Cantiere Città. Letture e strumenti per la città culturale.

54 le città italiane che si caratterizzano e si fregiano di essere environmental conscious. Se guardiamo alle classifiche delle città verdi7, orientate a valorizzare le aree verdi pubbliche e a sostenere le filiere florovivaistiche, le candidature italiane sono pochissime e il motivo mi sfugge. Certamente non basta attivare operazioni di marketing territoriale, occorre immaginare soluzioni di sistema e strategie territoriali sostenute da adeguate risorse. Tuttavia, in molte direzioni le linee di finanziamento del PNRR ci sono, quindi la sfida più grande per una città che ambisca a diventare capitale della cultura e voglia incorporare nel suo dossier la questione della valorizzazione del territorio e della riduzione dell’impatto ambientale credo sia quella di pensare a una traiettoria di sviluppo, a un sistema di alleanze, all’ingresso in diversi circuiti. I centri non hanno bisogno di cucirsi addosso le etichette di capitale della cultura, di città creativa, di città verde… Tuttavia, la spinta a far parte di questi ‘club di città’ presenta alcuni vantaggi, se non altro di tipo reputazionale ed economico, dando alle organizzazioni un impulso a livello organizzativo e comunicativo. Da questo punto di vista penso sia utile guardare all’esperienza di Parma, che ha saputo capitalizzare le diverse candidature a città creativa Unesco, a Capitale italiana della cultura e a città verde acquisendo progressivamente visibilità internazionale, la possibilità di valorizzare il suo patrimonio culturale materiale e immateriale, accedere a risorse economiche incrementali e costruire una strategia di sviluppo a base culturale, attraendo risorse e talenti da fuori, oltre a mobilitare quelli interni. Infine, uno dei vantaggi di qualificare una città come creativa, sostenibile, verde è legato ovviamente alle opportunità turistiche. Da questo punto di vista tutti i dossier di candidatura a Capitale italiana della cultura pongono molta attenzione all’attrazione turistica locale, nazionale e internazionale. In questa prospettiva, le direzioni di lavoro più comuni riguardano mobilità e intermodalità territoriale a basso impatto ambientale (piste ciclabili, utilizzo di reti urbane e di trasporto pubblico), non tanto e non solo perché l’offerta culturale può legarsi ai modi di muoversi, ma perché molto spesso la presentazione del dossier di candidatura è occasione per costruire itinerari, legare le attrattive maggiori a una rete di eventi o di luoghi meno conosciuti, destagionalizzare l’offerta culturale, coinvolgere fasce di popolazione o gruppi di persone diversi in aggiunta a quelli che già sono coinvolti. I beni e soprattutto le attività culturali sono impattanti da un punto di vista ambientale: le sale devono essere climatizzate; gli edifici che ospitano musei, biblioteche e teatri sono spesso palazzi storici energeticamente poco efficienti; i festival, i concerti, le produzioni e le attività performative in genere richiedono lo spostamento di merci e persone, assorbono energia prodotta spesso in modo costosissimo, impattante e rumoroso, attirano persone che spesso si muovono in auto, determinano un aumento della produzione di rifiuti, in genere difficilmente differenziabili, <https://it.thegreencities.eu/> consultato il 19/12/2022. 7.

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