Come si misura la cultura?

148 COME SI MISURA LA CULTURA? IL MANUALE PER NAVIGARE TRA DATI, FONTI, INDICATORI In tale contesto, si considerano ‘merci culturali’ quelle che utilizzano la creatività o l’espressione artistica nel processo produttivo, quelle il cui fine è trasmettere valori estetici, simbolici o artistici e quelle individuate come primariamente collegate al contesto culturale. Si intuisce, dunque, come l’elenco dei beni appartenenti a questo settore siamolto ampio e, conseguentemente, orientarsi nella classificazione e nella ricerca dei dati possa apparire tutt’altro che immediato. Inoltre, come rilevato in proposito delle attività culturali (Cap. 4) e dell’occupazione culturale (Cap. 5), non essendo queste rilevazioni progettate specificamente per il settore in analisi, le informazioni raccolte possono risultare piuttosto disaggregate, il che spesso ne pregiudica una congrua perimetrazione. I beni che rientrano nel commercio culturale sono identificati da Eurostat sulla base della metodologia proposta nell’ESSnet-CULTURE European Statistical System Network on Culture Final Report134, che individua i criteri per selezionare le merci da includere nei dominii culturali135 per quantificarne il commercio internazionale. La tabella 9.1 presenta i gruppi di beni afferenti a ciascun dominio culturale. A partire dai gruppi di beni, sono definite le singole merci che li compongono in base alla Nomenclatura Combinata. L’elenco delle merci è mostrato nella tabella 9.2. L’insieme di beni culturali che sono considerati nelle statistiche sul commercio internazionale è assai vasto e caratterizzato da una spiccata eterogeneità di copertura tra i vari dominii: se il campo musicale e l’artigianato artistico presentano una partizione molto dettagliata ed esaustiva, il dominio del Patrimonio risulta decisamente ristretto. Questa disparità è innanzitutto frutto della difficoltà nel catalogare le merci appartenenti al settore culturale e poi nel quantificarne gli scambi commerciali. In particolare, per alcuni dominii sono stati considerati principalmente gli strumenti necessari alla produzione di cultura ma non il bene/prodotto culturale in sé. Nel caso dei media visivi e interattivi, per esempio, il commercio è quantificato in prevalenza in termini di scambi di pellicole cinematografiche. Inoltre, per i settori che negli ultimi anni hanno affrontato un radicale processo di trasformazione digitale, la Nomenclatura Combinata appare obsoleta: si consideri che, ad oggi, in ambito fotografico la classificazione delle pellicole è molto dettagliata, ma non si fa alcun riferimento ai prodotti digitali. 134 V. Bina et al., ESSnetCULTURE, op. cit. 135 Per la definizione si veda il Glossario.

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