Cantiere Città. Letture e strumenti per la città culturale.

42 Processi collaborativi di progettazione per la rigenerazione urbana: visioni, strumenti e ispirazioni Visioni: l’esperienza di CasermArcheologica Il percorso che ha portato alla creazione dell’associazione CasermArcheologica1, che oggi dirigo insieme all’insegnante e artista Ilaria Margutti, testimonia un’esperienza viva di un approccio creativo alla progettazione culturale urbana partecipata dalla comunità di riferimento e rivolta a essa. «Quando nel 2013 ho incontrato questo luogo, l’ho voluto mostrare ai miei studenti perché la sua decadenza si svelava come una possibilità di ricostruire qualcosa che ci somigliasse»2. Con queste parole Ilaria Margutti ricorda il fascino e il senso di possibilità che le grandi sale di Palazzo Muglioni3 le avevano trasmesso durante il primo sopralluogo insieme ai rappresentanti del Comune di Sansepolcro, nonostante l’abbandono e l’incuria in cui versava da oltre venticinque anni gran parte dello stabile. Attraverso il progetto di CasermArcheologica, nel 2013 è stata sviluppata un’importante attività di recupero sull’edificio che ha permesso di restituire alla città di Sansepolcro oltre mille metri quadrati di spazio pubblico. La ristrutturazione è stata guidata da un gruppo di lavoro che si è costituito in associazione, operando in collaborazione con stakeholder locali e nazionali attraverso un processo che, partendo dal coinvolgimento degli studenti, ha poi abbracciato tutta la cittadinanza. Al centro del progetto si pone un dialogo intergenerazionale che ha fatto emergere alcune delle domande essenziali per le aree interne del Paese, ma oggi urgenti per tutti i territori: chi abiterà Laura Caruso CasermArcheologica <https://www.casermarcheologica.it/> consultato il 19/12/2022. L. Caruso, I. Margutti, CasermArcheologica Almanacco #2, Morlacchi Editore, Perugia 2022. Il Palazzo accompagna la storia della città di Sansepolcro dal 1536: antica dimora nobiliare, ospitava i salotti culturali organizzati da Minerva Muglioni, l’ultima nobildonna che vi abitò; in parte primo laboratorio della Buitoni (azienda alimentare che costituisce ancora oggi – con un marchio diverso – uno degli assi portanti dell’economia locale) diventa poi caserma dei Carabinieri e, a fine anni Ottanta, succursale scolastica. Viene abbandonato a partire dagli anni Novanta per poi attraversare un periodo di progressivo declino. 1. 2. 3.

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