Cantiere Città. Potenziare le competenze per una città culturale sostenibile

80 Per approfondimenti sul design thinking è utile visitare il sito di IDEO <https://designthinking.ideo.com/>. 11. Fase 3. Attivazione di azioni partecipative che partano dall’ascolto e incentivino il protagonismo civico La creazione partecipata di strategie e progetti culturali di sviluppo locale presuppone una propedeutica fase di ascolto che ponga, al centro del processo di cambiamento, le persone, i loro bisogni, desideri, valori, le loro proiezioni e priorità. È una fase molto delicata, nella quale è fondamentale consolidare il presupposto di fiducia e non disattendere aspettative rispetto all’applicabilità concreta di quanto rilevato. È importante, a tale proposito, porre alle persone le giuste domande e rappresentare loro, in maniera chiara e inequivocabile, i margini di intervento possibili e la capacità concreta del processo di assorbire i dati rilevati. Le persone coinvolte commisureranno, in tal modo, le proprie aspettative alla metrica reale della possibilità di incidere sul cambiamento atteso, parametrando la propria disponibilità e il proprio sforzo collaborativo dentro confini più o meno ampi o circoscritti a seconda dell’elasticità progettuale e programmatica consentita. Nel design thinking, che è un approccio all’innovazione che trae spunto dai principi dello Human-Centered Design, si parla di ‘fase dell’empatia’, proprio per sottolineare come sia fondamentale in questo momento del processo mettersi nei panni delle persone che vogliamo coinvolgere/attivare, empatizzando con loro11. Strumenti e metodologie World café Metodologia finalizzata a traslare la forza delle conversazioni informali da bar all’analisi di specifici temi. Questa tecnica genera dibattiti vivaci e creativi anche tra sconosciuti, valorizzando idee e opinioni di ciascuno all’interno di un ambiente tranquillo e familiare proprio come quello di un caffè. La metodologia prevede la predisposizione di tavoli di confronto finalizzati all’analisi di questioni differenti e integrate tra loro. Ogni tavolo sarà gestito da un table host, cabina di regia della conversazione, che ha il compito di facilitare il dibattito e sintetizzare le riflessioni emerse per restituirle al termine della sessione di confronto, detta ‘round’. Alla fine di ciascun round, ogni partecipante lascerà il proprio tavolo e andrà a sedersi in uno degli altri per affrontare nuovi temi. L’host sottoporrà a chi arriva quanto emerso dalla conversazione appena conclusa e il dibattito andrà avanti a partire da questo, sedimentando conoscenza su conoscenza. È bene che gli host siano persone in grado di adottare un approccio positivo, indirizzando la conversazione su un futuro desiderato evitando di focalizzare l’attenzione sulle problematiche che potrebbero emergere. Al termine dei vari round si aprirà una sessione plenaria finalizzata a delineare i risultati prodotti dai flussi comunicativi e di confronto. Attraverso la movimentazione delle persone e del loro pensiero, dunque, questo strumento consente di generare un’intelligenza collettiva che apre a nuove possibilità di azione.

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