Cantiere Città. Potenziare le competenze per una città culturale sostenibile

27 Luogo, senso, progetto culturale Luca Dal Pozzolo Da più di vent’anni a questa parte si è assistito a un crescente interesse per lo sviluppo di strumenti di management dei progetti culturali e per gli aspetti di gestione organizzativa ed economica, comparto notoriamente debole e lacunoso per le attività culturali e di valorizzazione del patrimonio. D’altro canto, l’incremento della logica di sostegno dei progetti attraverso i bandi ha richiesto diffuse capacità amministrative e gestionali, oltre a processi di valutazione ex ante, in itinere ed ex post. Ma non è questo il solo effetto visibile; parallelamente alla contrazione degli strumenti di sostegno istituzionale attorno alle più grandi organizzazioni di spettacolo e ai più importanti musei, è aumentata l’importanza del finanziamento del singolo progetto all’interno della cornice dei bandi, iniziando dall’Unione europea per passare al Ministero, alle Regioni, alle fondazioni di origine bancaria, fino agli enti locali. Una parte non trascurabile degli operatori culturali affida oggi le proprie strategie di sopravvivenza e sviluppo alla capacità di redigere molteplici progetti nell’anno, esercitando le proprie doti organizzative e manageriali nella competizione indotta dalla partecipazione ai bandi. Tuttavia, anche affilate competenze gestionali, messe al servizio di una strategia costretta a rincorrere un elevato numero di progetti, non sono di per sé una garanzia di qualità; il pericolo di torcere le proprie competenze o la propria missione per rispondere adeguatamente ai requisiti di bando è sempre presente. Il tema della qualità del progetto, infatti, si pone non solo in termini di reclutamento di nomi famosi o di performance eccezionalmente spettacolari, ma anche nell’attivazione di processi culturali e sociali nel territorio, nel coinvolgimento dei pubblici, nella capacità di lasciare un’eredità sulla quale costruire ancora nel tempo a venire, nell’offrire elementi di riflessione utili a disegnare strategie desiderabili per il futuro. Tutto ciò, peraltro, è assolutamente decisivo nel caso di progetti e programmi per la competizione al titolo di Capitale italiana della cultura e, di conseguenza, diviene fondamentale tornare a ragionare sulla qualità intrinseca dei progetti, laddove costruire un progetto per una città e un luogo costringe a un confronto serrato con la complessità propria dei sistemi sociali e dei sistemi urbani. Nell’infinita fattispecie di progetti possibili, tuttavia, non è sensato pensare di poterne definire la qualità univocamente con un sistema di indicatori rigido; non tanto perché gli indicatori non servano, bensì perché la loro utilità emerge nel misurare aspetti

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