Cantiere Città. I percorsi delle città finaliste a Capitale italiana della cultura. L’esperienza della seconda edizione

14 te l’esplorazione di diverse buone pratiche presentate dai protagonisti delle iniziative stesse, il corso ha cercato di rispondere alla domanda su come le città di oggi possano garantire il welfare culturale delle persone e delle comunità di appartenenza. L’obiettivo ultimo consiste nel promuovere la diffusione di pratiche replicabili e misurabili, che possano produrre un impatto sociale tangibile e contribuire alla formulazione di politiche culturali coerenti con questa visione. Le riflessioni emerse durante questi corsi sono state raccolte nel volume Cantiere Città. Potenziare le competenze per una città culturale sostenibile. Il libro raccoglie – con la partecipazione di esperti del settore – considerazioni, spunti, raccomandazioni e interrogativi emersi durante l’esperienza intensa della seconda edizione di Cantiere Città. I temi emersi lungo il percorso Questa seconda edizione di Cantiere Città ha confermato la crucialità di alcune tematiche per le amministrazioni che mettono al centro del proprio modello di sviluppo la valorizzazione e la gestione dei beni culturali. Un primo tema fondamentale è quello dei modelli di gestione da adottare, siano essi dedicati al coordinamento delle attività in un singolo luogo della cultura, in una rete di musei o in una stagione di eventi. Il campo delle possibilità è vasto e in continuo aggiornamento, ma ogni situazione richiede ovviamente un adattamento dei modelli al contesto specifico. Allo stesso modo, in connessione al primo tema, permane l’interesse in relazione alla creazione di reti, al loro sostegno e alla ricerca di un equilibrio fra esercizio della democrazia ed esigenze di tempestività ed efficienza. Fondamentali in questo processo sono i meccanismi della comunicazione, che rendono possibile la creazione e il mantenimento di una community. Gli stessi meccanismi sono poi centrali nelle attività di fundraising, alle quali nessuno può oramai sottrarsi. Più specifica, in questa edizione, è la riflessione su alcuni valori che paiono tra loro in opposizione, ma che, nella loro dialettica, invitano alla ricerca di un punto di equilibrio. È questo il caso di una concezione partecipata e democratica della cultura, nella quale il pubblico non è più solo il ricettore di un’offerta culturale, ma entra nel processo di produzione, oltre che nella gestione. Questa visione deve però confrontarsi con l’autorialità del processo creativo artistico, che può comportare forti responsabilità individuali e che non sempre, e non per tutti, prevede un confronto continuo e allargato con i diversi pubblici. L’esigenza di sostenere la ricerca artistica fortemente innovativa, anche attraverso eventi o residenze, si confronta con la necessità delle amministrazioni di sostenere, al contempo, attività culturali alle quali la comunità partecipi numerosa, con le difficoltà conseguenti in merito alla scelta della direzione e/o della curatela artistica: fin dove può spingersi un comune in autonomia? Che relazione deve impostare con le profes-

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