483.568 6 4. 19 Sardegna 2.219.616 2.395.659 1. 74.438 Sicilia 7.621.529 6.657.459 2.92 .161 Toscana 23.641.462 24. 93.298 8.558.93 Trentino-Alto Adige 4. 22.493 3.644.754 1.835.943 Umbria 1.786.528 1.472.152 1.34 .8 6 Valle d’Aosta 833.239 91 .531 511.677 Veneto 11.546.197 9.777.83 3.788. 66 Italia 128.639.922 129.946.967 48.655.94 Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. 2 18 2 19 2 21 3 . . 6 . . 9 . . 12 . . 15 . . 128.639.922 129.946.967 48.655.94

30 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2023 Musei, monumenti e aree archeologiche: variazione percentuale degli ingressi, 2019-2021 Legenda Variazione maggiore del 7—% Variazione fra il 7— e il 6—% Variazione fra il 5— e il 6—% Variazione fra il 5— e il 4—% Variazione minore del 4—% -52% -65% -54% -57% -55% -54% -75% -69% -58% -56% -4 % -53% -59% -55% -56% -64% -49% -8% -43% -61% Fonte: Istat, Indagine sui musei e le istituzioni similari. Anno 222 Musei, monumenti e aree archeologiche statali: andamento stagionale delle visite (valori assoluti, 2021) Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Sett. Ott. Nov. Dic. 5 . 1. . 1.5 . 2. . 2.5 . 3. . 2 8.472 381.369 111.933 1 4.78 1. 4.928 1.465.866 2.3 5. 57 2.914. 48 2.428.841 2.468.338 1.781.772 1.623.196 Fonte: MiC La distribuzione degli ingressi nei siti culturali statali rivela una spiccata concentrazione stagionale nel periodo estivo, con una significativa crescita dei flussi a partire dalla fine di aprile, il raggiungimento del picco massimo ad agosto e una decrescita progressiva dagli inizi del mese di settembre. La quota più bassa di visitatori nel 2021 è stata registrata nel mese di aprile.

31 PATRIMONIO CULTURALE I LUOGHI DEL PATRIMONIO I dieci luoghi della cultura statali più visitati (valori assoluti, 2020-2021) 2™2™ 2™21 ISTITUZIONE INGRESSI ISTITUZIONE INGRESSI Gallerie degli Uffizi 1.2 6.175 Gallerie degli Uffizi 1.721.637 Parco archeologico del Colosseo 1. 85.695 Parco archeologico del Colosseo 1.689.269 Parco archeologico di Pompei 6 3.422 Parco archeologico di Pompei 1. 43.214 Galleria dell’Accademia di Firenze 319.451 Galleria dell’Accademia di Firenze 446.32 Reggia di Caserta 296.577 Museo delle Antichità Egizie 398.883 Museo delle Antichità Egizie 241.139 Reggia di Caserta 35 .776 Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo 219.844 Villa Adriana e Villa D’Este 282.383 Villa Adriana e Villa d’Este 219.428 Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo 239.678 Galleria Borghese 153. 68 Galleria Borghese 23 . 62 Parco archeologico di Paestum e Velia 144.183 Parco archeologico di Paestum e Velia 216.822 Fonte: MiC Nella classifica sono posti a confronto i dieci luoghi della cultura che hanno registrato il maggior numero di ingressi tra 2020 e 2021. Le due prime posizioni sono saldamente occupate dalle Gallerie degli Uffizi e dal Parco archeologico del Colosseo, ciascuno dei quali ha superato abbondantemente il milione di visitatori anche nel 2020, malgrado le restrizioni a seguito della pandemia da Covid-19. Le dieci mostre con biglietto dedicato più visitate (valori assoluti, 2022) INGRESSI TITOLO DELLA MOSTRA CITTÀ SEDE DATE 8 . Biennale Arte 2022. Il latte dei sogni Venezia Sedi varie (Giardini della Biennale e Arsenale) 23/4/2227/11/22 235. 5 Klimt. La Secessione e l’Italia Roma Museo di Roma Palazzo Braschi 27/10/2127/3/22 168.337 Sebastião Salgado. Amazônia Roma MAXXI 1/10/2121/8/22 14 . Jago. The exhibition Roma Palazzo Bonaparte 12/3/2228/8/22 12 . Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi Genova Palazzo Ducale 11/2/2222/5/22 97.463 Keith Haring Pisa Palazzo Blu 13/11/2118/4/22 94.175 Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo Milano Mudec 1/2/2113/2/22 8 .337 Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento Veneziano Milano Palazzo Reale 23/2/225/6/22 7 .394 Joaquín Sorolla. Pittore di luce Milano Palazzo Reale 25/2/2226/6/22 69.742 Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta. Violenza e seduzione nella pittura tra Cinquecento e Seicento Roma Palazzo Barberini 26/11/2127/3/22 Fonte: “Il Giornale dell’Arte”, 2—23

32 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2023 Persone che hanno visitato musei o mostre e aree archeologiche o monumenti almeno una volta nell’ultimo anno (persone di 6 anni o più, valori percentuali, 2018-2022) Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie: aspetti della vita 2018 2019 % 1 % Legenda 6-24 anni 25-44 anni 45-64 anni 65 anni o più Media 2018 2019 2020 2021 2022 2018 2019 2020 2021 2022 % 1 % 2 % 3 % 4 % 5 % % 1 % 2 % 3 % 4 % 5 % AREE ARCHEOLOGICHE/MONUMENTI 27,4% 27,4% 25,3% 1 ,3% 2 ,7% 2018 2019 2020 2021 2022 2018 2019 2020 2021 2022 % 1 % 2 % 3 % 4 % 5 % % 1 % 2 % 3 % 4 % 5 % 2018 2019 2018 2019 % 1 % 2 % 3 % 4 % 5 % % Legenda 6-24 anni 25-44 anni 45-64 anni 65 anni o più Media MUSEI/MOSTRE 31,7% 31,8% 27,3% 8,9% 22,6% quotidiana Le indagini annuali dell’Istat sulla partecipazione culturale dei residenti in Italia descrivono un quadro tutt’altro che roseo⁵. Se prima della pandemia la quota di popolazione residente che aveva visitato un museo o una mostra almeno una volta nell’ultimo anno si attestava intorno al 32%, nel 2022 essa è scesa a poco più del 22%, con tassi dimezzati ulteriormente fra le persone con più di 65 anni e fra i residenti nelle Regioni del Sud. Per i monumenti e le aree archeologiche la situazione non è migliore: la percentuale di residenti in Italia che li ha frequentati almeno una volta è variata dal 27,4% del 2019 al 20,7% del 2022. 5 L’Indagine multiscopo sulle famiglie: aspetti della vita quotidiana dell’Istat consente annualmente di monitorare l’andamento relativo alla frequenza di fruizione dei luoghi della cultura da parte della popolazione residente di 6 anni e più.

33 PATRIMONIO CULTURALE IL PATRIMONIO UNESCO IN ITALIA I SITI PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITÀ L’Italia rimane, anche nel 2023, il Paese con il maggior numero di siti iscritti nella Lista del patrimoniomondiale dell’Unesco⁶: 59 su 1.199, di cui 489 solo in Europa. Nella classifica dei Paesi con il maggior numero di siti Unesco, seguono la Cina, con 57 siti, la Germania e la Francia, entrambe con 52, e la Spagna, con 50. Nuovi siti italiani iscritti nella Lista del patrimonio mondiale (2018-2021) Sito Anno iscrizione Ivrea, città industriale del XX secolo 2 18 Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene 2 19 I portici di Bologna 2 21 Grandi città termali d’Europa 2 21 Cicli di affreschi del XIV secolo di Padova 2 21 Fonte: Unesco Nella tabella in alto sono rappresentati i nuovi siti italiani iscritti dal 2018 nella Lista Unesco. 6 Sono definiti beni patrimonio mondiale dell’umanità quei prodotti dell’opera dell’uomo o della natura in possesso di un eccezionale valore universale per l’intera umanità. Possono essere siti culturali, siti naturali e/o siti seriali e transnazionali. Per essere iscritti nella Lista Unesco, ciascun Paese firmatario della Convenzione per il patrimonio mondiale propone la candidatura argomentata di propri beni. Le candidature ammissibili vengono annualmente esaminate dal Comitato del patrimonio mondiale che delibera sulla loro iscrizione. IL PATRIMONIO UNESCO IN ITALIA

34 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2023 IL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE Il nostro Paese può vantare la presenza di 16 elementi del patrimonio immateriale Unesco sui 677 riconosciuti nel mondo, 189 dei quali situati nel continente europeo. Questi elementi sono attinenti almeno a uno dei cinque settori nei quali, secondo la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale⁷ (ratificata dall’Italia nel 2007), si manifesta la rappresentatività della diversità e della creatività umane: espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo, artigianato tradizionale. Nuovi elementi italiani iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale (2018-2022) Elemento Anno iscrizione L’arte dei muretti a secco 2 18 Transumanza 2 19 Alpinismo 2 19 Perdonanza celestiniana 2 19 L’arte musicale dei suonatori di corno da caccia 2 2 L’arte delle perle di vetro 2 2 Falconeria 2 21 Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenza e pratiche tradizionali 2 21 La tradizione dell’allevamento dei cavalli Lipizzani 2 22 Fonte: Unesco Nella tabella sono rappresentati i nuovi elementi italiani di patrimonio immateriale iscritti dal 2018 nella Lista Unesco. In molti casi, si tratta di elementi transnazionali, ovvero condivisi dall’Italia con altri Paesi. L’Italia è, inoltre, rappresentata nel Registro delle buone pratiche di salvaguardia dell’Unesco con il Tocatì, Festival Internazionale dei Giochi di Strada di Verona, elemento transnazionale condiviso da Italia, Belgio, Cipro, Croazia e Francia. Tale Registro raccoglie programmi, progetti e attività che meglio riflettono i principi e gli obiettivi della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. 7 <https://ich.unesco.org/doc/src/————9-IT-PDF.pdf> consultato il —6/1—/2—23.

35 PATRIMONIO CULTURALE LE POLITICHE PUBBLICHE LA TUTELA DEI BENI IMMOBILI PUBBLICI Beni pubblici immobili tutelati per Regione (valori assoluti, 2022) Fonte: Istituto centrale per il restauro (I Legenda 9.———+ 5.———-8.999 3.———-4.999 1.———-2.999 —-999 beni 2.138 694 1.187 3.444 7.964 2.29 5.647 4.6 1 7.438 3.885 258 6.533 3.636 2. 56 1.96 9.919 2.113 1 . 63 CR), Portale «Vincoli in rete» I beni immobili pubblici di interesse culturale (architettonici, archeologici, parchi e giardini, centri e nuclei storici) sono, secondo il nostro ordinamento, sottoposti a un regime di tutela attraverso l’emissione di appositi atti amministrativi⁸. In Italia, al 2022, i beni immobili di proprietà pubblica tutelati ammontavano a 75.826 ed erano concentrati in percentuale maggiore in Veneto e Toscana. 8 Come prescritto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. n. 42/2——4). LE POLITICHE PUBBLICHE

36 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2023 LA CATALOGAZIONE DEI BENI CULTURALI La catalogazione del patrimonio culturale risponde alle finalità di tutela e di valorizzazione e ha lo scopo di identificare e descrivere i beni culturali per i quali sia stato riconosciuto un interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. Il Catalogo generale, realizzato dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), raccoglie i risultati delle attività di catalogazione relative a beni archeologici, architettonici e paesaggistici, storico-artistici, demoetnoantropologici, fotografici, musicali, naturalistici, numismatici, scientifici e tecnologici. A oggi, le schede di catalogo pubblicate sul patrimonio culturale sono complessivamente 2.998.305. LA CIRCOLAZIONE DI BENI CULTURALI La ricchezza e la qualità del patrimonio culturale italiano sono testimoniate anche dal numero di richieste di prestito internazionale e di esportazione di beni mobili annualmente sottoposte e vagliate dagli uffici preposti del Ministero della Cultura. La normativa sulla circolazione dei beni è regolata dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e la competenza relativa al rilascio di autorizzazioni di esportazione/ importazione è attribuita agli Uffici esportazione afferenti ad alcune Soprintendenze Archeologia, belle arti e paesaggio. Prestiti di beni culturali (valori assoluti, 2018-2022) 2018 2019 2020 2021 2022 2. 4. 6. 8. 1 . 12. 8.73 9.563 11. 83 9.6 6 4.862 3. 3.42 2. 7 2.1 2.64 2018 2019 2. 4. 6. 8. 1 . 12. Legenda Beni in entrata Beni in uscita 2018 2019 2. 4. 6. 8. 1 . 12. Fonte: MiC, Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio (Dgabap) Beni culturali legalmente importati ed esportati (valori assoluti, 2018-2022) 2018 2019 2020 2021 2022 1 . 2 . 3 . 4 . 5 . 6 . 2018 2019 2. 4. 6. 8. 1 . 12. 2018 2019 2. 4. 6. 8. 1 . 12. Legenda Beni in entrata Beni in uscita 43.356 5 .298 25.764 38.979 37.6 5 2.64 2.1 2. 7 3.42 3. Fonte: MiC, Dgabap

37 PATRIMONIO CULTURALE LE POLITICHE PUBBLICHE LA REPRESSIONE DEGLI ILLECITI SUI BENI CULTURALI Le attività di investigazione, monitoraggio e recupero dei beni illecitamente sottratti assieme a quelle di repressione degli atti commessi a danno del patrimonio culturale italiano sono appannaggio del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Tale organo funge, inltre, anche da polo informativo attraverso un organico di circa 300 militari dislocati sia presso l’amministrazione centrale sia presso gli uffici periferici, a servizio diretto del Ministero della Cultura. Il Comando gestisce, inoltre, la banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, con quasi 8 milioni di oggetti censiti (di cui circa 1.200.000 da recuperare) e oltre 770.000 immagini memorizzate⁹. Si tratta del più grande database al mondo dedicato ai beni culturali illecitamente esportati dal territorio nazionale. Nel corso del 2021 sono stati recuperati dal Comando oltre 10.000 beni antiquari, archivistici e librari, quasi 23.500 reperti archeologici e 166 paleontologici. L’attività operativa del Comando ha contribuito alla riduzione nel numero di furti di beni culturali fra 2018 e 2021 (-27%) e, nel contempo, ha accresciuto il numero dei sequestri di falsi artistici (+42%). Solo nel 2021 i soggetti denunciati per questo genere di reati sono stati oltre 2.000 e quelli segnalati all’autorità giudiziaria circa 1.200. IL PIANO NAZIONALE DI DIGITALIZZAZIONE Con il Piano Nazionale di Digitalizzazione – presentato a giugno del 2022 dall’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale - Digital Library – il Ministero dellaCulturadefinisce lavisione, lastrategiae le lineeguidaversocui orientare il processo di trasformazione digitale del settore culturale italiano nel quinquennio 2022-2026. Il Piano, il cui contenuto non è da considerarsi prescrittivo, costituisce il riferimento primario per una varietà di soggetti – a titolo di esempio, musei, archivi, biblioteche, soprintendenze, istituti e luoghi pubblici della cultura – nel perseguimento degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Fra le misure previste dal PNRR¹⁰, infatti, è compreso l’investimento M1C3 1.1 Strategie e piattaforme digitali per il patrimonio culturale, il cui importo totale ammonta a 500 milioni di euro. 9 Per approfondimenti cfr. <https://tpcweb.carabinieri.it/SitoPubblico/home> consultato il —6/1—/2—23. 1™ Per la trattazione più approfondita degli investimenti previsti dal PNRR in ambito culturale si rimanda al paragrafo dedicato nel capitolo 7. Risorse economiche per la cultura, p. 167.

BIBLIOTECHE E ARCHIVI DI STATO LE BIBLIOTECHE 41 Le caratteristiche, la diffusione e il materiale posseduto 44 Gli utenti 46 Le politiche pubbliche GLI ARCHIVI DI STATO 48 La diffusione, il materiale posseduto e l’assetto organizzativo 51 Gli utenti 52 Le politiche pubbliche

40 MINICIFRE DELLA CULTURA EDIZIONE 2023 Le biblioteche e gli Archivi di Stato svolgono quotidianamente attività di conservazione e tutela del patrimonio documentale e librario, di ricerca e valorizzazione, di promozione e diffusione della cultura. L’obiettivo di questo capitolo è fornire un quadro di sintesi sull’offerta, la domanda e le politiche pubbliche legate proprio al mondo delle biblioteche e degli Archivi di Stato, con particolare attenzione alla diffusione sul territorio nazionale e alle caratteristiche di questi enti, alla consistenza del materiale custodito e alla domanda di fruizione. Si restituisce, inoltre, un quadro sulle principali misure inerenti il sostegno pubblico al sistema bibliotecario e archivistico e la tutela dei relativi beni. Le biblioteche, diffuse lungo tutta la penisola, ma con una prevalenza nelle Regioni del Nord, svolgono per lo più funzioni legate alla pubblica lettura e, in misura inferiore, offrono servizi specialistici e conservano il patrimonio librario storico. Anche in questo settore, la pandemia ha avuto un forte impatto sui flussi di utenza, passati dai 7,5 milioni del 2019 ai 4 milioni del 2021. I principali dati sulle circa 13.000 biblioteche pubbliche e private operanti in Italia sono resi pubblici dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) in collaborazione con il Ministero della Cultura (MiC), in particolare, con l’afferente Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane (ICCU). L’Istat, attraverso i dati forniti dal Ministero della Cultura, censisce anche l’importante patrimonio documentale custodito all’interno dei 101 Archivi di Stato, localizzati prevalentemente nei capoluoghi di Provincia. L’affluenza degli utenti, che frequentano questi luoghi soprattutto per motivazioni di studio e ricerca, si è ridotta nel 2020 del 62% rispetto all’epoca pre-pandemica.

41 BIBLIOTECHE E ARCHIVI DI STATO LE BIBLIOTECHE LE BIBLIOTECHE LE CARATTERISTICHE, LA DIFFUSIONE E IL MATERIALE POSSEDUTO Titolarità delle biblioteche italiane (valori assoluti, 2022) ,5% ,6% 72,7% 14% 12,2% Privati o famiglie Enti pubblici Università non statali Università statali Enti ecclesiastici Fonte: ICCU Nel 2022 le biblioteche censite nell’Anagrafe delle biblioteche italiane¹ dell’ICCU erano complessivamente 12.905, con una diminuzione di 1.054 unità rispetto al 2018. Di queste, 6.821 appartenevano a enti pubblici territoriali (in prevalenza Comuni); 1.310 a università statali e 53 ad atenei non statali; 1.143 ad enti ecclesiastici; 51 a privati o famiglie. Nel 22,5%dei casi si trattava di biblioteche specializzate in determinate discipline o materie, nel 10,8% sono collegate a istituti superiori di insegnamento, nel 7,2% dei casi sono biblioteche scolastiche e nel 6,2%erano funzionali alla conservazione del patrimonio librario. 1 <https://anagrafe.iccu.sbn.it/it/> consultato il —6/1—/2—23.

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