Cantiere Città. Letture e strumenti per la città culturale.

12 Cantiere Città, l’esperienza di un percorso di accompagnamento per le dieci finaliste a Capitale italiana della cultura 2024 Silvia Giordano e Agnieszka Śmigiel Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Il programma Capitale italiana della cultura, ideato dal Ministero della cultura nel 2014 a partire dal modello europeo, ha registrato un progressivo miglioramento della qualità progettuale dei programmi culturali presentati dalle finaliste in fase di candidatura. Se, da una parte, le città insignite del titolo negli ultimi otto anni hanno potuto beneficiare di visibilità e finanziamenti per la realizzazione dei loro dossier, dall’altra, per quelle giunte alla fase finale della selezione senza ottenere il riconoscimento, è forte il rischio di dispersione delle forze coinvolte e delle progettualità confluite nei programmi presentati alle audizioni. Rischio amplificato dal venir meno della spinta civica che spesso accompagna l’iter di candidatura generando aspettative deluse dalla mancata vittoria e dalla possibilità di un’alternanza della compagine politica, che può scegliere di non proseguire con il percorso avviato. A generare una sensazione di smarrimento e di impotenza rispetto allo sviluppo, anche solo parziale, degli obiettivi confluiti nei dossier si somma la gravosità degli impegni di ordinaria amministrazione per i dipendenti dei Comuni, che possono essere tentati di accantonare il programma, soprattutto nei casi in cui le città si siano avvalse di soggetti terzi nel periodo di progettazione. Di fronte a questo scenario nasce l’idea del Ministero della cultura sviluppata insieme alla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali di attivare un percorso a supporto delle capacità progettuali delle città finaliste, con lo scopo di offrire loro un sostegno nell’individuazione di soluzioni sostenibili per il rafforzamento di reti territoriali guidate da obiettivi culturali, nate o prospettate in occasione della candidatura. In questo percorso ci siamo fatti guidare dalla metafora del cantiere: ci sembrava importante creare un contesto temporaneo di costruzione, un ambiente collaborativo dove far convergere le forze per sviluppare qualcosa di nuovo e in cui migliorare l’esistente. Un luogo di lavoro che prende vita dalle mani di chi lo costruisce, che avanza solo attraverso la costante partecipazione di tutti e la sensibilizzazione anche di chi quel cantiere lo frequenta in maniera diversa, passandoci di fronte tutte le mattine, controllando l’andamento dei lavori, gioendo della prima trave posata, pronto a immaginare quale sarà l’impatto di quella nuova costruzione sulla propria quotidianità.

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