Capitale italiana della cultura. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti.

205 Cap. 2 - Risultati - Parma – l’eterogeneità e la capillarità delle iniziative che hanno caratterizzato il palinsesto non abbiano consentito, complice anche la pandemia, il verificarsi pieno di un reale effetto sulla vita culturale della città e del territorio. In particolare, sussistono ancora oggi margini per intervenire in questo ambito, specialmente sul fronte dell’interdisciplinarietà e dell’internazionalizzazione (entrambi 2,8 su 5) della proposta culturale cittadina. Con riferimento, invece, all’utilizzo delle nuove tecnologie – come meglio approfondito anche in seguito – l’Amministrazione, in occasione della CiC, ha investito molto su questo tema, consentendo alla città di dotarsi per il futuro di nuovi strumenti capaci di ampliare le modalità di fruizione, valorizzazione e accesso all’offerta culturale parmense. Contestualmente, tuttavia, dalle interviste svolte con gli operatori culturali coinvolti nel palinsesto si evidenzia come non sia possibile ricondurre le innovazioni tecnologiche da loro introdotte in occasione del titolo esclusivamente alla CiC, ma piuttosto alla pandemia che ha ‘accelerato’ la loro implementazione e il loro sviluppo. Per quanto riguarda l’ambito dell’accesso e partecipazione, invece, Parma partiva da un contesto qualificato da una domanda culturale in linea con la media nazionale e dalla presenza di un forte multiculturalismo e, seppur in misura minore, di fasce giovani di popolazione. La città, durante i due anni del titolo, ha sollecitato questo ambito tramite l’introduzione di iniziative specifiche che hanno determinato buoni effetti legati soprattutto all’esperienza del volontariato; il progetto Mi impegno a Parma, in particolare, è una delle più importanti eredità che la CiC ha lasciato a servizio della città e dei suoi cittadini, che è proseguito anche dopo il 2021 con buoni segnali di crescita. Come testimoniato dalle interviste, infatti, il progetto ha riscosso un notevole entusiasmo da parte dei volontari coinvolti ed è riuscito a mantenere attiva la rete con molte delle realtà culturali con cui sono previste iniziative future. Anche su questo fronte, tuttavia, le restrizioni imposte dalla pandemia non hanno consentito alla CiC di dispiegare a pieno i suoi effetti; dal questionario, infatti, si evidenzia come ci sia ancora spazio per mettere in campo azioni e strategie capaci di accrescere la disponibilità dei cittadini ad impegnarsi per rendere la città migliore tramite, ad esempio, forme di volontariato (in occasione della CiC il voto medio raggiunto è stato di 2,8 su 5) e la loro volontà/possibilità a mettersi in gioco in prima persona rispetto a progetti culturali (2,6 su 5). Secondo i rispondenti, infatti, la Capitale ha dato loro per lo più la possibilità di essere coinvolti attivamente in occasione di eventi/iniziative (32% dei rispondenti) e di prendere parte alla loro realizzazione (20%), ma non nella loro progettazione (13%) e ideazione (6%). Con riferimento al tema del cultural divide, invece, le nuove tecnologie risultano un elemento qualificante dell’esperienza della Capitale, che consente oggi alla città di disporre sia di nuovi strumenti in grado di ampliare l’accessibilità e la partecipazione alla cultura sia di un patrimonio informativo sui livelli di partecipazione alle iniziative e/o eventi realizzati (anche online) che – se analizzato – può permettere all’Amministrazione di mettere in campo azioni specifiche capaci di allargare e rendere ancora più accessibile la proposta culturale della città e del territorio. Complessivamente, tuttavia, rispetto a questo tema, sebbene si rilevi la prosecuzione di alcune progettualità realizzate in occasione del titolo – come, ad esempio, l’open call Cultura di tutti. Cultura per tutti da notare che la Regione Emilia-Romagna ha intenzione di sviluppare un’iniziativa analoga su tutti i musei regionali – la percezione degli intervistati è che non siano state messe in campo azioni strutturali e strategiche che consentissero di innescare un cambio di paradigma, ma piuttosto siano state realizzate azioni contingenti e, spesso, autopromosse dagli operatori culturali coinvolti nel palinsesto. La pandemia, inoltre, ha sicuramente

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