Cantiere Città. I percorsi delle città finaliste a Capitale italiana della cultura. L’esperienza della seconda edizione

16 La condivisione delle politiche culturali Esplorare il dominio delle politiche culturali implica necessariamente riflettere sulle dinamiche che si sviluppano tra i detentori del potere politico, i cosiddetti ‘policy maker’, e gli altri attori culturali presenti sul territorio, nonché con i cittadini stessi, ovvero coloro che costituiscono i principali fruitori dell’offerta culturale. Affrontare il tema della condivisione delle politiche culturali porta inevitabilmente a interrogarsi sugli equilibri da stabilire tra i policy maker e gli altri soggetti coinvolti nel processo di ripensamento e ridefinizione delle strategie culturali. Quale dovrebbe essere il ruolo dell’amministrazione e quali sono le possibili funzioni che gli stakeholder locali potrebbero assumere in questo quadro di relazioni? Inoltre, come dovrebbero essere considerate e inglobate nelle strategie culturali le esigenze dei cittadini? L’azione di chi ha esplorato queste nuove forme di co-progettazione si fonda su di un’interpretazione delle politiche culturali coerente con una visione molto ampia dell’esperienza culturale, che abbraccia una vasta gamma di pratiche umane, spaziando dalla creatività contemporanea e dallo spettacolo dal vivo per arrivare alle manifestazioni ed emergenze del patrimonio culturale immateriale. Adottare una prospettiva così vasta e, di conseguenza, più inclusiva consente di superare l’approccio tradizionalmente ‘elitario’ alla cultura, aprendo le politiche culturali alla diversità e, in particolare, a nuovi attori, gruppi, comunità, organizzazioni e istituzioni che in passato potrebbero non aver ricevuto un’adeguata considerazione nel dibattito. Di fatto, la partecipazione attiva delle comunità alla vita culturale può essere considerata oggi uno degli obiettivi principali delle politiche democratiche, perché tocca il cuore della cosiddetta cittadinanza attiva, stimolando l’esercizio dei diritti civici da parte dei diversi gruppi sociali dei cittadini. L’accesso alla cultura e la partecipazione alla pianificazione culturale, in termini di co-programmazione e co-progettazione, sono ormai questioni centrali nelle agende e nelle strategie italiane, europee e internazionali. La cooperazione richiede una governance multilivello tra ministeri, regioni, comuni ed enti locali per le politiche culturali, con un approccio strategico per la valorizzazione di beni materiali e immateriali, nonché delle industrie creative. Si tratta di modelli esportabili anche a scala più piccola nei contesti locali, talvolta marginalizzati, che richiedono una visione strategica di coinvolgimento democratico. Grazie alla partecipazione di una pluralità di soggetti nelle attività di co-programmazione e al confronto tra diverse prospettive, è possibile ottenere una lettura più approfondita dei bisogni e un’analisi più accurata degli interventi necessari, individuando anche una varietà di risorse che possono essere coinvolte e attivate per soddisfare le esigenze culturali delle realtà locali. In Italia, la condivisione delle politiche culturali sta diventando un elemento via via più cruciale per la costruzione di una società inclusiva e diversificata. Le amministrazioni

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