Come si misura la cultura?

176 COME SI MISURA LA CULTURA? IL MANUALE PER NAVIGARE TRA DATI, FONTI, INDICATORI Sin dal 1985 l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO)163 definiva il ‘turismo culturale’ come un movimento di persone che si spostano essenzialmente per ragioni di tipo culturale, come viaggi studio, tour artistici, partecipazione a festival e ad altri eventi, visite a luoghi storici e a monumenti. Se questa definizione poneva in luce, da un lato, la stretta connessione fra turismo culturale e componente legata al patrimonio culturale164, dall’altro, lasciava emergere una visione molto più ampia e contemporanea, che include e valorizza tutti quegli elementi materiali e immateriali che consentono di conservare la memoria delle consuetudini e delle trasformazioni sociali, economiche e artistiche di una comunità o di un popolo165. La rappresentazione statistica del turismo, e amaggior ragione di quello culturale, è particolarmente complessa, in quanto implica la misurazione di una molteplicità di servizi che contribuiscono ad alimentare il sistema turistico, ma che sono condivisi anche da altri settori (per esempio, i trasporti, la ristorazione, l’intrattenimento e i servizi per il tempo libero). Negli ultimi anni il fenomeno della sharing economy166 e la contestuale airbnbization di molti centri storici e di intere città d’arte in tutto il mondo hanno poi contribuito ad allargare l’area del sommerso statistico, oltreché fiscale e regolamentare, di questo importante settore. La distinzione del turismo culturale da quello di altro tipo è inoltre molto ardua. Tuttavia, per i decisori politici e per coloro che sono responsabili delle politiche pubbliche relative al settore, è essenziale disporre di dati aggiornati e affidabili. Il fenomeno ‘turismo’ nel suo complesso può essere inquadrato sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta, attingendo, a seconda della prospettiva di analisi, a diverse fonti informative. In Italia, in sintesi, le statistiche ufficiali sull’offerta si riferiscono alla capacità ricettiva e all’occupazione delle strutture, mentre quelle che misurano la domanda si fondano su informazioni provenienti direttamente dai viaggiatori, raccolte alle frontiere o mediante le indagini condotte dall’Istat presso le famiglie167. Sul primo fronte, il principale riferimento è costituito dalla rilevazione annuale da fonte amministrativa Capacità degli esercizi ricettivi168, che quantifica, a livello di singolo Comune, il numero di esercizi, letti, camere e bagni per le strutture alberghiere169 e il numero di esercizi e posti letto per le altre strutture170. 163 World Tourism Organization, <https://www. unwto.org/> consultato il 20/08/2022. 164 Per approfondimenti si vedano: P. Howard, Heritage: Management, Interpretation, Identity, Continuum, London 2003; G.J. Ashworth, Paradigms and Paradoxes in Planning the Past, in Selling or Telling? Paradoxes in tourism, culture and heritage: ATLAS Reflections 2008, M.K. Smith, L. Onderwater (a cura di), Association for Tourism and Leisure Education, Arnhem 2008, pp. 23-34. 165 Per approfondimenti si vedano: G. Richards (a cura di), Cultural Attractions and European Tourism, CABI Publishing, Wallingford 2001; Id., Rethinking Cultural Tourism, Edward Elgar Publishing, Cheltenham 2021; Id., The Impact of Culture on Tourism, Organisation for Economic Co-operation and Development, Paris 2009. 166 Per approfondimenti si veda: A. Valeri, Trends and Transformations of Digital Oriented Tourism Companies, Within the Framework of the Sharing Economy, «Economia della Cultura», 2018, Vol. 1-2, pp. 25-36. 167 Il quadro normativo delle indagini condotte dall’Istat è definito dal Regolamento UE n. 692/2011 e dagli standard metodologici definiti nelle IRTS 2008 (World Tourism Organization, International Recommendations for Tourism Statistics 2008, UNWTO, Madrid 2010); l’indagine condotta dalla Banca d’Italia, avendo lo scopo primario di compilare la voce «Viaggi» della

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