Capitale italiana della cultura. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti.

CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. a cura di Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali

2023 Scuola dei beni e delle attività culturali Via del Collegio Romano 27 00186 Roma www.fondazionescuolapatrimonio.it Edizione cartacea ISBN 979-12-80311-16-0 Edizione digitale ISBN 979-12-80311-17-7 DOI 10.53125/979-12-80311-17-7 Licenza L’edizione digitale del volume è pubblicata con licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0: https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/legalcode). La licenza consente di condividere i contenuti con qualsiasi mezzo e formato, di modificare i contenuti per qualsiasi fine, anche commerciale, purché sia inserita una menzione di paternità adeguata, sia fornito un link alla licenza, sia indicato se sono state effettuate delle modifiche e i materiali modificati siano distribuiti con la stessa licenza dei contenuti originari.

CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. a cura di Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali

RICERCA ideazione e coordinamento Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Ministero della cultura, Segretariato generale gruppo di lavoro PTSCLAS s.p.a. Alessandra Refolo, Angela Tibaldi (coordinamento) Rossella Tarantino (supporto scientifico) Antonio Alliegro, Serena Scarfì, Viola Suzzani (ricercatori) VOLUME a cura di Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Francesca Neri (coordinamento), Roberta Fedele, Gianluca Gennai, Agnieszka Śmigiel redazione PTSCLAS s.p.a. Alessandra Refolo, Angela Tibaldi (coordinamento) Rossella Tarantino (Capitolo 1 e Capitolo 2 - Procida 2022) Antonio Alliegro, Serena Scarfì, Viola Suzzani (ricercatori) revisione editoriale Roberta Fedele, Gianluca Gennai, Alfredo Giacchetto progetto grafico e impaginazione Creation. Concept Culture Communication RINGRAZIAMENTI Ministero della cultura - Segretariato generale, Servizio VI Eventi, mostre e manifestazioni

Indice PREFAZIONE Alessandra Vittorini Francesca Saccone 1. IL MODELLO DI VALUTAZIONE E GLI STRUMENTI Introduzione 1.1 Identificazione degli ambiti di valutazione 1.2 Modello di valutazione 1.3 Definizione delle domande di valutazione 1.4 I limiti della ricerca 2. GLI EFFETTI PRODOTTI DALL’INIZIATIVA “CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA”: LE 10 CITTA’ ASSEGNATARIE DEL TITOLO TRA IL 2015 E IL 2022 Premessa Risultati Cagliari 2015 Lecce 2015 Perugia 2015 Ravenna 2015 Siena 2015 Mantova 2016 Pistoia 2017 Palermo 2018 Parma 2020+21 Procida 2022 3. GLI EFFETTI PRODOTTI DALL’INIZIATIVA “CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA”: UNO SGUARDO D’INSIEME SULLA POLITICA 3.1 Ambiti di investimento e di ritorno prevalenti 3.2 Esperienze e modelli di sviluppo culturale a confronto NOTE CONCLUSIVE p. 6 6 7 9 9 13 18 25 35 37 37 41 42 62 80 91 109 126 146 166 185 209 235 237 242 257

Prefazione Sono passati otto anni dall’avvio del programma Capitale italiana della cultura. Otto anni che hanno visto la proclamazione di ben quattordici città, selezionate tra oltre 164 candidature presentate dall’avvio dell’iniziativa ad oggi. Otto anni che rappresentano un tempo sufficiente per aprire un momento di riflessione e bilancio, utile per tirare le somme e rimettere a fuoco la rotta da seguire, per capitalizzare le esperienze, finalizzare gli obiettivi e ottimizzare gli effetti sulle comunità e sui territori. Questo volume raccoglie l’esito di un progetto curato dal Segretariato generale (Servizio VI Eventi, mostre e manifestazioni) del Ministero della cultura e dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali: un percorso di analisi e ricerca che offre una visione d’insieme sugli esiti e gli effetti prodotti dai diversi programmi da Capitale italiana della cultura sulle dieci città coinvolte: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna, Siena, Mantova, Pistoia, Palermo, Parma e Procida. Nella sua regolare riproposizione, a cadenza annuale, l’iniziativa della Capitale italiana della cultura ha prodotto un vasto insieme di progetti e di attività - ideati e poi attuati - che costituiscono un interessante campo di indagine per trarre indicazioni sulla sua efficacia come azione di politica culturale. A partire dalle esperienze specifiche, studiate e analizzate in collaborazione con PTSCLAS, la ricerca si è svolta attraverso una lettura critica dei meccanismi e dei processi innescati nell’anno di Capitale italiana della cultura, giungendo a presentare un modello interpretativo funzionale per evidenziare i modi e le forme con cui il processo ha saputo attivare processi virtuosi nei territori. Quello della Capitale italiana della cultura è un modello complesso, rivolto a molti attori e a diversi ambiti di intervento. Creare strumenti capaci di rendere conto di tutte le dimensioni in cui questo agisce sulle città è un obiettivo sfidante. I contenuti e i dati riportati in questo volume intendono contribuire al suo raggiungimento, anche ponendo rilevanti questioni metodologiche, nella convinzione che lo sviluppo di una cultura della valutazione delle politiche culturali rappresenti un tassello fondamentale per contribuire in modo attivo e consapevole alla costruzione dei programmi e delle politiche future, oltre che allo sviluppo sostenibile dei territori. Dall’indagine svolta è possibile intanto confermare che in tutti i casi, e ferma restando la diversità dei progetti, l’esperienza di Capitale italiana della cultura ha rappresentato una interessante ed efficace occasione di sviluppo culturale, capace di valorizzare i punti di forza già presenti nelle città e di colmare le lacune territoriali, attraverso specifiche ed innovative strategie di sviluppo culturale. Alessandra Vittorini direttore Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali

Dalla sua istituzione, Capitale italiana della cultura è cresciuta, in termini di rilevanza e partecipazione, tanto da diventare un traguardo, un riconoscimento sempre più ambito dalle città italiane. Le edizioni della competizione avvenute fra il 2015 e oggi hanno registrato la partecipazione di proposte sempre più articolate e strategiche, orientate alla valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale delle loro città, ad alimentare la coesione fra i residenti e ad incrementare la visibilità nazionale e internazionale del patrimonio culturale delle candidate presso target di turismo culturale. Mentre il progetto di Capitale italiana della cultura prosegue, questo è sembrato il momento opportuno per valutare quali siano stati gli effetti dell’iniziativa sui territori. Ambizione del programma è infatti anche quella di lasciare una traccia durevole sulle città vincitrici e sui loro abitanti; oltre l’anno di concentrazione di eventi e progettualità, la Capitale della cultura mira a lasciare un’eredità che agisca negli anni come impulso allo sviluppo culturale delle città e alla crescita di tutta la comunità. Per indagare su quali ambiti e in che misura gli esiti dell’iniziativa restino percepibili nel tempo, abbiamo intrapreso, con la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, un percorso di analisi degli effetti che l’iniziativa ha lasciato nelle città che sono state insignite del titolo nelle varie edizioni. Oggi l’Italia è chiamata a contribuire all’Agenda 2030 con gli Obiettivi dello sviluppo sostenibile, oltre che a dare attuazione alla Convenzione Quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società (Convenzione di Faro); osservare criticamente l’attuazione di una politica come quella della Capitale italiana della cultura fornisce importanti indicazioni su come meglio coniugare i progetti culturali con gli obiettivi comuni di sostenibilità, in tutte le sue accezioni, e di inclusività di tutti i cittadini. Francesca Saccone Ministero della cultura dirigente Segretariato generale, Servizio VI - Eventi, mostre e manifestazioni

Il modello di valutazione e gli strumenti INTRODUZIONE Il titolo di Capitale italiana della cultura (CiC) è stato istituito, nel 2014, per valorizzare il meccanismo virtuoso di capacità progettuale, di programmazione e di creatività innescato dall’iter di candidatura al bando per la Capitale europea della cultura 2019, vinto per l’Italia da Matera. In quel contesto, è stato, infatti, deciso di non disperdere lo sforzo progettuale fatto e di conferire ex aequo il titolo di Capitale italiana della cultura 2015 alle altre cinque finaliste non vincitrici: Lecce, Siena, Cagliari, Perugia-Assisi e Ravenna. Dato il successo riscontrato dall’iniziativa, il D.L. 83/2014 (L. 106/2014: art. 7, co. 3-quater) – reso in seguito permanente dalla Legge di bilancio 2018 – ha previsto che il Consiglio dei ministri conferisse annualmente il titolo di Capitale italiana della cultura (CiC) ad una citta italiana, sulla base di un’apposita procedura di selezione definita con decreto del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (oggi Ministero della cultura), previa intesa in sede di Conferenza unificata. Il decreto prevedeva, inoltre, che i progetti presentati dalla citta designata dovessero essere finanziati – a valere sulla quota nazionale del Fondo per lo sviluppo e la coesione, programmazione 2014-2020 – nel limite di € 1 mln per ciascuno degli anni 2015, 2016, 2017, 2018 e 2020. Il progetto, seppur sostenuto con fonti di finanziamento differenti, è poi proseguito con il percorso di selezione della Capitale italiana della cultura 2025. La procedura di selezione per l’attribuzione del titolo di Capitale italiana della cultura (CiC) – inizialmente definita con D.M. 12 dicembre 2014 poi abrogato dal D.M. 16 febbraio 2016, a sua volta modificato dal D.M. n. 494 del 23 ottobre 2019 – dispone la pubblicazione di un bando ad hoc da parte del Ministero con un processo di selezione articolato in due fasi. La prima è basata sull’analisi e la valutazione dei dossier presentati dalle città candidate da parte di una commissione di valutazione che stila una short list di città che accedono alla seconda fase. La seconda fase prevede un’audizione nella quale ogni città è chiamata a presentare il proprio progetto presso la commissione valutatrice che ne determina il vincitore. Dalla sua istituzione, il programma si è affermato come una pratica di grande stimolo e impulso per progettualità innovative e sperimentali per i territori che interpretano la cultura come ‘scintilla’ di innesco di processi di sviluppo locale registrando continua 1 9

1. Si precisa che: I) le 164 candidature corrispondono alla somma delle 21 candidature (presentazione dossier) per la ECoC 2019, 24 candidature per il bando della Capitale italiana della cultura 2016/17, 21 del bando 2018, 31 del 2020, 28 del 2021 (poi 2022), 23 del 2024 e 16 del 2025; II) le 66 città in short list corrispondono alla somma delle 6 città selezionate per la ECoC 2019 e delle 10 selezionate per ciascuna edizione del bando delle Capitali italiane della cultura dal 2016/17 al 2025; III) le 13 città insignite del titolo sono rappresentate dalle 5 del 2015 (da short list ECoC 2019), una per ciascuna delle edizioni 2016, 2017, 2018, 2020+21, 2022 e 2024, le due designate d’ufficio per l’edizione 2023. I dati riportati sono aggiornati a febbraio 2023. 10 CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. partecipazione alla competizione, incremento del livello qualitativo delle progettualità proposte e sempre maggiore consapevolezza del significato e del portato della policy. Il titolo dalla sua attivazione ad oggi ha, infatti, ottenuto un significativo riscontro (cfr. infografica) registrando: 164 candidature, 66 città entrate in short list, 13 città insignite del titolo1. Fonte: elaborazione PTSCLAS

11 Cap. 1- Il modello di valutazione e gli strumenti Nell’ambito di un accordo attuativo con il Ministero della cultura (MiC), la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali (d’ora in avanti Fondazione) ha promosso la realizzazione della prima valutazione complessiva ex post e in itinere degli effetti generati dal titolo Capitale italiana della cultura (CiC), tra il 2015 e il 2022, volta ad approfondire i diversi aspetti del programma e i risultati raggiunti nelle diverse esperienze, di cui il presente documento rappresenta la relazione finale. In altre parole, la ricerca ha avuto il compito di osservare le dinamiche e gli effetti della politica pubblica delle Capitali sulla vita culturale dei territori (realtà culturali e creative, cittadini e partecipazione culturale, policy maker e amministrazioni), oltre che di analizzare gli aspetti metodologi relativi alla valutazione di progetti di sviluppo a base culturale focalizzando l’attenzione su: • gli effetti della Capitale italiana della cultura (CiC) su attori, comunità e territori; • la costruzione di una base di conoscenza ampia e potenzialmente utile alla definizione delle future edizioni o a policy assimilabili per dimensione e complessità; • condivisione di metodi e modelli per le future valutazioni. Al fine di raggiungere tali obiettivi, a partire dall’analisi dell’evoluzione della policy e dalla ricognizione della letteratura è stato delineato un impiantometodologico che conformasse il processo di valutazione attraverso un framework interpretativo unitario, all’interno del quale leggere le rilevazioni e comparare le diverse edizioni, seppur in considerazione delle specificità di ognuna. Gli specifici ambiti di valutazione sono stati indagati tramite l’analisi di dati statistici, interviste, questionari e focus group che hanno consentito di ascoltare la voce e il punto di vista di oltre 1.200 persone fra project manager, referenti delle amministrazioni comunali, policy maker, rappresentati delle industrie culturali e creative, esponenti della società civile e cittadini dei dieci Comuni insigniti del titolo dal 2015 al 2022. Un primo riscontro del lavoro è stato l’apprezzamento per l’iniziativa, da parte delle persone intercettate che ringraziamo per la partecipazione e collaborazione, che è stata diffusamente intesa come prezioso momento di condivisione e di riflessione. Il report si struttura in tre capitoli: il primo illustra la metodologia con la quale è stata realizzata la ricerca descrivendo il modello di valutazione adottato, le domande di ricerca e gli strumenti; il secondo restituisce gli esiti della ricerca per ogni singola città; il terzo evidenzia gli effetti in termini aggregati della policy.

13 Cap. 1- Il modello di valutazione e gli strumenti 1.1 IDENTIFICAZIONE DEGLI AMBITI DI VALUTAZIONE Al fine di definire gli ambiti di valutazione degli effetti della politica di conferimento del titolo di Capitale italiana della cultura (CiC), si è proceduto, innanzitutto, ad indagare quale sia stata l’evoluzione di tale policy a partire dalla sua introduzione nel 2015. Per le esperienze citate e per quelle che seguiranno negli anni a venire, i bandi rappresentano lo strumento operativo attraverso cui il quadro strategico disegnato dalla policy viene implementato. Essi hanno lo scopo di definire gli obiettivi di policy e la procedura e i criteri con cui sono selezionate le proposte di candidatura migliori sulla base del potenziale di ciascuna di attivare effetti e cambiamenti a trazione culturale all’interno del contesto di riferimento. Preme precisare che le annualità oggetto di osservazione della presente ricerca sono quelle dal 2015 al 2022. Per rilevare i suddetti effetti e cambiamenti è stato necessario, pertanto, effettuare una ricognizione dei bandi delle edizioni sopracitate, concentrandosi inizialmente sull’individuazione della finalità stessa dell’iniziativa, comune a tutte le edizioni e mai variata nel tempo, ossia quella di «sostenere, incoraggiare e valorizzare la autonoma capacita progettuale e attuativa delle citta italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione senza conflitti, la conservazione delle identità, la creatività, l’innovazione, la crescita e infine lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo». In seguito, sono stati presi in esame dapprima gli obiettivi e poi i criteri di selezione esplicitati da ciascun bando. Nello specifico: • gli obiettivi hanno consentito di focalizzare le richieste del Ministero in quanto ai risultati attesi; • i criteri hanno consentito di sostanziare gli obiettivi e avere un quadro degli aspetti valorizzati in sede di selezione delle città candidate. La ricognizione di obiettivi e criteri ha, pertanto, permesso di evidenziare la costante ricorrenza di alcuni elementi tematici, nonché l’evoluzione di altri, al fine di rispondere all’emergere di nuovi fabbisogni, mutate sensibilità e specificità di contesto. Il lavoro, inoltre, ha permesso di utilizzare questi due aspetti come guida per una prima identificazione di macro-temi che potessero rendere confrontabili i principi strategici che si trovano alla base della policy nelle sue diverse declinazioni e edizioni. Il risultato di questa prima fase di ricerca – che ha condotto alla definizione della cornice metodologica in cui inserire i successivi momenti di valutazione – è riportato nella figura seguente e ha consentito di raggiungere, dunque, due scopi: • identificare dei macro-temi di valutazione da arricchire e vidimare nelle fasi successive (in particolare attraverso l’analisi della letteratura di settore) al fine di ricavarne ambiti e domande di valutazione; • assumere consapevolezza della complessità della policy oggetto di valutazione e della sua evoluzione nel tempo al fine di tenerne debitamente conto sia nell’iter di raccolta dati, sia in quello di elaborazione e interpretazione dei risultati.

14 CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. Figura 1.1: Evoluzione della policy Fonte: elaborazione PTSCLAS

15 Cap. 1- Il modello di valutazione e gli strumenti

2. A titolo esemplificativo, l’obiettivo de «l’utilizzo delle nuove tecnologie», è stato letto trasversalmente sia per garantire coerenza con le diverse formulazioni terminologiche rintracciabili nelle varie annualità, sia per valorizzare, laddove presente, l’emergere di nuove modalità di produzione culturale (macro-tema vivacità culturale), di fruizione (macro-tema accesso, partecipazione e senso di appartenenza) e di trasferimento tecnologico (macro-tema innovazione e imprenditorialità). 16 CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. Tenuto conto dell’introduzione di nuovi elementi nelle diverse edizioni dei bandi, e al fine di identificare gli ambiti di valutazione, si è reso poi necessario un confronto di carattere contenutistico e terminologico tra gli obiettivi e i criteri riportati negli avvisi degli anni in cui ha avuto luogo la competizione. Nello svolgere questo processo sono state operate delle scelte metodologiche riconducibili ai seguenti elementi: • i criteri e gli obiettivi desunti dai bandi sono stati associati ad ambiti di valutazione con cui presentavano affinità di contenuto sostanziate da definizioni desumibili dalla letteratura di settore; • talune indicazioni rintracciabili negli obiettivi e nei criteri dei bandi sono state ritenute trasversali a diversi ambiti di valutazione in quanto multidimensionali e declinabili in diverse modalità2. Incrociando e confrontando i temi ricorrenti nelle diverse edizioni della CiC, è stato, pertanto, possibile addivenire all’individuazione di cinque ambiti su cui basare la successiva fase di valutazione. Gli ambiti così identificati – anche denominati ambiti di valutazione – sono i seguenti: • Vivacità culturale • Accesso, partecipazione, senso di appartenenza • Modalità di organizzazione e gestione dell’evento • Attrattività turistico-culturale e posizionamento mediatico • Trasferimento tecnologico e imprenditorialità. Preme sottolineare che, dal processo di confronto appena riportato – basato sull’individuazione di un comune denominatore che consentisse la rappresentazione dell’oggetto di analisi di questo lavoro – sono emersi macro-temi e conseguenti ambiti di valutazione del tutto coerenti con le dimensioni di indagine individuate nell’iniziale ipotesi di lavoro. Tale raccordo viene visualizzato nell’immagine successiva dove gli ambiti di valutazione sono ulteriormente specificati tramite l’indicazione di fenomeni di osservazione in essi contenuti e l’esplicitazione delle fonti (policy o richieste della Fondazione) da cui derivano.

17 Cap. 1- Il modello di valutazione e gli strumenti Figura 1.2: Ambiti di valutazione Fonte: elaborazione PTSCLAS

18 CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. 1.2 MODELLO DI VALUTAZIONE Nella definizione del modello di valutazione, all’analisi puntuale della policy di riferimento ha fatto seguito una ricognizione articolata della letteratura di settore, presentata a seguire. Questa offre una visione di insieme delle metodologie di valutazione ex post e in itinere in uso sia a livello nazionale che a livello internazionale. Per favorire una lettura critica dei numerosi contributi bibliografici consultati, le metodologie da questi proposte sono state classificate in base ad una tassonomia costruita ad hoc, volta a distinguere tali metodologie in funzione della modalità con cui le evidenze degli effetti dell’intervento sono testate. Sono stati, dunque, distinti: • modelli sincronici che considerano due unità di analisi, una sola delle quali ha esperito la politica, mentre l’altra funge da gruppo di controllo (non longitudinale); • modelli diacronici che considerano una sola unità di analisi che ha esperito la politica e presso la quale sono effettuate rilevazioni prima e dopo dell’intervento. A tali due tipologie è stato aggiunto un terzo gruppo di contributi: • sector specific approaches, ossia prassi ed esperienze di valutazione del settore culturale, utili a corroborare e integrare gli ambiti desunti dall’analisi della policy, anche in merito a specifici indicatori di risultato. Oltre ad una breve descrizione di ciascuna metodologia, esse sono state rilette e classificate a partire dalle seguenti categorie informative: • la natura: qualitativa/quantitativa (o entrambi); • la finalità: monitoraggio/valutazione (o entrambi); • la dimensione di interesse (o le dimensioni) nel monitoraggio o nella valutazione tra contesto e programma (o entrambi); • le categorie di fenomeni di osservazione considerate nell’ambito del ciclo della programmazione (input, attività e processi, output, outcome, impatti); • l’applicazione, limitatamente ai sector specific approaches, ai cinque ambiti di valutazione già individuati nel paragrafo precedente che sono stati così integrati di spunti e contenuti (vivacità culturale; accesso, partecipazione e senso di appartenenza; modalità di organizzazione e gestione dell’evento; attrattività turistico-culturale e posizionamento mediatico; trasferimento tecnologico e imprenditorialità). Tale ulteriore specificazione operata sulle metodologie oggetto di indagine, come illustrato in seguito, è volta a consentire la selezione consapevole di una metodologia a partire dalla quale informare il modello da applicare allo studio degli effetti dell’iniziativa CiC.

19 Cap. 1- Il modello di valutazione e gli strumenti In particolare, si è ritenuto di selezionare un metodo di valutazione idoneo a: • restituire gli effetti multidimensionali della politica; • comprendere strumenti di rilevazione qualitativi e quantitativi; • considerare tanto il programma in sé quanto il contesto su cui questo agisce; • osservare in maniera trasversale tutte le fasi del ciclo della programmazione. Il quadro sinottico che segue illustra le caratteristiche delle metodologie analizzate rispetto alle dimensioni oggetto di attenzione.

20 CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. Figura 1.3: Quadro sinottico delle metodologie e dei modelli di valutazione analizzati nella ricognizione della letteratura Fonte: elaborazione PTSCLAS

21 Cap. 1- Il modello di valutazione e gli strumenti

3. L’approccio della Realist Evaluation è finalizzato a spiegare in quali condizioni e in base a quali caratteristiche e strategie un intervento consegue determinati esiti. La spiegazione degli effetti, infatti, è intesa come contingente e legata a uno specifico contesto e all’innesco di un meccanismo. L’assunto di base, dunque, è che l’intervento agisce sotto determinate condizioni ed è influenzato dalla maniera in cui i diversi stakeholder vi rispondono. Le domande di ricerca non sono, pertanto, limitate a determinare se l’intervento funziona o meno, ma anche cosa funziona, per chi e in quali circostanze. Fonti: Pawson e Tilley, 1997; Leone e Biolcati, 2011; Marchesi et al., 2011 22 CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. La valutazione delle metodologie ha condotto alla selezione dell’approccio proposto dalla Realist Evaluation3, identificato come congeniale base di partenza per progettare un modello di valutazione che tenesse conto degli effetti quali-quantitativi della Capitale italiana della cultura (CiC), che considerasse il programma nella sua evoluzione e congiuntamente all’hic et nunc di ogni edizione (contesto) e che permettesse di osservare fenomeni d’interesse a partire dagli input e fino agli outcome della politica. A partire dall’analisi dell’evoluzione della policy, dalla ricognizione della letteratura, è stato delineato pertanto un impianto metodologico che conformasse il processo di valutazione attraverso un framework interpretativo unitario, all’interno del quale leggere le rilevazioni e comparare le diverse edizioni, seppur in considerazione delle specificità di ognuna. A partire dall’approccio realista e attraverso ulteriori elementi di valutazione desunti dalle prassi di settore, dunque, è stato definito il modello illustrato dalla figura successiva e descritto nel dettaglio a seguire. Figura 1.4: Modello di valutazione Fonte: elaborazione PTSCLAS

23 Cap. 1- Il modello di valutazione e gli strumenti Occorre, in primis, esplicitare alcuni elementi che fungono da premessa all’elaborazione dell’intero modello di valutazione. Il modello, costruito considerando gli esiti delle fasi di analisi descritte in precedenza, trova applicazione sia nella valutazione ex post delle edizioni dal 2015 al 2020 (2021), sia in quella in itinere dell’edizione 2022. Occorre sottolineare, inoltre, che, ai fini della strutturazione degli elementi fondamentali del modello, viene operata una sostanziale distinzione tra un contesto macro e un contesto micro meglio definiti dai seguenti termini: • le variabili esogene che esercitano o hanno esercitato un’influenza sulle diverse edizioni e che sono identificate in modo esemplificativo, ma non esaustivo, con alcuni elementi di rilievo rintracciati nelle indagini preliminari condotte, come: l’effetto di risonanza determinato dal successo di Matera 2019 ECoC, l’evoluzione di focalizzazione – e, conseguentemente, di terminologia – della policy e, per le edizioni più recenti, la pandemia; • il contesto inteso, come accennato in precedenza, come l’hic et nunc delle città insignite del titolo. Esso rappresenta l’insieme delle dotazioni di partenza su cui si innesta la politica, nonché l’elemento di unicità che distingue le città l’una dall’altra. Il modello si compone dei seguenti elementi: • Policy. È l’iniziativa Capitale italiana della cultura (CiC) così come declinata nelle diverse edizioni. Essa è promossa tramite bandi annuali dal Ministero della cultura. • Contesto. È l’insieme delle dotazioni materiali e immateriali di partenza su cui la policy si innesta. Ai fini del presente lavoro il contesto è rappresentato dalle diverse caratteristiche urbane proprie delle città vincitrici del titolo (es. dimensione, raggiungibilità, patrimonio ed eccellenze locali, attività culturali, multiculturalismo, domanda e offerta turistica, etc.). • Meccanismo di attuazione. È l’insieme degli obiettivi fissati nella strategia di progettazione (dossier), dei processi e delle attività che sono innescati, all’interno del contesto, dalla policy e degli output (palinsesto) che fanno seguito all’attuazione. Si tratta di un insieme di fattori, prevalentemente di carattere immateriale, che, nel loro svilupparsi, portano alla manifestazione degli effetti. • Esiti. Sono tutti i risultati e gli effetti generati dalla policy (es. accrescimento della vivacità culturale, maggiore attrattività turistico-culturale, maggiore partecipazione alle iniziative, etc.). Sono da contemplarsi anche gli effetti inattesi e gli effetti cumulati nei diversi step progettuali. • Modello di sviluppo culturale. Si tratta del paradigma di trasformazione a base culturale che, tenuto conto delle differenze di contesto su cui si innesta la policy, origina per il tramite del meccanismo generato. Rappresenta il modo in cui le dotazioni di un territorio sono attivate grazie alla policy. • Legacy. Rappresenta quello che resta dell’iniziativa e include sia elementi soft sia elementi hard, sia elementi – che scaturiscono dall’iniziativa e si manifestano dopo di essa – sia elementi contestuali allo svolgimento dell’esperienza.

24 CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. Tutto ciò premesso, lo schema sviluppato ha come assunto di fondo quello proprio dell’approccio realista: il modello si basa sull’ipotesi che contesti – o input – diversi (C) conducano ad esiti (O) diversi, attraverso l’innesco di meccanismi di attuazione – obiettivi, processi e output – differenti (M). Gli esiti possono essere intesi su più livelli, ossia come: • Output i meri risultati concreti dell’intervento, ad esempio gli eventi realizzati; • Outcome i cambiamenti riscontrabili dopo l’intervento presso i destinatari dello stesso, ad esempio l’accrescimento della propensione individuale a partecipare a tali eventi; • Impatti i cambiamenti riscontrabili dopo l’intervento e generati da questo presso i beneficiari indiretti e la collettività nel suo complesso, ad esempio l’aumento della partecipazione agli eventi e la conseguente ricchezza generata per il territorio che li ospita. Nel modello, un ruolo di grande rilievo viene affidato alla policy – ossia l’iniziativa Capitale italiana della cultura (CiC) – così come delineata nei bandi con cui viene promossa. Essa, come visto in precedenza, presenta numerose complessità in quanto multidimensionale nei propri obiettivi e caratterizzata da uno sviluppo diacronico che ha visto una evoluzione nel tempo che – sebbene non sia valsa a snaturarne gli assunti strategici di base – ha permesso un aggiornamento costante alle nuove sensibilità via via emergenti. La policy, che già di per sé potrebbe determinare delle complessità di comparazione degli effetti tra diverse edizioni proprio per le intrinseche caratteristiche di mutazione nel tempo che la contraddistinguono, è la miccia della trasformazione, l’innesco. Essa, infatti, interviene sul contesto e genera un cambiamento a partire dalle risorse disponibili (input), intese non solo in termini meramente economici, ma più in generale come condizioni abilitanti per l’attivazione del meccanismo. Questo agire della policy su contesti differenziati determina, inoltre, un’ulteriore potenziale complessità collegata ai diversi effetti prodotti in relazione ai diversi input di partenza. Ma come avviene l’innesco di cui si è parlato? La policy si materializza e diviene esperienza culturale tramite due step di attivazione: la presentazione del dossier e la realizzazione del palinsesto. La stessa policy, però, non ha solo il potere di generare l’iniziativa, ma anche quello di modificare le condizioni stesse di partenza. La policy, dunque, dà vita ad un innesco circolare, con gli esiti che riportano un feedback sul contesto rafforzando le condizioni abilitanti per l’innesco del meccanismo e per la produzione di esiti ulteriori e corroborati. Il contesto e l’attivazione del meccanismo rappresentano il modello di sviluppo culturale proprio di ciascuna edizione. Essi sono l’insieme delle dotazioni del contesto e dei processi e delle attività che sonomessi in atto per creare gli eventi contenuti nel programma. Dall’altro lato, il meccanismo attivato e il palinsesto realizzato combinati con gli esiti generati rappresentano la legacy dell’iniziativa. In questo senso occorre fare una precisazione: il termine legacy è qui utilizzato per descrivere tutto ciò che resta dell’iniziativa e poiché il generarsi stesso di nuovi processi e nuove attività è di per sé, per le città, fonte di apprendimento, miglioramento e cambiamento, si ritiene fondamentale includere nella legacy dell’iniziativa non solo ciò che risulta dalla realizzazione degli eventi, ma anche i cambiamenti generati nel mentre.

25 Cap. 1- Il modello di valutazione e gli strumenti Conseguentemente, per tutto quanto sinora detto, è possibile desumere che, in termini temporali, il modello si concentra sia sul “prima” che sul “durante” e il “dopo” dell’iniziativa e non trascura l’effetto cumulato di tali fasi. Il modello così definito, infine, è declinato nei cinque ambiti desunti in precedenza dall’analisi degli obiettivi della policy (vivacità culturale; accesso, partecipazione e senso di appartenenza; modalità di organizzazione e gestione dell’evento; attrattività turistico-culturale e posizionamento mediatico; trasferimento tecnologico e imprenditorialità) e arricchiti attraverso gli spunti provenienti dalla letteratura di settore. A ciascun ambito afferiscono domande di valutazione specifiche e indicatori, descritti a seguire insieme agli strumenti preposti alla rilevazione delle informazioni. 1.3 DEFINIZIONE DELLE DOMANDE DI VALUTAZIONE A seguito del lavoro di identificazione degli ambiti di indagine e di elaborazione del modello di valutazione in itinere ed ex post, sono state definite le domande valutative per ciascun ambito tematico: • Vivacità culturale • Accesso, partecipazione, senso di appartenenza • Modalità di organizzazione e gestione dell’evento • Attrattività turistico-culturale e posizionamento mediatico • Trasferimento tecnologico e imprenditorialità. A ciascuna domanda sono stati associati uno o più indicatori, sia di natura qualitativa che di natura quantitativa, con l’obiettivo di indagare ogni fenomeno nel modo più approfondito possibile, dando voce ad un numero significativo di soggetti. Successivamente, a ciascuna domanda, e ai relativi indicatori, sono stati associati gli strumenti di rilevazione, ove possibile, distinti per tipologie di destinatari a cui rivolgersi. Preme sottolineare che gli strumenti sono stati progettati per rilevare in modo complementare gli indicatori al fine di minimizzare il rischio di lacune informative. Di seguito si riporta una sintesi grafica che pone in relazione gli ambiti di valutazione e gli strumenti utilizzati per la rilevazione degli indicatori e delle informazioni. I fenomeni e i profili di indagine qualitativa oggetto di osservazione si inseriscono nel modello di valutazione descritto in precedenza attraverso un framework metodologico che, in aderenza all’approccio realista, riconduce ogni elemento alle dimensioni del contesto (C), del meccanismo di attuazione (M) e degli esiti (O).

26 CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. Figura 1.5: Tipologia di strumenti utilizzati per ambito di valutazione Fonte: elaborazione PTSCLAS La tabella che segue illustra, per ciascun fenomeno associato alle domande valutative suddivise per ambito, la dimensione (o le dimensioni) di pertinenza. Oltre ai fenomeni di osservazione immediatamente riconducibili ai cinque ambiti di valutazione del modello, ne sono riportati alcuni che – pur prescindendo dalle domande valutative – rappresentano indicatori e dati rilevanti ai fini dell’inquadramento del contesto.

27 Cap. 1- Il modello di valutazione e gli strumenti Tabella 1.1: Relazione tra fenomeni di osservazione e C-M-O per l’ambito di contesto C=CONTESTO - M=MECCANISMO - O=ESITI AMBITO DOMANDA FENOMENO DI OSSERVAZIONE/PROFILO DI INDAGINE QUALITATIVA C M O CONTESTO Popolazione residente al 1 gennaio  Popolazione residente al 1 gennaio per classi di età  Età media  Livello di istruzione della popolazione residente  Popolazione straniera  Composizione della popolazione straniera per nazionalità di origine  Numero di studenti universitari (anche stranieri)  Densità abitativa  Reddito pro capite  Occupati e disoccupati  Raggiungibilità e trasporti (Distanza da autostrada, stazione - verificare presenza AV -, autostazione, aeroporto internazionale, stazione marittima)    Presenza di prodotti DOP, IGP, DOC  Presenza di patrimonio UNESCO culturale e naturale (materiali)  Partecipazione alla Rete delle città creative UNESCO  Presenza di riserve MAB (UNESCO)  Spesa in cultura del Comune per abitante    Fonte: elaborazione PTSCLAS

28 CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. Tabella 1.2: Relazione tra fenomeni di osservazione e C-M-O per l’ambito vivacità culturale C=CONTESTO - M=MECCANISMO - O=ESITI AMBITO DOMANDA FENOMENO DI OSSERVAZIONE/PROFILO DI INDAGINE QUALITATIVA C M O 1. VIVACITÀ CULTURALE 1.1. In che modo la CiC ha ampliato, diversificato e migliorato l’offerta culturale della città? /Quale modello di offerta culturale emerge? Musei e istituti similari per tipologia  Luoghi della cultura (esclusi musei - Biblioteche, teatri, cinema)  Eventi (quinquennio mobile)    Spettacoli    Eventi per tipologia di disciplina artistica (teatro, musica, mostre, ecc.) *   Interdisciplinarità degli eventi*   Iniziative prodotte o acquisite per la capitale*  Iniziative realizzate da artisti/istituzioni internazionali, nazionali, locali*   Iniziative realizzate in coproduzione nazionale e internazionale*   Pratiche di coinvolgimento dei pubblici adottate nell’erogazione dell’offerta   Associazioni riconosciute dal comune  Nuove infrastrutture culturali e nuovo uso degli spazi   1.2. In che modo le nuove tecnologie digitali hanno modificato le modalità/ i modelli di fruizione, produzione e interazione con il pubblico? Nuove tecnologie utilizzate  Iniziative che utilizzano le nuove tecnologie per creare nuovi prodotti e nuove modalità di erogazione  Criticità riscontrate e effetti inattesi nell’uso delle nuove tecnologie   Prodotti culturali creati ex novo (arte digitale, realtà virtuale, realtà aumentata, modalità di erogazione online o ibrida, ecc.)   Raggiungimento delle sfide della CiC (obiettivi prefissati dall’amministrazione, motivazione della candidatura, ecc.)   1.3. Quali sono state le 3 iniziative più importanti? / Cosa hanno generato le 3 iniziative più importanti? Motivazione della selezione delle iniziative più rappresentative  Effetti sulla città (ricadute economiche, sociali, politiche)  Scalabilità delle iniziative più rappresentative  Continuità nel tempo delle iniziative più rappresentative  Fonte: elaborazione PTSCLAS

29 Cap. 1- Il modello di valutazione e gli strumenti Tabella 1.3: Relazione tra fenomeni di osservazione e C-M-O per l’ambito accesso, partecipazione senso di appartenenza C=CONTESTO - M=MECCANISMO - O=ESITI AMBITO DOMANDA FENOMENO DI OSSERVAZIONE/PROFILO DI INDAGINE QUALITATIVA C M O 2. ACCESSO, PARTECIPAZIONE, SENSO DI APPARTENENZA 2.1. La CiC ha ridotto il cultural divide, accrescendo e diversificando il numero di persone che hanno preso parte alle iniziative culturali? Partecipanti alle iniziative del palinsesto*  Ingressi agli spettacoli*    Visitatori ai musei e istituti similari per tipologia*    Target a rischio esclusione raggiunti (disabili fisici e/o cognitivi, over 65, stranieri, ecc.)   Politiche attuate per facilitare l’accesso a determinati target (periferie, trasporti, prezzi, ets che lavorano con categorie ai margini, scuole, ecc.).  Presenza di un sistema di rilevazione e raccolta di informazioni sul pubblico  2.2. La CiC ha accresciuto la partecipazione attiva dei cittadini? Politiche attuate per favorire la partecipazione (volontari, studenti, ecc.)  Volontari  Progetti con le scuole  Livello di coinvolgimento e partecipazione attiva della comunità locale   Strumenti partecipativi adottati (piattaforme collaborative istituite, progetti di comunità ecc.)  2.3. In che modo le nuove tecnologie hanno agevolato la partecipazione e l’interazione? (Eventi ibridi, impatto covid…) Eventi in modalità ibrida  Progetti che utilizzano le nuove tecnologie per coinvolgere i giovani   Attività fruibili online (live o on demand, streaming/ podcast ecc.)  2.4. La CiC ha accresciuto il senso di appartenenza dei cittadini per la loro città? Consapevolezza dei cittadini rispetto alla CiC  Aumento del senso di appartenenza dei cittadini per la città (eredità culturale come riflesso ed espressione dei valori della comunità, eventuali effetti sull’impegno civile)   Fonte: elaborazione PTSCLAS

30 CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. Tabella 1.4: Relazione tra fenomeni di osservazione e C-M-O per l’ambito modalità di gestione e organizzazione dell’evento C=CONTESTO - M=MECCANISMO - O=ESITI AMBITO DOMANDA FENOMENO DI OSSERVAZIONE/PROFILO DI INDAGINE QUALITATIVA C M O 3. Modalità di organizzazione e gestione dell’evento 3.1. Quali sono i modelli di gestione e governance adottati? Struttura strategica /operativa della CiC  Budget e ripartizione tra tipologie di spese (programma, comunicazione e spese generali)  Persone coinvolte nella gestione e organizzazione della CiC  3.2. Quali partenariati sono stati attivati? Collaborazioni pubbliche e private avviate  Attività organizzate in partenariato  3.3. Quali sono le capacità progettuali e strategiche a base culturale sviluppate? / Quali le capacità gestionali e di monitoraggio? Attività formative erogate (a dipendenti comunali coinvolti, operatori culturali, ecc.)  Presenza di un sistema di monitoraggio e valutazione interno/esterno  3.4. Quali sono state le esigenze in termini di semplificazione dei processi? Elementi di semplificazione dei processi percepiti  3.5. Quali sono state le esigenze in termini di rafforzamento degli scambi tra città? Eventi e iniziative realizzate in collaborazione con ecoc/altre CiC   Eventi realizzati in collaborazione con città diverse da ECoC e CiC   Fonte: elaborazione PTSCLAS

31 Cap. 1- Il modello di valutazione e gli strumenti Tabella 1.5: Relazione tra fenomeni di osservazione e C-M-O per l’ambito attrattività turisticoculturale e posizionamento mediatico C=CONTESTO - M=MECCANISMO - O=ESITI AMBITO DOMANDA FENOMENO DI OSSERVAZIONE/PROFILO DI INDAGINE QUALITATIVA C M O 4. Attrattività turistico-culturale e posizionamento mediatico 4.1. La CiC ha contribuito ad un incremento dei flussi turistici? Arrivi turistici    Presenze turistiche    Permanenza media dei turisti    Strutture ricettive   Posti letto per categoria   4.2. Quali iniziative sono state avviate per accrescere la destagionalizzazione del turismo? Iniziative avviate per accrescere la destagionalizzazione del turismo   4.3. La CiC ha accresciuto la visibilità e la reputazione della città/territorio? Budget comunicazione  Media partnership attivate  Articoli nazionali e internazionali circa la CiC (rassegna stampa e web)  Livello di engagement della CiC (social media e campagna social)  Fonte: elaborazione PTSCLAS

32 CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. Tabella 1.6: Relazione tra fenomeni di osservazione e C-M-O per l’ambito trasferimento tecnologico e imprenditorialità C=CONTESTO - M=MECCANISMO - O=ESITI AMBITO DOMANDA FENOMENO DI OSSERVAZIONE/PROFILO DI INDAGINE QUALITATIVA C M O 5. Trasferimento tecnologico e imprenditorialità 5.1. La CiC ha portato ad un rafforzamento del sistema imprenditoriale culturale e creativo? ICC del territorio    Unità locali delle ICC del territorio Addetti delle ICC del territorio Dipendenti delle ICC del territorio Crescita delle attività delle ICC del territorio   Variazione e diversificazione dell’audience delle ICC del territorio   5.2. La CiC ha portato ad un incremento delle opportunità di apprendimento e delle occasioni di networking locale, nazionale e internazionale per la scena culturale e creativa locale? Capacity-building delle ICC del territorio   Iniziative a supporto dell’imprenditorialità (es. Creazione di hub o programmi di sviluppo per le ICC del territorio)   Rafforzamento della collaborazione delle ICC del territorio con istituzioni e artisti nazionali/ internazionali   Fonte: elaborazione PTSCLAS In termini temporali, i fenomeni che afferiscono all’ambito del contesto sono rilevati con riferimento al periodo precedente al conseguimento del titolo di CiC o contestuale allo stesso, quest’ultima fattispecie si verifica nel caso di dimensioni su cui si ritiene che, verosimilmente, il programma non influisca (es. dimensione demografica della città). Al fine di evidenziare tendenze utili a qualificare ulteriormente tali dati, ne sarà restituito il trend nella serie storica composta dai due anni che precedono il titolo e dall’anno del titolo, fatta eccezione per i dati riferiti alla consistenza delle dotazioni e delle infrastrutture, caratterizzata da tempi di evoluzione significativamente maggiori (si pensi all’apertura di nuovi musei o stazioni ferroviarie). Questi ultimi, infatti, saranno rilevati rispetto al solo anno del titolo (i.e. i dati riferiti alla distanza da stazioni e affini, la presenza di prodotti DOP, IGP, DOC, di siti Patrimonio UNESCO e di riserve MAB, la partecipazione alla rete delle Città Creative, il numero di musei e di altri luoghi della cultura). I fenomeni indagati nell’anno della Capitale che, viceversa, sono ascrivibili alle attività e ai processi che l’iniziativa innesca, si inseriscono nella dimensione del meccanismo. I fenomeni o i profili di indagine qualitativa che, invece, fanno riferimento al periodo successivo all’anno della Capitale informano la dimensione degli esiti e il relativo periodo di rilevazione è rappresentato dai due anni successivi al titolo. Gli esiti possono anche

33 Cap. 1- Il modello di valutazione e gli strumenti essere il risultato della variazione osservata rispetto a talune tipologie di indicatori tra il valore pre-Capitale e quello registrato ex post. Infatti, occorre ricordare come il presente lavoro miri ad isolare esiti intesi come cambiamenti e trasformazioni causalmente riconducibili all’iniziativa della CiC. Infine, per i fenomeni che intersecano contemporaneamente le tre sfere del contesto, del meccanismo e degli esiti, l’intervallo temporale in cui sono rilevate le informazioni è il quinquennio mobile definito dai due anni che precedono il titolo per ciascuna città, dall’anno del titolo e dai due successivi. In tal modo, il valore assunto da ciascun fenomeno osservato è considerato – in senso diacronico – prima come aspetto del contesto della città (due anni prima), poi come espressione delle attività e dei processi innescati (meccanismo, anno CiC) e, infine, come effetto dell’esperienza (esiti, due anni dopo). A seguire si descrivono infine brevemente gli strumenti di rilevazione associati alle domande valutative. Si evidenzia come la scelta degli strumenti da utilizzare per la raccolta dati sia stata operata al fine di applicare una metodologia di indagine quali-quantitativa che permettesse di esplorare il punto di vista, prima, durante e dopo, sia di interlocutori chiave dell’iniziativa – attraverso le interviste e i focus group ai policy maker, amministratori, project manager, operatori culturali e ICC – che del pubblico – attraverso il questionario somministrato alla cittadinanza – e combinare tali risultati con i dati numerici emersi dall’analisi desk. Tale scelta ha permesso di elaborare e restituire, attraverso una lettura integrata e multidimensionale, la complessità dei fenomeni osservati riconducibili all’iniziativa della CiC, come riportato nel capitolo successivo. Analisi del dossier e dei palinsesti L’attività di raccolta dei dati interessa in primis l’analisi dei dossier, organizzata per linee di indagine che prendono in considerazione l’evoluzione della policy al fine di individuare uno schema di dati comune per le varie edizioni. All’esame dei dossier viene associata l’analisi dei palinsesti, in modo da constatare l’effettivo grado di attuazione della programmazione annunciata in fase di candidatura. Questa parte di analisi desk si avvale delle informazioni raccolte della rassegna stampa, qualora disponibili, eventualmente integrate con le risultanze derivanti dalla richiesta informativa rivolta a project manager, operatori culturali e uffici amministrativi locali coinvolti in modo diretto nella progettazione e realizzazione delle iniziative. Dall’esame congiunto di dossier e palinsesti si intende rilevare: • gli obiettivi perseguiti • il quantitativo e la tipologia di eventi programmati • la multidisciplinarità • il grado di coinvolgimento di attori locali, nazionali e internazionali • il livello di cooperazione e coinvolgimento di altre CiC o ECoC • l’utilizzo di nuove tecnologie.

34 CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti. Analisi desk e rilevazione dei dati statistici L’attività di analisi desk prende avvio con una raccolta sistematica di dati quali-quantitativi che consente di inquadrare il territorio di riferimento in cui si è innestata la politica e a cui è stato riconosciuto il titolo di Capitale italiana della cultura (CiC) attraverso i suoi elementi peculiari, le caratteristiche demografiche, culturali ed economiche. Questa attività, che prende in considerazione numerosi aspetti di indagine, è effettuata tramite strumenti integrati che, combinati tra loro, consentono di ricostruire un quadro completo ed esaustivo sotto diversi punti di vista. Infatti, all’analisi dei dossier di candidatura e dei palinsesti realizzati da ciascuna Capitale, si affianca una ricerca e un’elaborazione di dati statistici consolidati degli scenari precedenti, contestuali e successivi allo svolgimento del programma della CiC. In particolare, per ciascuna Capitale sono stati presi in considerazione i dati di contesto a livello provinciale e comunale relativi al quinquennio mobile. Dopo aver circoscritto il perimetro temporale, per ciascun ambito di ricerca e i relativi indicatori, sono stati raccolti dati attraverso le principali fonti statistiche di rilevanza e autorevolezza nazionale (Istat, SIAE, osservatori regionali, Infocamere, ecc.). A questa tipologia di analisi ne sono affiancate altre, come la sentiment analysis, utile a monitorare l’attività online degli utenti che hanno partecipato “digitalmente” e interagito con l’iniziativa della CiC, e la media analysis, per verificare l’ingaggio della stampa locale e nazionale rispetto alle iniziative della Capitale. Si ricorda infine che, in caso di gap informativi, è stato richiesto il supporto delle amministrazioni coinvolte tramite l’invio di richieste informative ai referenti preposti. Analisi field e interviste Le interviste rappresentano uno degli strumenti dell’analisi field attraverso cui esplorare il punto di vista dei principali interlocutori chiave per ciascuna Capitale. Essi sono rappresentati da soggetti eterogenei quali: dirigenti e funzionari delle amministrazioni comunali, policy maker locali, provinciali e regionali, operatori culturali e imprese culturali e creative e project manager dell’iniziativa. Le tracce di interviste, sono articolate in tre sezioni: 1. La prima dedicata alla raccolta delle informazioni generali dell’intervistato. 2. La seconda contenente la traccia di intervista vera e propria da rivolgere alle parti interessate, suddivisa per i 5 ambiti che costituiscono il modello di valutazione (vivacità culturale, accesso, partecipazione, senso di appartenenza, modalità di organizzazione e gestione dell’evento, attrattività turistico-culturale e posizionamento mediatico, trasferimento tecnologico e imprenditorialità). Si evidenzia, a questo proposito, l’eccezione costituita dalla traccia destinata agli operatori culturali e imprese culturali e creative in cui si è scelto di non inserire le domande relative all’ambito dell’attrattività turistico-culturale. 3. La terza parte contenente una richiesta informativa relativa agli indicatori di natura quantitativa difficilmente rilevabili tramite lo strumento dell’intervista. Preme specificare che, all’interno delle tracce, ogni ambito di valutazione viene indagato attraverso diverse domande valutative che rappresentano l’ossatura imprescindibile di ciascuna rilevazione e garantiscono comparabilità tra le interviste. Per ogni domanda va-

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