Capitale italiana della cultura. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti.

Il modello di valutazione e gli strumenti INTRODUZIONE Il titolo di Capitale italiana della cultura (CiC) è stato istituito, nel 2014, per valorizzare il meccanismo virtuoso di capacità progettuale, di programmazione e di creatività innescato dall’iter di candidatura al bando per la Capitale europea della cultura 2019, vinto per l’Italia da Matera. In quel contesto, è stato, infatti, deciso di non disperdere lo sforzo progettuale fatto e di conferire ex aequo il titolo di Capitale italiana della cultura 2015 alle altre cinque finaliste non vincitrici: Lecce, Siena, Cagliari, Perugia-Assisi e Ravenna. Dato il successo riscontrato dall’iniziativa, il D.L. 83/2014 (L. 106/2014: art. 7, co. 3-quater) – reso in seguito permanente dalla Legge di bilancio 2018 – ha previsto che il Consiglio dei ministri conferisse annualmente il titolo di Capitale italiana della cultura (CiC) ad una citta italiana, sulla base di un’apposita procedura di selezione definita con decreto del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (oggi Ministero della cultura), previa intesa in sede di Conferenza unificata. Il decreto prevedeva, inoltre, che i progetti presentati dalla citta designata dovessero essere finanziati – a valere sulla quota nazionale del Fondo per lo sviluppo e la coesione, programmazione 2014-2020 – nel limite di € 1 mln per ciascuno degli anni 2015, 2016, 2017, 2018 e 2020. Il progetto, seppur sostenuto con fonti di finanziamento differenti, è poi proseguito con il percorso di selezione della Capitale italiana della cultura 2025. La procedura di selezione per l’attribuzione del titolo di Capitale italiana della cultura (CiC) – inizialmente definita con D.M. 12 dicembre 2014 poi abrogato dal D.M. 16 febbraio 2016, a sua volta modificato dal D.M. n. 494 del 23 ottobre 2019 – dispone la pubblicazione di un bando ad hoc da parte del Ministero con un processo di selezione articolato in due fasi. La prima è basata sull’analisi e la valutazione dei dossier presentati dalle città candidate da parte di una commissione di valutazione che stila una short list di città che accedono alla seconda fase. La seconda fase prevede un’audizione nella quale ogni città è chiamata a presentare il proprio progetto presso la commissione valutatrice che ne determina il vincitore. Dalla sua istituzione, il programma si è affermato come una pratica di grande stimolo e impulso per progettualità innovative e sperimentali per i territori che interpretano la cultura come ‘scintilla’ di innesco di processi di sviluppo locale registrando continua 1 9

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