Capitale italiana della cultura. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti.

79 Cap. 2 - Risultati - Lecce Con un discreto posizionamento rispetto al benessere socioeconomico e all’imprenditoria creativa a livello di contesto, Lecce non ha prediletto questo come ambito di investimento nell’anno della Capitale. Conseguentemente, gli effetti registrati nell’ambito sono scarsi. Nel 2015, dopo il lieve calo dell’anno precedente, il numero di ICC torna ai livelli del 2013 (605). L’aumento del 3% riscontrato nel 2016 e di un ulteriore 2% nel 2017 riflette un più generale aumento del numero di imprese nel territorio. Una tendenza simile è quella del numero di unità locali di ICC, mentre gli addetti e i dipendenti vedono un picco negativo nel 2015 (rispettivamente -10% e -12% rispetto all’anno precedente). È inverosimile pensare che la CiC abbia, seppur in parte, contribuito a ciò, soprattutto se si considera che quello delle ICC è stato un ambito poco stimolato dalle attività del 2015, se non in termini di fornitura di servizi. Con riferimento al modello di gestione, infine, durante l’anno del titolo, Lecce ha lavorato alla risoluzione di problematiche organizzative dovute alla novità dell’esperienza, permettendo, in tal modo, una corretta implementazione del programma dal punto di vista amministrativo, anche se le competenze acquisite da singole risorse interne non sembrano essere state capitalizzate. L’assenza di una governance istituzionalizzata, infatti, ha comportato che, con l’avvicendamento delle persone direttamente impegnate nell’organizzazione della CiC, la stessa memoria dell’esperienza all’interno dell’Amministrazione sia sbiadita.

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