Cantiere Città. Potenziare le competenze per una città culturale sostenibile

47 ideologie valutative) che progressivamente si sono sostituite ad altre addivenendo, negli ultimi anni, ad approcci più maturi, consapevoli e orientati alla multidimensionalità. Se negli anni Ottanta l’enfasi era posta principalmente sugli impatti economici (misurati come generazione di ricchezza e di posti di lavoro) e successivamente l’attenzione si è spostata su quelli di natura sociale (si pensi, ad esempio, all’approccio anglosassone del periodo Labour di fine anni Novanta in cui la cultura veniva valutata anche per la sua capacità ‘strumentale’ di risolvere problemi di natura sociale), il presente sembra caratterizzato da una tendenza a considerare il valore della cultura come qualcosa di più complesso, olistico e intersezionale. Da questo punto di vista il «Four-DomainApproach», sviluppato nel 2015 nell’ambito del progetto europeo Cultural Heritage Counts for Europe (CHCFE)13, riveste un ruolo piuttosto paradigmatico e di grande influenza sulle riflessioni successive e sugli approcci metodologici applicati. Si tratta di un modello ideato per valutare l’impatto del patrimonio culturale su quattro diversi domini, ovvero economia, società, ambiente e cultura, e per evidenziare il contributo del patrimonio a beneficio della società e dell’ambiente. Propone un approccio comprensivo e articolato che aiuta a valutare e a comunicare la rilevanza e gli impatti del patrimonio culturale anche al fine di migliorare la formulazione delle politiche e stimolare una valutazione olistica dei programmi, dei progetti e degli interventi che riguardano il patrimonio stesso. Il modello evidenzia, inoltre, l’importanza di affiancare agli impatti economici anche quelli di altra natura, in particolare quelli sociali (anche in connessione con la discussione alimentata dalla convenzione di Faro sul ruolo sociale del patrimonio e sull’importanza del coinvolgimento delle comunità). Gli impatti sociali e culturali sono generalmente più difficili da definire e da misurare, anche perché la loro definizione varia a seconda dei contesti nazionali e dei soggetti che promuovono la valutazione. Da un lato, si osserva la tendenza a restringere il significato di impatto sociale agli effetti che le organizzazioni culturali generano quando si attrezzano per affrontare e risolvere necessità e fabbisogni di natura collettiva e sociale (si pensi, ad esempio, ai temi della rigenerazione sociale, della coesione sociale, della lotta all’esclusione, della salute e del benessere delle comunità); dall’altro, tali impatti attengono anche alla dimensione educativa, allo sviluppo personale, al benessere, al capitale culturale e creativo delle persone quando entrano in connessione con le molteplici e sfaccettate attività di natura artistica e culturale14. Seguendo le riflessioni di Charles Landry15 potremmo definire gli impatti sociali come quegli effetti che oltrepassano l’esperienza dell’oggetto o dell’evento in sé e che si riverberano direttamenCHCFEConsortium, Cultural HeritageCounts for Europe. Full Report, 2015 <https://www.europanostra.org/ our-work/policy/cultural-heritage-counts-europe/>. Per questi aspetti cfr. NEA, The National Endowment for the Arts Guide to Community-Engaged Research in the Arts and Health, Washington, NEA Office of Research & Analysis, 2016. Cfr. Charles Landry, Social Impact of the Arts, London, Comedia Publications Limited, 1993. 13. 14. 15.

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