Capitale italiana della cultura. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti.

Come visto nel capitolo precedente, il presente lavoro si è posto come obiettivo primario quello di effettuare una valutazione delle iniziative intraprese dalle dieci città vincitrici del titolo di Capitale italiana della cultura al fine di identificare quali effetti perduranti (outcome) esso abbia generato, date le specifiche condizioni di partenza (contesto) di ciascuna città e date le specifiche modalità di implementazione adottate (meccanismo di attuazione) dai soggetti coinvolti nelle fasi di progettazione del dossier e di realizzazione del palinsesto. L’approccio metodologico della ricerca, come già richiamato, ha scelto programmaticamente di non concentrare l’attenzione unicamente su dati numerici afferenti alle dieci esperienze poiché risultano riduttivi, talvolta fuorvianti, quando si intende effettuare un confronto tra fenomeni complessi, che si sono verificati in periodi differenti e che coinvolgono realtà così diverse tra loro come i contesti urbani presi in esame. La ricchezza di dati raccolti e il patrimonio informativo per la prima volta messo a sistema sulle Capitali italiane della cultura tra il 2015 e il 2022, rappresentano, dunque, indubbiamente, uno degli esiti più preziosi del presente lavoro che si caratterizza per la capacità di coniugare analisi desk e analisi field, dati di carattere quantitativo (indicatori di contesto, Sentiment analysis, numeriche relative al palinsesto e all’affluenza, ecc.) e dati di carattere qualitativo, punti di vista di soggetti interni (policy maker, organizzatori, enti e operatori del territorio) e punti di vista di soggetti esterni (cittadinanza e turisti) all’organizzazione. Un ulteriore aspetto qualificante del lavoro è stato, poi, quello di considerare il contesto in cui la policy è stata realizzata, nel tentativo di dimostrare che il sostrato in cui iniziative di carattere culturale trovano la loro implementazione fa davvero la differenza su come la policy viene interpretata dai territori e è in grado di produrre effetti. In questo senso, si è inteso dimostrare che nella valutazione di una politica non occorre prendere in esame solo ciò che avviene nel periodo di realizzazione delle azioni da essa previste (in itinere) o ciò che accade dopo la sua implementazione (ex post), ma anche ciò che c’era prima (ex ante) poiché solo la considerazione, contestuale e complementare, di queste tre prospettive risulta efficace nello spiegare compiutamente le dinamiche osservate. Giungiamo, così, al secondo obiettivo del presente rapporto di valutazione, ossia quello di fornire una lettura critica dei meccanismi e degli effetti innescati dalla politica nel suo complesso nonché, partendo dall’analisi dei dieci casi presi in esame, proporre un modello interpretativo astratto dalle singole realtà e funzionale ad evidenziare le potenzialità della policy come strumento di attivazione culturale dei territori. In questo terzo capitolo, dunque, si procederà esattamente in questa direzione e si giungerà infine, come corollario delle tesi sostenute, a formulare alcune raccomandazioni che possano servire, sulla scorta delle esperienze studiate e analizzate, ad indirizzare l’operato delle future Capitali italiane della cultura. Gli effetti prodotti dall’iniziativa “Capitale italiana della Cultura”: uno sguardo d’insieme sulla politica 235 3

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