Capitale italiana della cultura. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti.

CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. 204 Sintesi valutativa Alla vigilia del titolo, Parma si caratterizzava per una dimensione superiore alla media nazionale e una buona raggiungibilità. Il dossier di candidatura puntava fortemente sulla creazione di un sistema culturale vivace e accessibile governato da modelli di gestione innovativi e atti a favorire la contaminazione tra cultura e settore privato. Il programma sviluppato risulta fortemente coerente con gli obiettivi enunciati. Nello specifico, la città – partendo da una vivacità culturale di buon livello – ha investito in occasione del titolo in questo ambito puntando sia a consolidare la collaborazione tra settore pubblico e privato sia a implementare una programmazione diffusa e partecipata che, tramite forme di consultazione pubblica sulla progettazione e call specifiche, ha coinvolto diffusamente le realtà culturali della città e dei comuni limitrofi. Questo approccio ha consentito di accrescere, anche tra i parmensi, la consapevolezza circa il patrimonio di beni e attività culturali che la città ha da offrire, oltre che a rafforzare e valorizzare il ruolo che la cultura può giocare per il suo sviluppo futuro e quello del territorio circostante. L’impressione, tuttavia, è che – sebbene dal questionario rivolto alla cittadinanza emerga come la CiC abbia contribuito, a seguito del titolo, ad aumentare il numero di eventi e iniziative culturali (voto medio dato all’effetto prodotto 3,4 su 5), a diversificarli (3,1 su 5) e a coinvolgere gli artisti e/o istituzioni locali (3,3 su 5)

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