Cantiere Città. Potenziare le competenze per una città culturale sostenibile

42 confronto che possono tradursi, nel caso specifico, in cambiamenti positivi di consapevolezza e di attitudine con riferimento alle pratiche valutative, che si possono riverberare alla scala ‘micro’ delle singole istituzioni e delle singole progettualità2. Non è, infine, forse un caso che il tema della valutazione abbia tradizionalmente avuto forte risonanza con le esperienze delle capitali della cultura, a partire da quelle europee. Nei percorsi di candidatura si pone, infatti, particolare enfasi sul tema della cosiddetta ‘legacy’, ovvero sull’impronta positiva e duratura impressa dall’evento e sull’insieme degli impatti che l’iniziativa dovrebbe lasciare in termini di cultura, economia, società, ambiente e istruzione nella comunità ospitante al termine del periodo della manifestazione3. E sulla necessità, pertanto, di attivare processi di monitoraggio e di valutazione che siano in grado di cogliere gli effetti di cambiamento di breve e medio termine. Nonostante nel nostro paese il discorso sull’importanza del monitoraggio e della valutazione in ambito culturale sia piuttosto diffuso4 e si evidenzi con vigore l’importanza di sviluppare una ‘cultura’ dell’accountability, della trasparenza e della responsabilizzazione in relazione agli investimenti, ai progetti e alle attività realizzate, le singole e autonome esperienze portate avanti, ancorché lodevoli, non si sono ancora tradotte in prassi convinta e condivisa tra gli addetti ai lavori e le incertezze in merito agli aspetti metodologici e operativi permangono. Dopo molti anni di sensibilizzazione sul tema è ancora importante spiegare e ribadire la rilevanza della valutazione da applicare a scale differenziate: dal singolo progetto all’attività istituzionale, al programma o alla policy specifica. Perché è importante valutare A cosa serve oggi la valutazione? La valutazione è un concetto che, in termini disciplinari, è stato approcciato e declinato in modi e traiettorie differenti. A seconda della prospettiva disciplinare e degli obiettivi si trovano, infatti, enunciazioni e perimetri di azione non sempre sovrapponibili. Può essere utile affrontare il tema facendo ricorso a definizioni che hanno un grado di specificità crescente. Sul rapporto fra patrimonio culturale e strategie di sviluppo cfr. Luca Dal Pozzolo, Il patrimonio culturale tra memoria e futuro, Milano, Editrice Bibliografica, 2018. Roberto Albano, Franco Bianchini et al., The Regenerative Impacts of the European City/Capital of Culture Events, in The Routledge Companion to Urban Regeneration, a cura di Michael E. Leary e John McCarthy, London, Routledge, 2013, pp. 515-525. Su questo tema cfr. Alessandro Bollo, Report 3: Measuring Museum Impacts, Bologna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali Regione Emilia-Romagna, 2013; François Matarasso, Full, free and equal: On the social impact of participation in the arts, Bristol, Knowle West Media Centre, 2010; Valentina Montalto, AAA Data wanted. Combining creativity and methodological rigor to measure culture in cities, «Economia della Cultura», a. XXX, n. 3-4, Bologna, Il Mulino, 2020, pp. 377-395; Francesca Neri, La valutazione sugli impatti dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale e la «Realistic Evaluation». Una nota a margine, «Economia della Cultura», a. XXXI, n. 1, Bologna, Il Mulino, 2021; Claudia Wood e Daniel Leighton, Measuring Social Value, London, Demos, 2010. 2. 3. 4.

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